Bruno prende vita nell’Info Point di Sistiana. Prossima destinazione il Museo di Storia Naturale di Trieste

Il più grande dinosauro completo italiano rivela l’esistenza di un vero e proprio Jurassic Park tutto italiano

Una esposizione da brividi quella che ha offerto ai visitatori nel mese di agosto la possibilità di vedere da vicino il dinosauro ritrovato nel giacimento di Aurisina, al villaggio del pescatore. Dopo la scoperta dell’adrosauro Antonio, che sovrastava materialmente l’ultimo arrivato e che è visibile al Museo di Storia Naturale di Trieste, ora è un altro Thetyshadros insularis, chiamato Bruno, a prendere la scena di fronte a bambini e turisti, rapiti dalla drammaticità della scena presentata dal corpo del dinosauro di ben 5 metri, schiacciato nella roccia.

Ad illustrare ai visitatori le fasi della scoperta e del recupero delle parti intatte dell’animale, vissuto 70 milioni di anni fa, Mario Francavilla, insieme ai colleghi della Cooperativa Gemina che gestisce il sito paleontologico e altri attrattori turistici della provincia triestina.

“Mi sono trovato a camminare davvero sul piano di roccia che tagliava la testa di Bruno, era difficile riconoscere quello che oggi grazie all’estrazione, alla pulitura e al restauro ricostruttivo della ZOIC si presenta oggi invece nelle sue forme reali”, spiega Francavilla con un occhio di riguardo ai più giovani e curiosi visitatori del centro,“ e tutto grazie anche a Bruno Zoccolato, l’operaio che si è accorto che si trattava di un dinosauro bloccando gli scavi per tempo, prima che potesse essere danneggiato (per questo il dinosauro ha preso il suo nome). Ciò ha dato la possibilità di recuperare tutti i singoli blocchetti che poi dovevano essere catalogati e restaurati. La cosa, però, prese più tempo di quanto ce ne fosse voluto per Antonio. Si era in attesa, infatti, di riuscire a tirare fuori la testa e la coda. La testa di recente finalmente è venuta fuori, dopo vent’anni dal ritrovamento delle altre parti e, pur mancando ancora la coda, che per la giacitura del fossile potrebbe avere qualsiasi andamento nella roccia, alla fine si è riusciti a completare il restauro”.

La ZOIC, azienda privata di Trieste, leader nel campo dell’estrazione e del restauro di fossili, che aveva restaurato anche l’allosauro Genny, che ora sta al museo di Storia Naturale di Napoli, si è fatta completamente carico dell’impresa rivelatasi molto difficile perché il corpo dell’animale, caduto in acque in ambiente asfittico, altamente vantaggioso per la fossilizzazione, però, ha subito, insieme ai sottilissimi strati di limo in cui era rimasto imprigionato, prima un ripiegamento verso l’alto, poi un rovesciamento su un fianco, poi un sollevamento cui è seguita la parziale erosione della roccia e di parte del fossile e, infine, la ricopertura da parte di ulteriori strati che hanno accolto il dinosauro Antonio.

Fortunatamente, la competenza dei tecnici che hanno avuto in cura il dinosauro ha restituito un esemplare davvero spettacolare, in cui, come avviene per tutti i restauri paleontologici che vanno in esposizione, le parti mancanti sono state ricostruite fedelmente.

“Tutto questo ci da la possibilità di divulgare le conoscenze su quello che era il passato geologico della nostra Terra”, ha aggiunto la guida, auspicando un più vivo interesse da parte delle istituzioni pubbliche perché questi ritrovamenti possano essere fruiti facilmente da tutti.

Bruno, infatti, dopo un periodo in cui dovrà affrontare il completamento del restauro prenderà il suo posto al fianco del fratello più giovane Antonio al Museo Hortis di Storia Naturale di Trieste.

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Dinosauro Bruno1

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.