Bergamo-Lampedusa, luoghi&legami

L’occasione di questo percorso nasce dalla disponibilità della mostra Lampedusa realizzata da un gruppo di studenti del Cycle d’Urbanisme, École Urbaine de Sciences Po, Parigi in seguito al workshop svoltosi a Lampedusa nel 2016, ed esposta nell’estate seguente al Pavillon de l’Arsenal di Parigi e nel maggio 2017 alla Biennale dello Spazio Pubblico di Roma.

La pubblicazione dell’articolo Luoghi e legami: cosa impariamo da Lampedusa di Marco Cremaschi (in pubblicazione su Contesti. Città, territori, progetti, 3-4 2017, Rivista di urbanistica, pianificazione del territorio e studi urbani del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.) ci ha suggerito i concetti scientifici e politici su cui impostare questo lavoro.

Lampedusa, territorio insulare e isolato, ospita ogni anno migliaia di turisti e, allo stesso tempo, accoglie migliaia di migranti provenienti dalle coste africane per i quali rappresenta una tappa del viaggio verso l’Europa.

Una località ai margini dell’Italia può diventare caso emblematico di come un luogo si trasformi quando è attraversato/abitato da soggetti “imprevisti” e di come locale e globale si intreccino rivelando fragilità e potenzialità di un territorio.

Dare conto di questo lavoro, attraverso l’esposizione della mostra, una conferenza, un ciclo di incontri, può aiutarci a leggere la presenza di migranti con uno sguardo che vada al di là delle consuete immagini dell’emergenza degli sbarchi e può fornirci chiavi di lettura anche su ciò che avviene più vicino a noi

Capire come cambia il tessuto urbanistico, economico, sociale, culturale, quali elementi di rottura e nuove ricomposizioni sono in atto, quali conflitti e quali risorse agiscono negli spazi e nelle relazioni della vita quotidiana può permetterci di operare scelte per il futuro che favoriscano processi di comunicazione e scambio, nuove politiche di accoglienza e inclusione.

“Lampedusa è un caso emblematico di come un’isola si trasforma e accoglie le persone provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo. – spiega la Presidente del Consiglio Comunale Marzia MarchesiL’immigrazione è una questione che può far paura, non dobbiamo negarlo, tuttavia è impossibile bloccare il fenomeno. Le persone si sono sempre spostate alla ricerca di un luogo migliore che possa permettere loro di realizzare una vita felice. Se vogliamo davvero governare il fenomeno e far sì che la convivenza tra le persone sia pacifica e reciprocamente profittevole, occorre conoscerlo. Ecco che questa mostra, questo incontro e quelli che seguiranno al Centro Serughetti – La Porta si collocano proprio in questa dimensione. Il fenomeno migratorio coinvolge tutti gli ambiti dell’amministrazione pubblica: dalla scuola alle politiche sociali, dall’urbanistica alla comunicazione, dalla cultura all’anagrafe e così via. Il motivo è banale: stiamo parlando di persone che hanno sogni, necessità e impegni che riguardano la vita in generale.
Quest’incontro è molto utile per tutti, amministratori e cittadini. Oggi Bergamo è una città multiculturale, multilinguistica e multireligiosa. Lo è nei fatti, nessuno può negarlo, come è ben documntato nel Rapporto Immigrazione 2017 dell’Agenzia per l’Integrazione di Bergamo, stilato dal sociologo Eugenio Torrese.”

Bergamo può imparare da Lampedusa? è la domanda, forse un po’ paradossale, che poniamo venerdì 2 febbraio alle ore 18,00, in occasione dell’inaugurazione della mostra, a Marco Cremaschi, direttore scientifico del Cycle d’Urbanisme, École Urbaine de Sciences Po di Parigi e a Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo. Le domande che rivolgeremo loro ci aiuteranno a capire se e come le politiche della città possano costruire spazi di inclusione e una città accogliente, quali opportunità e quali vincoli determino questo processo.

Il ciclo di incontri a cui abbiamo assegnato il titolo Le città e i migranti: sguardi su Bergamo si svolge nei tre mercoledì successivi, il 7 febbraio, il 14 febbraio, il 21 febbraio presso la sala Fondazione Serughetti La Porta.

Abbiamo scelto tre spazi di relazione nella città senza alcun criterio di esaustività ma come luoghi che oggi ci paiono “in prima linea” e in trasformazione: gli spazi urbani, gli spazi educativi, gli spazi e i servizi specificamente dedicati ai migranti. L’intenzione è di proseguire il ragionamento in ulteriori percorsi anche a partire dall’ascolto dei bisogni delle cooperative che gestiscono l’accoglienza.

In ciascuno di questi incontri una voce “esperta” dialoga con un’esperienza della città di Bergamo e con la sua amministrazione.

L’esperienza di Lampedusa, infatti, mostra come in laboratorio, soprattutto se osservata a distanza, come la presenza dei migranti (nelle varie fasi della loro presenza) modifichi e interroghi gli spazi, le relazioni, il lavoro, gli spazi urbani, le scuole, i mercati…..

La convinzione che ci troviamo di fronte a una trasformazione irreversibile e di lunga durata che occorre affrontare con lungimiranza e capacità progettuale è stato il dato di partenza nella costruzione di questo percorso, convinzione condivisa con l’amministrazione comunale che ci ha fortemente appoggiato e che si è messa in gioco e in dialogo con noi, ma anche con le Cooperative che gestiscono gli spazi per l’accoglienza e i servizi ai migranti.

L’Istituto Pesenti si è lasciato coinvolgere con l’entusiasmo con cui da sempre sa accettare le proposte della città. Quattro classi dell’Istituto visiteranno la mostra guidati da Davide Cornago, urbanista bergamasco che ha collaborato con Marco Cremaschi nella gestione dell’workshop a Lampedusa, e incontreranno sabato 3 febbraio Marco Cremaschi in una conversazione introduttiva ai contenuti della mostra. Alcuni ragazzi hanno raccontato il loro viaggio verso l’Europa in un video che verrà mostrato in mostra.

La mostra è visitabile negli orari indicati ma è possibile e consigliato, soprattutto alle classi e ai gruppi, prenotare una visita guidata che sarà condotta da Davide Cornago.

Un gruppo di architetti bergamaschi, guidati da Dario Frigoli, ha costruito un racconto fotografico sulla città abitata dai migranti. Il loro contributo verrà presentato in mostra.

Un gruppetto di richiedenti asilo ospitati nel Centro di accoglienza di Castagneta, gestito dalla Cooperativa Ruah, ci aiuteranno nella guardiania della mostra, e potranno raccontare a chi la visiterà il loro viaggio e la loro esperienza della città.

L’iniziativa ha ricevuto da subito il convinto sostegno della Presidente del Consiglio, Marzia Marchesi, e del Coordinamento Enti Locali per la pace. Senza il loro contributo non avremmo potuto realizzare molto.

Conf Cooperative ha dato la sua adesione partecipe e convinta. A tutti loro va il ringraziamento di ACLI, Moltefedi, Fondazione Serughetti La Porta, così come a tutti i volontari e le volontarie che ci hanno aiutato e ogni giorno operano, senza tanto clamore, perché la nostra città sia abitata serenamente da tutti e da tutte.

 

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.