Criminologia. Un caso da seguire cinque

Rispondo in merito a chi abbia assunto il ruolo di sostituto del capo mafia malato. Posso dire che si tratta di un uomo della stessa area, loro due sono in contatto, ma spesso discutono per i diversi approcci messi in campo. È un uomo che bleffa molto, è astuto, tenta di dimostrarsi buono, ingenuo e innocuo. In realtà è nel mercato da anni, ha nel libro paga le forze dell’ordine corrotte, intrallazza con politici della sua zona e della sua regione, naturalmente corrotti. Il focus è il traffico di armi e di droga, in particolare la cocaina. È un individuo che tiene all’apparenza, svolge una professione di copertura che gli serve anche per far girare denaro sporco, vuole dare una buona immagine di sé, si nota comunque la sua grettezza, il suo essere di basso livello, ultimamente si sta rivelando per quello che è ai più. Si serve di un giro di killer per eliminare qualcuno in base alle esigenze. Ha un altro tipo di modus operandi, vuole differenziarsi dal precedente capo mafia, con cui è in conflitto, cerca di mettere in piedi una rete a modo suo. Non vuole far sapere di essere il sostituto del malato terminale, per timore di rivalse. Fra le altre cose, sta proteggendo la capa che rifornisce di cocaina e anfetamina con lo scopo di tenerla in pugno e servirsene all’occorrenza per provare a farle danneggiare la donna bersaglio. Ha smosso un altro mafioso per farla rimanere nell’attuale contesto lavorativo, non sapendo che lei è stata ripresa per il suo comportamento non consono al ruolo che riveste e che è una sorvegliata speciale a tutti i livelli. Al prossimo sbaglio che commette rischia di essere allontanata. Infatti dà segni evidenti in pubblico di assumere sostanze stupefacenti e di presentare tratti psicotici tali per cui potrebbe commettere qualsiasi reato anche gravissimo. Lui pensa di poterla usare per destabilizzare la donna bersaglio nell’attività professionale, non ha capito che la capa ha le mani legate e non ha margine di movimento perché tutti ormai conoscono la situazione. Inoltre non sa che le tre colleghe consapevoli e consenzienti alle dinamiche mafiose, sono ormai libri aperti, l’altro personale manipolato dalla capa, sta rendendosi conto di tutto e quindi si ferma per timore di perdere il posto di lavoro o di subire trasferimenti non graditi.

Questo nuovo capo mafia pensa solo a prendere soldi, è un accumulatore seriale di denaro, è avido, mercenario. È affetto da disposofobia, ovvero da accumulo compulsivo in questo caso di denaro, accumulo patologico seriale e sillogomania. L’accumulatore compulsivo non ha la consapevolezza dell’eccesso, a differenza dei soggetti con disturbo da controllo, che sono invece generalmente critici rispetto ai loro rituali. L’accumulatore va in crisi se gli si propone un’alternativa, non si rende conto che avrebbe bisogno di un trattamento terapeutico. La disposofobia è stata introdotta nel DSM-5. Ci sono studi in corso a livello internazionale per comprendere le cause della disposofobia, pare che la genetica, la biochimica del cervello e i problemi stressanti della vita possano contribuire ad esacerbarla. La disposofobia è più comune negli individui apparentemente sicuri di sé e invece insicuri nel profondo e con il bisogno viscerale di dimostrare di essere potenti. L’uomo in questione evidentemente cerca di colmare una carenza affettiva, un vuoto interiore dovuto a situazioni pregresse, l’accumulo di denaro produce piacere immediato e sensazione di sollievo. In alcuni casi la disposofobia può essere un sintomo di un altro disturbodi matrice psichiatrica e neurodegenerativa. L’accumulo compulsivo è quindi associato a un disturbo della personalità e a disturbi ossessivo-compulsivi, depressione, psicosi, demenza. L’individuo è affetto da “eccessivo accaparramento”, da una compulsione ad acquisire, ciò determina un disagio importante e la compromissione del normale funzionamento mentale.
L’uomo mafioso sa che la donna bersaglio è potente fra i potenti, sa che ha consegnato le prove, sa che a causa sua alcuni politici, giudici e altri corrotti con le loro sudditanze, hanno dovuto fare un passo indietro e stare nell’ombra. Dunque sa che rischia, sa che non può torcere un capello alla donna, né assumere assassini, lei è scortata sempre e ovunque. Lui non demorde e vuole capire la personalità della signora, guarda ripetutamente e in modo ossessivo le immagini che la ritraggono per cercare di carpirne qualche caratteristica e si fa trovare nei posti da lei frequentati per tentare di intimorirla e infastidirla, cerca di screditarla professionalmente, ma ormai il gioco è talmente conosciuto anche ai livelli altissimi, che a essere preso di mira è proprio lui. La donna bersaglio lo ha già classificato come un piccolo uomo e così anche i poteri davvero forti che possono sovrastarlo e bloccarlo in qualsiasi momento facendogli perdere la reputazione a cui lui tiene davvero tanto.

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About CHIARA VERGANI

Chiara Vergani, insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2018); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2019); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (Ebook 2020); Le voci della verità (2020); Libere dall’inferno (2021); Professione docente in tempi di guerra (2022); Bipolari in bilico (2022); Io sono Darty (2023); Soft skills (2023).