Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri, recensione e intervista all’autore

Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri, di Marco P.L. Bernardi, Damster Edizioni, pp. 260, costo €15,00.

Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri è il titolo del romanzo giallo scritto da Marco P.L. Bernardi e vincitore di GialloFestival 2020. Di seguito riporto la motivazione della giuria.

L’Autore ha saputo ricostruire una Torino Anni Settanta a regola d’arte, con grande cura dei dettagli per non commettere anacronismi e cadere in incongruenze. 

Una storia ben costruita, stile asciutto e scorrevole. I personaggi sono ben delineati. L’avvocato Alfieri, in pensione, che risolve il caso costituisce un duo divertente con Beppegaribaldi, il suo pennuto, goloso e canterino uccello da compagnia. 

Recensione e intervista all’autore a cura di Maria Paola Battista

Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri è un romanzo giallo che a pagina ventisei, quando siamo appena all’apertura di un’indagine per omicidio, mi vede già coinvolta nell’inchiesta.

Eppure il suo incedere non è rapido né estenuante anzi composto da tanti diversi tasselli che inseriscono il giallo all’interno del romanzo. Il linguaggio utilizzato è così fluido, semplice e forbito che la trama si legge con estremo interesse. Il tono è pacato e questa caratteristica costituisce un pregio della narrazione. Presentare omicidi, indagini e lutti in tale maniera non affligge chi legge, anzi lo fa andare avanti di buona lena.

Le tante brevi pause che entrano in gioco accompagnando la vicenda principale non causano assolutamente il calo dell’attenzione del lettore quanto, piuttosto, sono utili per far comprendere il carattere del protagonista, il suo vissuto e i suoi interessi profondi nonché per attenuare la rigidità dell’investigatore e renderlo più “vicino” alla normalità.

Un personaggio che inizialmente è presentato in maniera quasi banale, nella sua quotidianità abbastanza usuale e che si accende piano piano.

La città in cui si svolge la trama è Torino, una bellissima città antica, austera, piena di storia e di cultura e lo scrittore, nato a Torino, riesce a coglierne ogni minuzioso dettaglio urbanistico e storico a partire dalle piazze e le fontane a finire ai caffè e ai ristoranti. Le descrizioni di alcuni ambienti ed esterni, rendono onore alla città ospite del romanzo. Siamo negli anni ’70.

I primi personaggi fanno capolino proprio nell’ambiente della città, reso torrido dal caldo estivo. Piacevoli descrizioni ci introducono il protagonista: l’avvocato Alfieri. È esperto, meticoloso, curioso e perspicace. In passato, prima del pensionamento, ha amichevolmente collaborato con la polizia nella risoluzione di casi di omicidio.

Il mistero dell’inchiesta lo attrae e lo stuzzica.

Ma oltre a questo ha tante altre passioni che il lettore scoprirà tramite i ricordi. La memoria non tradisce l’Avvocato e gli fa compagnia a tratti con una triste nostalgia, a momenti rinvigorendo la sua speranza. Pensa spesso alla sua vita e alle sue esperienze non sempre piacevoli e felici.

Uomo fedele all’amicizia e lungimirante.

Tra le sue doti credo che la lungimiranza sia quella che più lo aiuti a risolvere i casi.

Nel romanzo si parla molto di amicizia e leggendo le note biografiche dell’autore ho capito che molti interessi del protagonista coincidono con quelli dell’autore: i cantautori, la squadra del Torino che ebbe grande gloria e fu stroncata dalla tragedia di Superga avvenuta il 4 maggio 1949, alcune città come la sua Torino e Parigi e credo di aver intuito che parteggi per la libertà e le giuste cause.

La trama che egli ha costruito per il suo giallo è arguta, coinvolgente e sorprendente. Lo schema delle indagini prende forma con cautela, rispettando la prudenza di chi investiga. Immagini, forme e informazioni si collocano nella sua mente e fino a quando tutto non è spiegato l’avvocato Alfieri non molla la presa.

Mi auguro che Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri sia solo l’inizio di una lunga serie di indagini dell’Avvocato.

Intervista all’autore

Ho letto nelle sue note biografiche che ama scrivere. Quando ha deciso di mettere in pratica la sua passione?

Mi sono sempre dedicato alla scrittura e avevo questo libro giallo “nel cassetto”. Quando ho scoperto l’esistenza del concorso GialloFestival ho deciso di sottoporre il romanzo alla giuria. Mi piace la struttura del concorso GialloFestival che è organizzata sul modello del Premio Oscar: vi sono diverse nomination e mi affascinava l’idea che il romanzo fosse analizzato secondo vari aspetti. Così ho provato e devo dire che il romanzo ha ottenuto ottimi risultati essendo stato nominato per la miglior trama, la miglior ambientazione e il miglior romanzo in assoluto, che credo siano caratteristiche pertinenti. A quel punto ho iniziato a pensare a un minimo riconoscimento. Non osavo aspirare al miglior romanzo in assoluto perché la mia era un’opera di esordio mentre, con sommo stupore, ho avuto questa grande soddisfazione.

Effettivamente leggendo il suo giallo ho potuto riscontrare tutte le caratteristiche di un’opera che appartenga a tale genere. Più volte, infatti, durante la lettura mi sono chiesta come un esordiente avesse potuto fare un lavoro così preciso. Scrivere un giallo non è semplice. Ancora di più di un buon romanzo, tutto deve concludersi alla perfezione. Essendo la prima volta come mai ha scelto questo genere?

Nel mio caso l’idea gialla è stata quasi un pretesto per scrivere un romanzo. Intorno a quell’idea ho costruito tutto inserendo tante caratteristiche che mi affascinano della mia città, così come delle persone che ho conosciuto nella mia vita e che poi sono andate a confluire sia nella personalità dell’avvocato che in quella dei vari personaggi.

In effetti lei è partito dall’idea del giallo però poi vi ha inserito tutto il resto, capovolgendo le aspettative. Nel senso che poi è diventato un romanzo in cui è entrato il giallo. Giusto?

Correttissima interpretazione. Le dirò che effettivamente quando si scrive un giallo il rischio è non saper tirare le fila, lasciando qualcosa senza conclusione. Per cui, essendo la prima volta, ho cercato di essere rigoroso, costruendo una scaletta all’inizio che portasse le varie trame a confluire in un organico. Nel contempo ho anche lasciato delle situazioni aperte in modo da poterle riprendere nei seguiti. Infatti le anticipo di aver finito il secondo e di stare scrivendo il terzo capitolo delle indagini.

Bene, sono contenta. Infatti ho concluso la mia recensione nella speranza che il libro di cui stiamo parlando fosse solo l’inizio.

Quindi, come mi diceva in precedenza, il suo personaggio nasce dagli incontri, dalle sue esperienze e poi ci ha ricamato su per avere un “tipo” di investigatore che fosse come l’avvocato Alfieri?

Il pregio di un personaggio letterario è che può avere molte anime nella sua. La figura è familiare perché mio nonno era avvocato e mi piaceva che il protagonista fosse un avvocato. Qualcosa di mio nonno è confluito nel personaggio, come anche qualcosa dei miei genitori, di mia moglie (ad esempio l’amore per la cultura classica) e di me stesso come alcune mie passioni, l’amore per i libri, per l’antiquariato, per l’enigmistica o per la squadra del Toro. Prendendo un po’ da tutti, ho voluto anche creare due personaggi che sono molto simili ma anche diametralmente opposti per certi aspetti.

Credo che uno degli elementi che rende vincente il suo romanzo sia il fatto di averlo ambientato nella sua città natale, un luogo che lei conosce bene. Qual è il suo legame con Torino?

Io sono legato alla mia città, ci sono nato e, pur avendo vissuto in diversi luoghi, sono tornato qui. Quello che mi piace di Torino è che è una città dalle molte anime: si passa in un attimo dai castelli ai caffè eleganti del centro, ai quartieri popolari, al balon in cui ho ambientato alcune scene, alla collina in cui ci sono i grandi cancelli chiusi dietro ai quali vi sono le ville prestigiose.  Si mescolano le architetture, le ville liberty ma anche i palazzi di nuova costruzione. Il coinvolgimento della città di Torino ha avuto una duplice motivazione perché essa è sia il luogo geografico in cui è ambientato il romanzo sia il suo spazio temporale. Il romanzo prende vita negli anni ’70 in cui c’erano i quartieri che accoglievano le ondate migratorie con la mescolanza di provenienze e di abitudini diverse. Peraltro gli anni ’70 sono quelli della mia infanzia fatti di scoperte e di fascino, per cui desideravo che la storia avesse una tale ambientazione, permettendo di recuperare aspetti della città che poi nell’evolversi del tempo si sono persi. Spero che siano interessanti per chi li ha vissuti e per chi non li ha conosciuti e, soprattutto, che siano stati sviscerati in maniera compiuta nella narrazione.

Io trovo che ne abbia trattato la storia e l’urbanistica molto piacevolmente perché scrive delle varie zone delle città riuscendo a rappresentarla sia realisticamente che nella sua anima.

Torniamo a GialloFestival 2020. Credo che come esordiente si sia goduto ancora di più il premio. Ci racconta la sua esperienza?

È stato anche un po’ credere nei propri sogni. La premiazione è iniziata dalle categorie minori per poi arrivare al miglior romanzo assoluto. Man mano che venivano premiate le varie categorie minori e io non ero nominato, ovviamente il mio umore scendeva sempre di più, fino ad essere completamente a zero quando è stato premiato il miglior romanzo assoluto e rimaneva solo il primo posto. Poi, invece, c’è stata questa enorme soddisfazione, appagante, molto bella.

In conclusione, come mi anticipava, i casi dell’Avvocato Alfieri continueranno ad allietare e a divertire gli appassionati del genere.

Si, infatti, stiamo rileggendo e correggendo il secondo mentre sto scrivendo il terzo.

Benissimo, allora. Complimenti e lunga vita all’avvocato Alfieri.

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu