CAMBIAMENTO E PROSPETTIVE IN ATTESA DI UN GOVERNO…

In attesa di una soluzione per la formazione di un governo in Italia, è lecito prendere in seria considerazione la voglia di cambiamento che queste elezioni hanno confermato, contro ogni ragionevole dubbio…

Solo sotto quest’ottica si può leggere, infatti, il successo elettorale del Movimento 5 Stelle.

A fronteggiarsi restano, e resteranno anche in un possibile governo di larghe intese, il M5S da una parte e il Partito Democratico e il Popolo delle Libertà dall’altra. I primi a testimoniare la rivolta, i secondi il sistema.

Con le dovute differenze, che vanno dalla concezione dello Stato e della società alla visione del futuro sia economico che più strettamente lavorativo e culturale del nostro Paese e che caratterizzano i due grandi partiti, questi rappresentano a pieno titolo la politica in Italia.

Alla politica fino ad oggi è stata affidata la democrazia. Qualsiasi altra forma di associazionismo non è stato considerato degno di occuparsi della tutela delle sorti della forma di partecipazione alla gestione dello Stato più elevata finora sperimentata su questa terra. Quando l’Italia stava per compiere un passo evolutivo, liberandosi della monarchia, ad affacciarsi sulla scena è stata una forma di governo certamente rivoluzionaria, ma tutt’altro che evoluta: quella della dittatura! Ora, credo che sia utile studiare la nostra storia e non solo sui libri di scuola, perché non dicono tutto e non dicono sempre il vero, purtroppo. Ma le fonti esistono e la lettura è semplice.

Questa storia ci insegna che le istanze popolari possono essere indirizzate, quando si può fare leva sulle coscienze a colpi di uscite d’effetto proposte da personalità carismatiche, verso le soluzioni più estremiste e lontane dal bene comune.

Senza nulla togliere alle legittime rivendicazioni del popolo, che per Costituzione è e rimane sovrano, la componente emotiva non dovrebbe farla da padrona quando, nelle cabine esprimiamo, con il nostro voto, non solo una preferenza, ma un’opzione che è frutto di una scelta di vita individuale. È lì, infatti, che diamo valore sociale al nostro essere.

Tuttavia, la democrazia prevede che sia la maggioranza a prendersi l’onere di formare un governo; mentre la capacità di governare tutto il Paese impone l’ascolto di tutte le componenti espresse democraticamente in Parlamento e che portano le loro istanze. A fare inceppare il sistema elettorale è stata, lo sappiamo, però, una pessima legge elettorale, che lascia spazi a risicatissime distanze tra chi vince e chi perde.

Così oggi, venerdì santo di passione, aspettiamo che si sciolga la gloria per accogliere, tutti un po’ scontenti, quello che ci verrà proposto, sperando che almeno questa volta si lavori sul serio per modificare questa legge e apportare radicali interventi di bonifica nel malcostume amministrativo che in questi anni ha stretto nella sua morsa la politica e l’economia italiana. E questo al di là della crisi.

                                                                                                           Eleonora Davide

29-03-2013

 

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