Anno scolastico. Come iniziare bene
Settembre è il mese dei nuovi inizi, dei nuovi propositi, delle nuove speranze, inizio di un nuovo anno scolastico per i giovani e giovanissimi che dirotteranno il futuro di questo mondo. La scuola è un passaggio, prima obbligato, poi di scelta per fornirti la idonea attrezzatura per vivere in modo consapevole e responsabile. Di anno in anno, in barba al suo ruolo fondante, la scuola viene impoverita del suo valore, i dimensionamenti in primis e la destrutturalizzazione della comunità educante grazie a una gestione puramente piramidale e gerarchica con vassalli e valvassori, con atteggiamenti da coporalato, non fanno che denaturalizzare la vocazione comunitaria che una scuola, composta da persone, deve avere. Per comunità educante si intende tutte le componenti le risorse umane che compongono ogni istituto scolastico. Due sono le strade che possono essere intraprese per gestire una scuola: quella appunto puramente gerarchica, che dall’alto impone regole e dettami spesso meramente burocratici, che non fanno che irrigidire le procedure e non pragmatici, o quella invece comunitaria, dove tutte le componenti, parte di un tutto, vengono ascoltate e partecipano all’organizzazione funzionale e sostenibile di ogni istituto. Il tutto passa attraverso le interrelazioni umane che non possono prescindere dalla stima, dalla biunivoca fiducia come base solida di un rapporto proficuo. Scegliere la prima strada porta a un malessere di tutte le componenti e a una estraneazione e disaffezione della comunità stessa. Un lavoro delicato come quello dell’insegnante, che deve interagire con giovani menti, ognuna con il proprio vissuto variegato, presuppone una passione di fondo, un’empatia che permette un interscambio di conoscenza, formazione e biunivoca crescita. Anche nel mondo realmente aziendalistico si sta tornando a una gestione comunitaria per trarre maggior profitto ed affezione dei dipendenti alla stessa azienda. Un buon dirigente, che metta in atto una scuola comunitaria, può fare la differenza creando un ambiente di lavoro sereno, collaborativo, accogliente e dove prevale l’ascolto reciproco. La scuola ha bisogno di tornare alle sue origini se vuole essere proficua, credibile, necessaria ed amata.
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