Criminologia. La tecnica della destabilizzazione

Il concetto di destabilizzazione ha radici complesse e può essere compreso mediante un approccio interdisciplinare e multifattoriale in relazione anche ai cambiamenti della politica internazionale, alla sicurezza globale e alle dinamiche di potere. Nelle trattative stato-mafia è un fenomeno sfaccettato che ha implicazioni di vasta portata per le strutture politiche e sociali. Comprendendo le dinamiche di questo processo e il suo impatto sulle istituzioni statali, i vertici non corrotti possono affrontare meglio le sfide poste dalla criminalità organizzata e lavorare per preservare lo stato di diritto. La destabilizzazione rappresenta l’elemento chiave nella trattativa tra lo Stato e la mafia, evidenziando come sia utilizzata da entrambe le parti per raggiungere i propri obiettivi e influenzare l’esito della trattativa. Le aree di ricerca, futura a mio parere, dovrebbero includere l’esplorazione del ruolo della tecnologia nella lotta alla destabilizzazione e lo sviluppo di metodologie per contrastare le tattiche di guerra dell’informazione utilizzate dalle organizzazioni criminali. Le strategie, messe in campo da stato e mafia per destabilizzarsi a vicenda nelle trattative, comprendono tattiche psicologiche, politiche, economiche e sociali volte a indebolire la posizione dell’avversario e ottenere vantaggi nella negoziazione. Vi sono ruoli specifici delle parti coinvolte, sono presenti motivazioni di ciascuna che influenzano le strategie adottate per destabilizzare l’altro. Naturalmente gli obiettivi generali della trattativa per lo stato riguardano la riduzione del potere e dell’influenza della mafia, il mantenimento dell’ordine pubblico e della legalità, o la ricerca di compromessi per risolvere conflitti senza ricorrere alla violenza. La destabilizzazione Stato-mafia è un concetto cruciale nella scienza politica che getta luce sulle complesse dinamiche tra organizzazioni criminali e autorità governative. Questo fenomeno comporta la manipolazione e la distorsione di documenti ufficiali, come statistiche sulla criminalità e documenti legali, da parte di gruppi mafiosi per promuovere i propri interessi e indebolire le istituzioni statali. Capire come si svolge questo processo è essenziale per i politici e le forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata e nel preservare lo stato di diritto.

Una teoria chiave che può aiutare a spiegare la destabilizzazione è il concetto di guerra dell’informazione, secondo cui le organizzazioni criminali si impegnano in campagne di disinformazione strategica per confondere e fuorviare i loro avversari, compresi funzionari governativi e forze dell’ordine. Manomettendo documenti ufficiali e diffondendo informazioni false, i gruppi mafiosi possono creare una narrazione che favorisce le loro attività criminali e indebolisce la credibilità delle istituzioni statali. Distorcendo le informazioni e minando lo stato di diritto, i mafiosi possono indebolire le istituzioni democratiche ed erodere la fiducia della gente nel governo. Il risultato atteso di questa destabilizzazione è il crollo della credibilità di cittadini verso lo stato, per spingere ad un aumento della corruzione, della violenza e dell’instabilità sociale. Con la destabilizzazione si innesca una guerra fredda senza esclusione di colpi soprattutto a livello mentale. Visto che più del 50% delle forze dell’ordine e dei magistrati è corrotto, vanno mantenuti alcuni equilibri dal momento che non si può togliere metà della società per rinchiuderla in galera. Quindi si avvia un gioco al massacro per bloccare le dinamiche mafiose. In genere vengono meno alcuni teoremi e se ne originano altri, determinati traffici vengono spostati e messi al sicuro, certe persone vengono degradate e al loro posto se ne immettono altre. Alcuni killer troppo conosciuti possono essere spediti all’estero o venire tolti di mezzo. Per quanto concerne le tecniche di uccisione, posso dire che comprendono bombe in luoghi frequentati dalla vittima, in aerei o nell’auto personale o in quella usata con la scorta, avvelenamenti fatti passare per infarti, finti incidenti attuati da individui malati terminali alle cui famiglie vengono offerte ingenti somme, ecc…

Poi succede spesso che i mafiosi si ammazzino fra loro senza intervento delle forze dell’ordine non corrotte. Quando un mafioso assume il ruolo di pentito e quindi offre in pasto alla giustizia sana nomi e dettagli, rischia di essere ucciso, uno dei capi generalmente assolda un assassino che lo freddi all’istante. C’è una sorta di codice all’interno dei giri neri che non deve essere violato, altrimenti ne va di mezzo la vita.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).