Aggressione al rider, serve più attenzione ai minori a rischio. La responsabilità è di tutti

Ennesimo episodio a carico di giovanissimi incuranti della Napoli tinta di rosso per un’epidemia che non lascia respiro

Ancora giovanissimi senza regole, senza remore, valori o senso di una vita se non quello della prevaricazione ai danni questa volta di un rider. Un rider insolito per l’età, un emblema delle difficoltà del mondo del lavoro oggi, ancor di più in questo periodo di crisi economica in ascesa. Si tratta di un uomo cinquantenne. per 27 anni macellaio all’Auchan di Mugnano, che a un certo punto ha ridimensionato i suoi dipendenti. Giovanni, senza lavoro a 52 anni, non si arrende, scende a cercare un lavoro pure precario, saltuario mal pagato, ma onesto, non diniega di mescolarsi tra i giovanissimi e, con uno scooter, consegnare cibo da asporto, ma diventa vittima di un agguato compiuto da 6 moschilli per sottrargli lo scooter. In era social una ripresa da un cellulare dell’accaduto diventa immediatamente virale. E, per fortuna, il popolo dei social di smuove, cresce l’indignazione, si attiva una raccolta fondi che, in poche ore, triplica il budget richiesto, quasi a voler risarcire per un reato che in fondo ci vede tutti colpevoli, inconsciamente, per aver perpetrato l’indifferenza rispetto ad episodi che rischiano di diventare norma.

Molte persone tendono all’assuefazione della coesistenza di due facce della stessa medaglia di una città troppe volte raccontata, maltrattata, considerata dai colori molteplici. Fiumi di parole su possibili soluzioni si sono spesi, l’episodio di ieri è emblema e apice di una voragine di responsabilità per ragazzi cresciuti per la delinquenza, per il malaffare, per la prevaricazione, per un guadagno facile, preteso.

La responsabilità genitoriale non è mai focalizzata come vero fulcro da prendere in carico. Così la scuola, che accoglie questi ragazzi in tenera età e dei quali già è riconoscibile il rischio, è impotente ad intervenire nel modo giusto, adeguato. Tanti fondi per le scuole ritenute a rischio per platea, che però non vanno quasi mai a segno, dispersi nei vari passaggi di un sistema che prevede tante e inutili figure, da perderci il focus. Il territorio, la politica, la Chiesa, gli enti coinvolti sono tutti corresponsabili per questi figli che crescono da soli senza veri esempi di valori altri.

Ma ognuno di noi dovrebbe riacquistare dignità e sdegno verso episodi che vanno fortemente condannati e relegati ai margini, pretendere che lo Stato sia presente in questi luoghi, punendo con regole precise, costanti, ficcanti, allo stesso tempo mettendo in campo tutte le forze per recuperare e reintegrare chi sbaglia.

Non è cosa semplice, né immediata, non esiste una dicotomia tra il bianco e il nero senza sfumature devianti. Ma certo è che la politica della tolleranza, della giustifica a tutti i costi perché minori, troppo piccoli per seguire regole non insegnate – ma grandi abbastanza per delinquere – per evitare impegno, fatica a raggiungere lo scopo. Consentire murali, altarini alle giovani vittime di se stessi e del loro deviato comportamento, non fa che divulgare un cultura distorta da chi possa essere esempio.

Non possono esserci due culture in una stessa città, la cultura è e deve essere unica e condivisa per una comunità basata sul mutuo soccorso, sull’aiuto verso i più deboli, ma in modo che questi ultimi non utilizzino questa debolezza come alibi per permettersi di deviare o gli altri la utilizzino per girarsi dall’altra parte, piuttosto per essere tutti in prima linea ognuno nel proprio ambito.

Democrazia è partecipazione, cominciamo a farlo in modo attivo come è successo ieri dove i denigrati social hanno smosso coscienze assopite, sperando che non ci si fermi ad una donazione per poi delegare ad altri le soluzioni. Ognuno faccia la sua parte e fino in fondo decida da che parte stare in ogni gesto quotidiano, dal semplice parcheggio all’abusivo, alla difesa della legalità sempre e in ogni luogo.

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About Angela Ristaldo

Angela Ristaldo, giornalista pubblicista per inseguire una passione per il giornalismo nata tra i banchi di scuola come espediente didattico privilegiato per educare i ragazzi, anche in tenera età, all'autonomia di giudizio e al senso critico. Organizza da anni un giornale scolastico che spazia tra gli interessi dei ragazzi agli stimoli circostanti che la realtà propone. Laureata in Lingue è dal 2005 insegnante di scuola primaria per scelta, credendo fortemente nella scuola come veicolo e velivolo formativo di cultura: unica arma per essere vincente in questi tempi così cangianti e difficili. Amante dell’Arte, spazia nei suoi articoli, tra le più svariate tematiche dal sociale alla scuola senza mai perdere di vista la bellezza insita in tutte le cose se la si sa osservare e valutare.