A COLLOQUIO CON DOMENICO PECE di Giovanni Moschella

Ci parli dei suoi studi e della sua formazione.

Il mio percorso di studi è stato un percorso direi alquanto atipico. Mi sono diplomato come perito elettronico nel 2002 presso l’istituto professionale I.P.S.I.A “A. Amatucci” di Avellino. Successivamente, anche contro il parere poco favorevole dei miei genitori, mi sono iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno. Con sacrificio e umiltà ho cominciato a frequentare le lezioni, a conoscere un po’ meglio l’ambiente universitario. A differenza, però, dei miei coetanei che avevano una base di studio forte, solida e più umanistica,  io venivo da una base di studio meno forte, orientata più verso discipline dedite al lavoro, settore tecnico elettronico, che nulla avevano a che vedere con le materie umanistiche. Mi sono trovato, dunque, a fare i conti con una dura realtà. I miei genitori, persone semplici e lavoratori, mi dissero ti diamo una sola possibilità, vediamo come va il primo anno, queste le parole di mio padre. Io essendo appassionato di letteratura, giorno dopo giorno ho cominciato a studiare giornate intere per poi passare a nottate intere. Con sacrificio e passione ho cominciato a dare i primi esami. Sono arrivati così i primi voti che hanno contribuito fortemente a farmi credere in me stesso, a farmi dire: “ce la posso fare”.

Ogni mattina prendevo il bus dal mio paese Serra di Pratola per raggiungere Avellino, piazza Macello. Alle 8:00 partiva il bus da Avellino per Fisciano e verso le 8:35 si arrivava a destinazione. Ricordo con  forte commozione questi momenti passati all’università ed ora posso affermare con assoluta certezza  che per me sono stati i momenti più belli della mia vita. E’ vero, ho dovuto lottare, sudare, quante volte pensavo di non potercela fare, ma la passione e la volontà hanno preso sempre il sopravvento.  Mi sono aggrappato al desiderio di farcela, di prendere quella Laurea e soprattutto di prenderla con un buon voto. Il coraggio, la passione e la forte determinazione spesso possono trasformare i sogni in realtà. Nel 2008 il mio sogno si avvera. Mi laureo, tra abbracci e lacrime, in Filologia Moderna con voto 110 e lode, discutendo la tesi sul mio poeta preferito: Giacomo Leopardi. Spiegarlo a parole cosa ho provato in quel momento per me ora è davvero difficile. L’istituto professionale Amatucci di Avellino mi organizzò una festa a sorpresa per celebrare il clamoroso evento, direi più unico che raro. Incoraggiato da pochi ma veri amici, riesco nel mio intento di portare a casa la lode. La mia formazione è stata questa che vi ho raccontato. Mi ritengo un ragazzo semplice, umile, con una forte passione per la letteratura, per la poesia, la scrittura e che semplicemente grazie alla sua forza di volontà è riuscito a realizzare il suo piccolo grande sogno.  

Quando nasce l’interesse per la poesia.

Sin da bambino ho sempre avuto una forte attrazione per i libri. Preferivo dei libri alle solite macchinine. La vera passione per la poesia però è nata nei primi anni adolescenziali quando ho cominciato a scrivere le mie prime poesie. Spesso compravo dei libri e, seduto all’ombra di un albero, a me molto caro, il salice piangente, restavo ore ed ore a leggere, scrivere. Mi distaccavo dal mondo per volare grazie alla forza della poesia in un altro mondo, il mio, solo mio.  

E’ autore del testo “All’ombra del salice piangente” di che cosa parla?

All’ombra del salice piangente è il mio libro d’esordio nel mondo della poesia. Pubblicato nel 2013, con la casa editrice Delta 3 di Silvio Sallicandro, ho avuto l’onore di aver come curatore delle mie liriche il Professore Paolo Saggese, grande studioso e grande uomo. Questo volume è una raccolta di liriche ed essendo una parte di esse liriche religiose ho avuto il privilegio di avere la prefazione del Vescovo di Avellino Mons. Francesco Marino. Essendo io per mia indole un sognatore, non potevano mancare nella mia raccolta liriche d’amore, ritrovato, perduto. Liriche di fede, di speranza, di dolore, di morte, di solitudine, di fratellanza, di disperazione ecc. Un’attenta riflessione è dedicata anche alla tematica sociale e al degrado morale.

Qual è l’obiettivo della poesia nella  società attuale.

Oggi come oggi possiamo tranquillamente affermare che il poeta, e di conseguenza la poesia, non se la passano poi tanto bene. Per quanto riguarda la mia esperienza, io credo fermamente che l’obbiettivo della poesia sia quello di arrivare al cuore della gente che potrebbe sembrare semplice ma in realtà non lo è. Essere poeta oggi vuol dire a mio avviso caricarsi di una forte responsabilità, non dimentichiamo che il vero poeta è innanzitutto testimone del suo tempo. La poesia dovrebbe aprire dibattiti, stimolare riflessioni. Spesso sono stato invitato nelle scuole a parlare di poesia e personalmente ho sempre focalizzato la mia attenzione sul suo ruolo formativo direi educativo che ha la poesia.

Perché i giovani non sono attratti dalla poesia?

È vero, purtroppo i giovani di oggi non sono attratti dalla poesia. Io direi che non sono attratti non solo dalla poesia ma dal libro in genere. Però essendo io giovane, voglio dare loro un valido aiuto, non una giustificazione. I giovani di oggi, diciamo, sono distratti dallo scorrere frenetico della vita e dedicano poco tempo alla lettura. Penso che questo sia sostanzialmente il vero problema. Per questo il poeta, lo scrittore nelle sue opere deve cercare di arrivare al cuore della gente. Ognuno di noi dovrebbe sforzarsi ancora di più per far comprendere ai giovani che la lettura, lo studio, sono alla base di tutto. Io spero di cuore che i giovani si avvicinino di nuovo ai libri e di conseguenza alla poesia.

Quali i suoi prossimi impegni.

Per quanto riguarda la mia attività letteraria, posso dire che attualmente è un momento molto prolifico per me. Sto lavorando su due fronti, quello poetico e quello narrativo. Per quanto riguarda la poesia, ho quasi terminato la seconda raccolta di liriche il cui titolo sarà “L’ingenua debolezza”. Per quanto riguarda il fronte narrativo, ho scritto una serie di racconti dove protagonista è il dolore in tutte le sue forme. Ne è venuta fuori una raccolta di racconti molto commoventi e toccanti. Oltre ai racconti sto lavorando anche su un romanzo d’amore il cui titolo sarà Il pianto di una rosa baciata dal mare, ambientato a Serra di Pratola, un piccolo paesino dove sono cresciuto. Questi sono un po’ i progetti futuri. Ultimamente ho scritto un libro che verrà pubblicato nei prossimi mesi dedicato ad un umile frate: Padre Pio. È un lavoro minuzioso e dettagliato che ci svela particolari della vita del frate. Il titolo è: Padre Pio da Pietrelcina: un sorriso pieno d’amore intriso di dolore. Per questo volume ho avuto l’onore di ricevere la prefazione da Padre Rosario Perucatti, egli stesso appartenente all’ordine dei frati minori cappuccini.

Grazie per l’intervista e buon lavoro.

Giovanni Moschella

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