Barbie “influencer” di buone aspirazioni per le donne di domani

Soldatini, fucili, macchinine, trenini per i maschietti, bambolotti, carrozzini, ferri da stiro, stoviglie per le bambine, questi erano i giocattoli dei piccoli dagli anni ’50 in poi. Giocattoli che delineavano un profilo di genere e che in qualche modo influenzavano le aspirazioni dei piccoli su quale ruolo dovessero assumere da grandi. Non tanto lontano dagli uomini della caverna, dove l’uomo era cacciatore e difesa della donna che accudiva il fuoco e i piccoli.

Non la pensava così Ruth Mosko Handler (1916-2002), imprenditrice americana, che con suo marito mise sul mercato la Barbie alla fine degli anni ’50. Ispirata ad una bambola tedesca, infatti nel 1959 Ruth immette sul mercato una bambola con il seno. Sebbene le misure fossero irreali, Ruth credeva che fosse importante che le bimbe avessero una bambola donna formata e non neonato, così da innescare in loro la loro idea del futuro.

“La mia idea filosofica di Barbie era che le bambine, attraverso la bambola, potessero essere tutto ciò che desiderassero e volessero diventare.” Sosteneva Ruth Handler, lei stessa, per i tempi, all’avanguardia nell’affermazione della donna nel mondo del lavoro. Casa ed accessori di Barbie, donnine perfette, fanno il loro corso nel grande business che presto si espande nei desideri di ogni bambina di quegli anni.

Ma dalla Barbie in versione casalinga con le sue case e oggettistica di ogni particolare, alla fine degli anni ’70 anche la Barbie si evolve e si veste dei panni di donne lavoratrici.  Lo scopo era Ispirare il potenziale infinito di ogni bambina, almeno nelle aspirazioni, l’idea di educare le bimbe a fantasticare sul loro possibile futuro non relegato al solo ruolo di moglie e madre.

Si innesca in loro l’idea di poter scegliere chi essere.

Più di 200 professioni personifica la Barbie, la sempre giovane e modellata, ma con un potenziale infinito su un ventaglio di possibilità di carriera e di realizzazioni di sogni e passioni. L’idea rivoluzionaria di Ruth continua ed oggi l’ultima Barbie immessa sul mercato è la vulcanologa presentata l’11 settembre scorso dal dipartimento di Ingegneria della Federico II di Napoli a San Giovanni a Teduccio (NA), dalla Mattel in collaborazione con il National Geographic, al cospetto di piccole bimbe e bimbi di due scuole di Napoli.  A presentare la professione di vulcanologa una deliziosa Barbie in carne ed ossa, Arianna Soldati, che ha raccontato la sua passione per i vulcani e il suo sogno di diventarne studiosa sin dall’età di tre anni. Un esempio positivo per le bambine per accendere in loro un’emulazione a seguire le proprie passioni individuali e non a chiuderle in un cassetto assumendo un ruolo subalterno di donna a metà dipendente magari da un uomo.

Queste sono le ‘influencer’ che ci piacciono anche attraverso una bambola nelle mani di una piccola donna in crescita che si educa all’idea concreta che la donna possa scegliere chi diventare o almeno sognarlo. Immaginare di poter essere tutto è solo l’inizio. Vedere che ciò sia possibile fa la differenza.

Anche la Barbie si evolve negli anni. Incentrata all’inizio solo su cosa possiede, è passata a mostrare chi è ed ancora oggi vuole personificare cosa ispira. E’ questa l’ultima sfida intrapresa dalla Mattel: Barbie accende i riflettori su tante donne uniche con l’obiettivo di ispirare le bambine e lasciare che per il loro futuro sognino più in grande che mai. Le Role models sono ispirate a donne che in qualche modo sono state fonte di ispirazione e si sono distinte per la loro peculiarità. Al 60esimo anniversario della Barbie il nuovo brand si ispira a donne Sheroes: 20 inedite bambole ispirate appunto a role-model provenienti da 18 paesi diversi e di un’età compresa tra i 19 e gli 85 anni.

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Tra le eroine che la Mattel ha deciso di omaggiare in versione Barbie spiccano l’attrice e modella attivista Yara Shahidi, la superstar del tennis Naomi Osaka, la supermodella femminista Adwoa Aboah e anche la chef italiana Rosanna Marziale. E ancora donne che si sono distinte nei vari sport, nel mondo dello spettacolo, ma anche della ricerca.

Bisogna comunque guardare in positivo all’etica imprenditoriale che ha per scopo di ispirare il potenziale infinito di ogni bambina, mai come oggi si avverte il bisogno di educare le nostre bambine ad avere autostima e a riconoscere e mettere in luce sin da piccole il loro potenziale o quantomeno a permetterle di sognare e proiettarsi nel futuro potendo scegliere chi diventare o almeno provarci.

Angela Ristaldo

Angela Ristaldo

Angela Ristaldo

Laureata in Lingue e letterature straniere ed abilitata alla scuola secondaria, ha assunto il ruolo nella scuola Primaria e per scelta ci è rimasta. Attualmente insegna in un Istituto Comprensivo di Napoli, una scuola ritenuta, per platea, a rischio, ma l’unico rischio riscontrato è di non educare questi ragazzi che vivono il disagio, alla bellezza che esiste nel reale e in questa controversa città. Dal 2005 dirige con un collega, un giornale scolastico ‘Ristoriamoci’ con una redazione mista di ragazzi dai 9 ai 13 anni che raccontano la realtà e la loro esperienza dal proprio punto di vista spesso non richiesto e non ascoltato, che invece riserva sempre sorprese e meraviglia per osservare la realtà da un’angolazione ancora fresca e non inquinata da ingombranti sovrastrutture. Da qui l’interesse per il giornalismo. Ha scritto per diverse testate online locali e nazionali. I suoi interessi vanno dall’Arte al sociale e ad eventi culturali in genere con un’inclinazione a raccontare il nostro di Napoli spesso maltrattato per preconcetti e mezze verità.

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