A COLLOQUIO CON EMANUELA CURATO di Giovanni Moschella

 

Ci parli dei suoi studi e della sua formazione

Ho sempre amato l’Arte sin da piccola e tutti i miei percorsi di studio sono stati orientati in questo senso.

Ho frequentato l’Istituto d’Arte di Avellino e mi sono diplomata in Grafica Pubblicitaria e Fotografia, negli stessi anni ho iniziato a studiare pianoforte classico con un maestro privato,  canto lirico, dapprima presso l’associazione “filarmonica Irpina” e successivamente con una cantante del coro del teatro San Carlo di Napoli.

Dopo il diploma mi sono spostata a Roma, dove ho intrapreso lo studio del pianoforte jazz e lo studio dei primi rudimenti del violino, ho continuato a cantare con il “Choro Romani Cantores” (repertorio di musica barocca) e nel contempo mi sono laureata in Organizzazione di Eventi al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo – Facoltà di Lettere e Filosofia, Roma Tre) con una tesi di ricerca storico- musicale. Successivamente ho frequentato  il  Seminario di formazione “ Educare alla cittadinanza attraverso la musica” organizzato dall’ Università Roma Tre in collaborazione con il  Conservatorio S.Cecilia   e nel 2015  ho conseguito  la certificazione di Pianoforte presso ABRSM (Associated Board of the Royal Schools of Music ) che ha sede a Londra.

 

Quando ha inizio l’interesse per la musica e il canto?

Non ricordo esattamente quando ho iniziato a provare un vero e proprio interesse per la musica … la mia mamma mi ha sempre raccontato che sin  da piccola appena sentivo la musica  avevo l’irrefrenabile bisogno di canticchiare muovendomi a ritmo. Di conseguenza non ho coscienza di un momento specifico in cui ho “deciso” di fare musica … l’ho sempre vissuta come un’esperienza naturale che è cresciuta negli anni.

 

Che cosa ne pensa dei Talent ?

Dei talent si è detto tutto … Io credo che la formula dei Talent non faccia bene  alla musica perché i ragazzi che vi partecipano di punto in bianco si ritrovano nel calderone televisivo , viene sfruttata per un tempo limitato la loro immagine, la loro storia artistica e dopo il boom mediatico nel giro di due o tre anni vengono buttati nel dimenticatoio come artisti già “vecchi” e parliamo di ragazzi che hanno in media 25 anni !!!  Nello specifico sono contraria ai talent in cui si esibiscono bambini … trovo che quella sia una vera e propria “violenza” che rispecchia il bisogno di  esibizionismo dei grandi. Sfruttare l’immagine tenera di un bambino per accalappiare il consenso del pubblico è puro egoismo e non aiuta di certo a trasmettere ai nostri piccoli l’amore per la musica che a quell’età dev’essere veicolato SOLO attraverso il gioco e non certo attraverso una competizione.

 

Tra poco ha inizio il Festival di Sanremo, come è cambiata la musica con gli anni?

La musica, quella autentica, non è mai cambiata.

Cambiano i mezzi, cambiano le sonorità ma la musica quella vera nasce e si sviluppa sempre nello stesso modo cioè da emozioni, da estro artistico e sicuramente  non può mancare una solida preparazione alla base.

Non possiamo pensare che Sanremo sia la vetrina giusta per comprendere i cambiamenti della musica in Italia, Sanremo è il frutto di scelte editoriali che poco hanno a che fare con la musica vera e propria.

Di fatto per conoscere la musica italiana, ciò che gravita nel sottobosco intendo, bisogna “ sporcarsi le mani”, vivere e frequentare i locali sempre più rari, piccoli luoghi in cui spesso si incontrano musicisti validi e con idee artistiche davvero interessanti.

 

Quali i suoi prossimi impegni.

Prima di tutto studio, non ho mai smesso, credo che sia fondamentale.

Mi sto dedicando all’insegnamento e nel contempo lavoro alla stesura di canzoni mie. E poi chissà … la musica è una di quelle attività che ha la capacità di aprire il cuore e la mente sempre a nuove possibilità.

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