CANONE RAI: TASSA O GABELLA?

03-08-2013

Una gabella che ha perso il suo significato nel tempo, quella del canone Rai. Da sostegno al servizio pubblico è divenuto, nel tempo, tassa sull’apparecchio televisivo, poiché anche chi non volesse rivolgersi alla TV di Stato avrebbe potuto comunque usufruire del servizio offerto gratis dalle reti private, sostenute ampiamente dalla pubblicità.

Quindi, è divenuto una tassa sul diritto a guardare la televisone indipendentemente da chi trasmettesse. Va bene, si tratta di un servizio! Ora non si capisce per cosa si debba pagare, visto che, con l’improvvido avvento del digitale terrestre che ha promesso più (molto più) di quel che ha dato, molte persone sono rimaste escluse dal servizio, per la scarsa e cattiva copertura del segnale sul territorio nazionale a causa della sua conformazione morfologica. Queste persone hanno dovuto rivolgersi al servizio privato, ora tutt’altro che gratuito, offerto da colossi della comunicazione, che non basano il proprio sostegno sulla pubblicità (non solo almeno), e hanno dovuto farlo a caro prezzo. Poi c’è che questo nuovo sistema di sintonizzazione dei canali che costringe soprattutto le persone anziane a cimentarsi con due telecomandi e a sperimentare ancora e ancora la loro pazienza. Ora ci chiediamo, e senza voler sottrarci a un dovere civico: perché pagare? Su questo tema anche l’Adiconsum (Associazione nazionale di consumatori) ha preso posizione a sostegno di un’iniziativa che va seguita e sostenuta. Questa la dichiarazione del presidente Pietro Giordano:
“Anacronistico continuare a legare canone e apparecchio televisivo. NO all’evasione: il servizio pubblico radiotelevisivo è un bene indispensabile per la democrazia e il pluralismo. Adiconsum chiede di sedere al tavolo che verrà aperto sul canone.  Per Adiconsum il problema del canone dovrebbe essere discusso all’interno del Contratto di Servizio Rai. Adiconsum, condividendo l’analisi fatta dal viceministro allo Sviluppo Economico, Antonio Catricalà sulle orme di quanto avvenuto negli altri Paesi europei, ritiene oramai anacronistico il concetto di canone e di canone legato al possesso dell’apparecchio televisivo. Il superamento del canone e la sua trasformazione in tassa sui media deve portare alla definizione di precise indicazioni sulle modalità di pagamento, sulle esenzioni e sulle sanzioni, introducendo un sistema di contribuzione equo e proporzionale al reddito per garantire l’assenza di evasione e quindi con costi minori per le famiglie rispetto al vecchio canone.

Queste le proposte di Adiconsum sul Contratto di servizio Rai.

Per Adiconsum il Contratto di servizio Rai deve prevedere:

·       la possibilità di presentare reclami e di comminare sanzioni alla Rai in caso di inadempienza

·       la costituzione di un organismo paritetico Rai-Associazioni Consumatori per verificare il rispetto degli obblighi contrattuali e della qualità del servizio, gestire i reclami e risolvere gli eventuali contenziosi attraverso la procedura della conciliazione paritetica, sotto l’egida dell’Agcom

·       le modalità e i tempi per il passaggio alla trasmissione in DVB T2 visto che entro il 2015 saranno i decoder (interni ed esterni) in vendita per legge saranno solo con modalità T2

·       i programmi di alfabetizzazione informatica

·       la visione nel formato 16:9 di tutti i programmi di tutte le reti

·       la risoluzione di problematiche tecniche

·       l’ampliamento dei canali in HD e trasmissione di tutti i programmi in HD

la programmazione di trasmissioni di divulgazione delle attività svolte dalle Associazioni Consumatori.

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