Che cosa è l’Educazione Civica (Parte terza)

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Come viene presentata l’Educazione civica nelle linee guida del Ministero dell’istruzione?

L’Educazione civica non è una disciplina in senso tradizionale, ma – secondo le Linee guida – una “matrice valoriale” che orienta e raccorda verso la formazione civile i contenuti delle diverse discipline. Essa è dunque trasversale alle discipline stesse. In coerenza con questa impostazione, tutto il collegio docenti e i consigli di classe sono contitolari tale insegnamento. La responsabilità è collegiale. Due appaiono i criteri ispiratori di questi allegati: la gradualità che suggerisce di costruire un curricolo di educazione civica che muova dal sé e dall’ambiente immediato del bambino per giungere a più alti livelli di astrazione; l’operatività che sottolinea di non accumulare conoscenze, ma di utilizzare contenuti, metodi ed epistemologie delle diverse discipline per sviluppare competenze di carattere cognitivo, affettivo e sociale, avendo come orizzonte di riferimento una partecipazione sempre più attiva e consapevole alla vita pubblica.

Quali sono i nodi fondanti da affrontare?

Il nuovo insegnamento muove da un’idea certamente articolata e innovativa dell’Educazione civica, superandone la tradizionale marginalità e sottolineandone il ruolo centrale nella formazione di base. Importante appare anche la scelta di non farne una “disciplina” a sé, che risulterebbe inevitabilmente secondaria, ma una prospettiva di attraversamento e integrazione delle diverse discipline. Questo è un progetto ambizioso ma anche impegnativo, tanto che il Ministero ritiene di dover effettuare un monitoraggio pluriennale in relazione ai contenuti di Costituzione, istituzioni dell’UE, Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibileeducazione alla cittadinanza digitaleeducazione ambientaleeducazione alla legalitàeducazione al rispetto del patrimonio culturale, protezione civile, educazione stradale, educazione alla salute, volontariato. Le sfide più importanti secondo me per i docenti sono: la programmazione che deve seguire il principio della trasversalità, la gestione collegiale attraverso la contitolarità e i criteri e le modalità di valutazione. Queste tre tematiche sono strettamente connesse. Credo che solo una condivisione di obiettivi e traguardi trasversali possa consentire una valutazione che dovrà essere evidentemente impostata per competenze e dovrà anche essere capace di valutare la dimensione del comportamento.

Che cosa significa essere cittadini attivi?

Essere cittadini attivi nel senso dell’Unione Europea, vuol dire non solo conoscere le tappe e le linee fondamentali della normativa europea, ma anche le problematiche politiche ed economiche e i programmi di azione deliberati e finanziati dalle istituzioni europee. Gli allievi devono conoscere la costellazione dei diritti e delle opportunità che consentono di sentirsi insieme cittadini italiani e cittadini europei. Un testo fondamentale è la cosiddetta Carta di Nizza (2000), che dedica 54 articoli ai valori che caratterizzano i paesi aderenti all’UE (dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia). Questa Carta è stata inserita nel Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, che ha il rango di Costituzione dell’Unione europea. La partecipazione ai programmi europei costituisce una valida occasione per definire e realizzare con scuole di altri Paesi strategie didattiche finalizzate favorire tra i giovani il dialogo interculturale, con particolare riferimento alle problematiche civiche e sociali e alle norme che caratterizzano i diversi paesi, dalle rispettive costituzioni ai diversi statuti dei diritti e doveri degli studenti. Ci sono diversi modi per raggiungere una convivenza civile che non sia solo una coesistenza: sono processi a volte lunghi e complessi, ma non impossibili e si fondano sull’educazione alla cittadinanza comune. Il senso di appartenenza a una comunità condivisa si costruisce a partire dall’infanzia, nella famiglia e nella scuola.Per questo, oggi più che mai, in una realtà sempre più articolata e sfaccettata, c’è bisogno di creare fondamenta comuni che costituiscano la base per una nuova società, che comprenda le differenze, trasformandole in ricchezza e non in motivo di scontro. La conoscenza dell’altro è l’unica strada da percorrere, se si vogliono abbattere i pregiudizi e la condivisione di regole e principi comuni: il terreno migliore su cui realizza.

Ci potrebbe illustrare un percorso di Educazione civica alla scuola primaria in classe quinta?

Il percorso di educazione civica in classe quinta si snoda attraverso queste tematiche della Costituzione, dello sviluppo sostenibile e della cittadinanza digitale. Per ogni nucleo concettuale si propongono dei percorsi didattici, organizzati in tre punti: 1. La Costituzione, quindidiritto nazionale e internazionale, legalità e solidarietà. Si possono affrontare le tematiche della scuola al tempo del Covid, l’essere cittadini, i simboli della Repubblica e l’Italia in Europa. 2. Lo sviluppo sostenibile, pertanto l’educazione ambientale, la conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio. Lo scenario di riferimento è rappresentato dall’Agenda 2030 e dai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, In particolare è importante approfondire l’obiettivo 14, legato alla tutela dei mari e degli oceani, l’obiettivo 15, vita sulla Terra, proteggere la biodiversità, l’obiettivo 6, acqua per tutti, l’obiettivo 13, fermare il riscaldamento globale, portare all’attenzione degli studenti laGiornata internazionale della Terra e il mondo che vorrebbero. 3. La cittadinanza digitale, dunque il Manifesto della Comunicazione non Ostile e il potere delle parole, le tracce digitali, il quartiere digitale, i dati personali e il loro uso in rete, quali errori non bisogna commettere quando si naviga in internet, come diventare un “Super-cittadino digitale”, attività varie finalizzate alla raccolta delle informazioni relative alle competenze acquisite.

Come è stata vissuta l’Educazione civica nel periodo di pandemia?

Nel periodo caratterizzato da attività in presenza alternate a interventi in DAD e in DDI, è stato necessario adattare i percorsi alla classe in presenza o a distanza, in cui la condivisione di materiali, la ricerca e la realizzazione di contenuti multimediali, la produzione di materiali scaricabili, di presentazioni, di video portassero a creare sinergie didattiche nuove, efficaci, coinvolgenti per tutti gli alunni, coniugando mondo reale e virtuale. Attraverso le tematiche dell’Educazione Civica, sono stati proposte una serie di attività interdisciplinari con piattaforme differenti per stimolare la curiosità, attivare il ragionamento, accrescere lo spirito critico, veicolare le conoscenze attraverso giochi e sfide divertenti, responsabilizzare gli alunni su tematiche importanti e di grande attualità, allenare la fantasia. Durante il periodo della DAD e della DDI, è stato fondamentale anche integrare le attività con la didattica collaborativa e accanto alle richieste individuali sono state messe in campo attività di gruppo, che hanno riguardato la realizzazione di compiti di realtà. Sono state utilizzate diverse piattaforme per quiz e attività interattive per lo sviluppo della tutela della salute, della democrazia, dei diritti umani, della diversità e comprensione interculturale, dell’ambiente, delle risorse naturali, dell’economia e dei consumi per lo sviluppo globale.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).