Anno Domini 2020. La memoria contestata del Giorno del Ricordo

Si avvicina l’appuntamento con la solennità civile nazionale del Giorno del Ricordo per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale, istituito con la Legge n.92 del 30 marzo 2004

Una solennità che purtroppo ogni anno è causa di polemiche strumentali, che cercano di negare o ridurre l’entità dei fatti accaduti, utili solo a dare visibilità a organizzazioni che evidentemente sono a corto di argomenti per affermare la propria esistenza,. Ogni anno si perde di vista la questione, per superficialità, malafede e tornaconti di parte, relegando i fatti che coinvolsero il confine orientale e le vittime delle foibe a un sottofondo silenzioso. Gli esuli aspettano che la storia sia scritta per bene e quindi non basta ricordare ma bisogna prima conoscere.

Purtroppo i social danno voce, e lo sappiamo bene, a chiunque abbia una opinione, indipendentemente dalla conoscenza dei fatti che avvennero e che gettarono sul futuro di tanti italiani l’ignominia vergognosa di essere di troppo qui nell’Italia che attendeva solo la pace postbellica. Ma così succede oggi su ogni questione, purtroppo.

D’altra parte, il fatto che se ne parli in qualche modo accende l’interesse di chi invece è animato dal desiderio di conoscere la verità. E fortunatamente in molti istituti scolastici si celebra la Giornata del Ricordo.

L’Istituto Comprensivo Adelaide Ristori di Napoli ha preparato un incontro proprio per il 10 febbraio dal titolo “Giorno del ricordo 2020…quella linea tra due mondi” in cui incontrerò, in rappresentanza della redazione di WWWITALIA, gli alunni e i docenti per suggerire delle riflessioni sull’argomento. Ad organizzare la mattinata i docenti Angela Ristaldo e Innocenzo Calzone, responsabili del giornalino dell’Istituto Ristoriamoci.

È la dirigente scolastica Immacolata Iadicicco a spiegare il motivo di questa iniziativa.

«Ringrazio la professoressa Davide che ha raccolto l’invito della nostra scuola, Adelaide Ristori di Napoli, per un confronto con i ragazzi nel giorno del Ricordo.

I tragici fatti avvenuti lungo i confini nord orientali del nostro Paese necessitano di una narrazione attenta e priva di strumentalizzazioni politiche fuorvianti.

Gli eccidi e la crudeltà non possono avere mai alcuna giustificazione e, tantomeno, essere taciuti. È necessario che la nostra memoria storica si confronti con questa pagina oscura di dolore e di silenzio.»

Nonostante la legge inviti le scuole a organizzare iniziative in questa giornata, non tutte si fanno carico di questa buona prassi forse perché non sanno come spiegare tante cose o non le hanno focalizzate appieno.

È per questo motivo che chi ama il nostro Paese e ne conosce la storia non deve stancarsi di raccontarne le cose belle e anche le cose brutte, quelle di cui siamo stati protagonisti come vittime o come carnefici, non dimenticando di leggerne senza paura tutte le pagine, per ritrovare una memoria condivisa e pacificata anche con i paesi con cui eravamo in guerra. Ricordando soprattutto che la guerra è finita!

Per quanto riguarda poi l’approfondimento sulla storia di cui parliamo, c’è un posto a Trieste molto interessante, che vale la pena di essere visitato. Chi vi entra capirà. Simone Cristicchi lo rese noto a tutti divulgando l’esistenza di quello che potremmo definire un sacrario della vita quotidiana di un popolo in esodo.

La pagina Facebook Irci Istria Fiume Dalmazia, pagina ufficiale dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, ci ha aggiornato sul futuro delle masserizie del Magazzino 18 che, come avevamo annunciato, cambieranno collocazione.

«Stiamo lavorando per poter effettuare lo spostamento delle Masserizie del Magazzino 18 al Polo Museale del Magazzino 26 così da rendere lo spazio accessibile a più persone possibile. Sarà un allestimento essenziale, con i muri al grezzo e luci soffuse, per rispettare l’atmosfera originale», ha dichiarato qualche giorno fa l’Assessore alla Cultura del comune di Trieste  Giorgio Rossi. Grazie all’Irci, diretto da Paolo Delbello, questo Magazzino ha raccontato la storia dimenticata di tanti esuli.

Come l’ANVGD, Associazione Venezia Giulia Dalmazia, presieduta da Renzo Codarin, e la Federesuli presieduta da Antonio Ballarin, promuovono continuamente sui territori iniziative volte a diffondere la conoscenza e la memoria di questa storia.

Ed è Piero Delbello a ricordare sempre sulla pagina Facebook: «Questo insieme di masserizie vecchie e massacrate sono un caso unico nel mondo. Quando anni fa vennero qui i rappresentanti degli esuli dei sudeti, un’altra storia per certi versi parallela, un’altra storia terribile, guardando le masserizie dissero: “Queste cose siamo noi, con queste cose voi raccontate la vostra storia ma, allo stesso tempo, raccontate anche la nostra storia”, ed anche quella di tanti altri esodi, ecco perché – conclude il direttore – questi oggetti hanno un carico simbolico che va oltre e, se noi ragioniamo in questi termini, capiamo quanto sono importanti le masserizie».

E, in una nota diramata alla stampa, il presidente Codarin afferma «Il Giorno del Ricordo 2020 segna ulteriori significativi passi avanti affinché la tragedia delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e del reinserimento di 350.000 istriani, fiumani e dalmati in una nuova residenza, spesso anche al di fuori dei confini d’Italia, diventi patrimonio della comunità nazionale sempre più condiviso.

Purtroppo registriamo il persistere nelle giornate a ridosso del 10 febbraio di iniziative dal carattere ambiguo se non addirittura giustificazionista, le quali cercano di ridimensionare quanto patito dalla comunità italiana autoctona dell’Adriatico orientale a partire dai provvedimenti legislativi asburgici per giungere all’annessione alla Jugoslavia nazionalcomunista di Tito passando per le stragi consumatesi nelle foibe, nelle marce forzate dei deportati, nei campi di concentramento titini e a Vergarolla.

Conforta vedere che il Quirinale abbia inteso organizzare un Concerto del Ricordo alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, simbolo dello Stato e dell’unità degli italiani, e che i presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati abbiamo deciso di assistere assieme alla cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo nell’ambito dell’emiciclo di Palazzo Madama.

E così anche nel territorio consigli comunali e regionali, istituzioni scolastiche ed associazioni culturali coinvolgono i ricercatori afferenti alle sigle della diaspora adriatica ed i testimoni ancora lucidi che possono raccontare lo sradicamento, l’esodo, i Centri Raccolta Profughi e le difficoltà riscontrate nel costruirsi una nuova esistenza. Si può pertanto riscontrare come, dai luoghi maggiormente rappresentativi dello Stato italiano fino alle comunità locali, il Giorno del Ricordo stia diventando una ricorrenza sempre più sentita e compresa dagli italiani e dai loro rappresentanti nei consessi elettivi. Intensificando questo tipo di iniziative che riscuotono una crescente attenzione, rimane l’obiettivo di sensibilizzare riguardo tali tematiche anche l’opinione pubblica delle regioni in cui le sofferenze del popolo giuliano-dalmata si consumarono.

L’atteggiamento ambiguo da parte di Fiume capitale europea della cultura 2020 nei confronti della sua matrice italiana e la reticenza delle istituzioni slovene e croate a voler riconoscere le stragi delle foibe avvenuti nei territori che oggi fanno parte dei loro Stati stridono con le riesumazioni degli italiani fucilati nel maggio 1945 e sepolti in fosse comuni a Castua e a Ossero, che è stato possibile effettuare in concordia con le autorità di Zagabria. Un significativo passo ufficiale verso il riconoscimento di quanto patito dall’italianità adriatica risiede in una visita congiunta dei capi di Stato italiano, sloveno e croato al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza ed auspichiamo che ciò possa avvenire contestualmente alla consegna dell’ex Balkan alla minoranza slovena, rinnovando così lo spirito del Concerto dei tre Presidenti.»

©Riproduzione riservata WWWITALIA

WhatsApp Image 2020-02-05 at 00.13.43 (1)

Print Friendly, PDF & Email

About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.