Cosa significa comunicare attraverso l’arte

Nel ruolo di insegnante, che svolgo da diversi anni, si ha la chiara percezione che la Comunicazione intesa come partecipazione, condivisione del proprio essere, non può e non deve essere una autocelebrazione fine a se stessa ma serve, fondamentalmente, per trasmettere sé. Soprattutto in un contesto, come quello scolastico, teso a consolidare o tentare di instaurare un rapporto più che una conoscenza, diventa prioritario percorrere una strada che permetta una esternazione di sé. Trasmettere la Sapienza, la forma estrema di conoscenza, come tentativo di connessione di sé con il tutto, con l’essenza del nostro esistere, con il significato del vivere. E l’arte, a suo modo, è una grande possibilità per trasmettere il significato del mondo, la vita dell’uomo, del suo quotidiano dimenarsi, il suo nesso con l’Uno. L’arte, così come ogni tipo di percorso, di “metodo” utilizzato, serve a far esprimere la nostra tensione, il nostro desiderio di felicità. I grandi artisti, ma anche i più piccoli, si sono cimentati, nel corso dei secoli, per dire, per trasmettere, per porsi. Insomma l’arte può, anzi deve, in termini di comunicazione appunto, esplicare i contenuti per stringere legami di esistenza, di umanità con l’altro.

Quindi, nell’insegnamento dell’arte, la questione è quella di trovare una modalità di lavoro che aiuti lo studente ad acquisire comprensione e abilità utilizzando se stesso come risorsa prioritaria.

Van Gogh

Perché farlo? Perché l’uomo ha consistenza nel dialogo, nella partecipazione alla vita e non può fare a meno di relazionarsi, di connettersi con il mondo per dire chi è. Un uomo, una donna, ancora di più un ragazzo. Questo salva, cioè rende la vita significativa. Senza domanda non c’è risposta, senza voce non c’è dialogo, senza segni non c’è comunicazione. L’uomo nel suo esistere comunica, parla, dice con la parola e/o con i segni, con lo sguardo, con gli occhi, con il disegno.

I giovani hanno bisogno di trovare un modo per esprimere sé, cercare un punto di fuga o di aggancio. La cultura dell’immagine forse non è ciò in cui alcuni trovano soddisfazione, altri però sì. I giovani di oggi cercano relazioni. L’arte, come strumento straordinario di comunicazione, forse ancor di più quella non figurativa o astratta suscita attrazione proprio perché mantiene quel velo di anonimato, di mistero, di non totale comprensione che tanto piace a chi già si pone di fronte alla realtà con il gomito davanti al volto o con il cappuccio per non svelarsi.

Del resto, “Le cose visibili sono uno spiraglio sull’invisibile”, suggerivano Democrito e anche Anassagora. E allora la comunicazione di sé, nella difficoltà o timidezza di esporsi è necessaria, indispensabile per rapportarsi ed ha, nell’arte, una strada ipotizzabile, attraversabile. A noi educatori la responsabilità di rendere tale strada percorribile, rispettandone la forma e i tempi.

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About Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine nella scuola Secondaria di I grado, è caporedattore di un giornale d'Istituto con ragazzi della scuola Primaria e Secondaria. Appassionato di calcio, arte e musica, vive a Napoli. Ha pubblicato diversi articoli in riviste di architettura e in ambito educativo-scolastico.