A COLLOQUIO CON CLAUDIO VALENTINO di Giovanni Moschella

Ci parli dei suoi studi e della sua formazione

Ho frequentato l’istituto d’arte di Avellino nella sezione di ceramica e ho avuto la fortuna di incontrare docenti di grande spessore che  mi hanno trasmesso l’immensa passione per l’arte.

Tra i più grandi ci tengo a citare alcuni nomi: P. Fuccillo, G. Femia e M.Villani.

 

Spesso si omette di sottolineare quanto la scuola e la conoscenza siano determinanti nel percorso individuale. 

Successivamente mi sono iscritto all’accademia di belle arti che ho frequentato per cinque anni e nel 2009 mi sono abilitato per l’insegnamento di discipline pittoriche

Quando nasce l’interesse per la pittura.

Ricorderò sempre il momento in cui da bambino ricevetti in regalo da mio fratello Rodolfo il primo cavalletto, una valigetta di colori ad olio, pennelli e tele. Lui da sempre appassionato di arte e pittore autodidatta mi ha fatto dono della conoscenza della pittura, ma l’interesse vero e la ricerca del mio codice pittorico si sono realizzati solo nel momento in cui mi sono iscritto all’accademia di belle arti di Napoli con la docente Loredana D’Argenio.

Quali sono i soggetti che preferisce dipingere.

Più che di soggetti parlerei di oggetti: nella mia pittura informale inserisco spaccati del quotidiano e veri e propri oggetti, testimoni di vissuto e di memoria. Spazio da oggetti trovati ad oggetti appartenuti in passato a persone a me care che mi conducono ad elaborarli e a consacrarli ad emblemi significativi.

Che cosa vuole comunicare al fruitore con le sue opere.

Spesso parlo del mio territorio, l’Irpinia, e da giovane mi faccio portavoce degli umori e delle speranze della mia generazione.

I miei quadri sono diretti, affrontano tematiche reali e crude, ma sono frutto di introspezioni ed emozioni autentiche.

Diciamo che mi piacerebbe propormi come autore di una pittura “sociale”, che abbia dei messaggi spesso di denuncia da indirizzare.

Quali sono le difficoltà nello svolgere questo “mestiere”.

Se di mestiere possiamo parlare non riscontro alcuna difficoltà. E’ un lavoro a stretto contatto con me stesso che mi completa e mi porta alla riflessione. Le difficoltà sono solo legate alle istituzioni che spesso non ascoltano e non riconoscono le volontà artistiche presenti sul territorio e non ne fanno tesoro. Come me molti giovani e artisti potrebbero fare aggregazione e concretizzare progetti seri per la valorizzazione dell’arte, ma viviamo un periodo storico estremamente debole sotto questo punto di vista. Le istituzioni sono indifferenti, tra artisti c’è scarsità di collaborazione e non si pensa al bene comune, non si guarda al di là del proprio orticello. Avellino la mia città avrebbe bisogno di personalità carismatiche che puntino a creare appuntamenti importanti per la cultura contemporanea, ma purtroppo gli appuntamenti sono spesso deboli e senza continuità.

Quali i prossimi impegni lavorativi.

Al momento mi dedico con grande serenità alla didattica presso l’associazione culturale Animarte in cui svolgo corsi base di ceramica per adulti con la collega Lidia Martone. Nel 2015 spero di riuscire a presentare una mia prima antologica di lavori dal 2005-2015 e di realizzare un catalogo personale.

Quali sono i suoi interessi oltre la pittura.

Da sempre l’interesse per la ceramica. Dal collezionismo di ceramiche popolari d’epoca a quello contemporaneo, spazio con grande entusiasmo in questa materia così vasta ed affascinante. Sarà merito anche del maestro ceramista irpino Mario Guarini che ho avuto la fortuna di incontrare e dei miei docenti che ho elencato precedentemente. Per il resto sono un ragazzo abbastanza ordinario, amo la lettura, i viaggi e la musica.

Grazie per la gentile intervista e buon lavoro.

Giovanni Moschella

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