E un giorno nacque una pista ciclabile!

Non è una questione politica né amministrativa in quanto è drammaticamente un’offesa alla pubblica dignità di una città quella di cui oggi racconterò.
Ci sarebbe da redigere, purtroppo, un lungo elenco di inadeguatezze per ciò che riguarda l’abbandono dei luoghi antichi della città e dei monumenti che ancora attendono provvedimenti.
Personalmente, amando la natura, ritenevo che l’ultimo vilipendio alla città fosse avvenuto quando, in occasione del rifacimento di Piazza Libertà, fu data la morte all’enorme albero di cedro presente che avrebbe, invece, dato lustro e ristoro alla nuova piazza piuttosto che far continuare la desolata landa di Corso vittorio Emanuele.
Ebbene, da qualche giorno spunta un nuovo scempio a quello che rientra nei luoghi antichi e prestigiosi della città, Viale Italia, detto anche Viale dei Platani per la presenza dei platani le cui chiome, intrecciandosi, davano luogo a un vero spettacolo. Oggi di quegli alberi, sempre a causa dell’incuria, ne sono rimasti davvero pochi per cui potremmo chiamarlo anche Viale degli ex platani.
Lo scempio riguarda l’impianto di una pista ciclabile collocata al posto della pavimentazione in porfido che è stata divelta e eliminata e sostituita con una colata di asfalto. La pista, inoltre, è collocata a ridosso delle aiuole che per la loro conformazione consentirebbero, come hanno consentito finora, di essere utilizzate come sedute. Questo uso, chiaramente, sarebbe del tutto eliminato. La pista, inoltre, occupa le discese per l’accesso ai disabili e in parte ha coperto le radici dei poveri alberi.
Un disastro innanzitutto ecologico che davvero di questi tempi, in cui la salvaguardia dell’ambiente sembra finalmente suscitare interesse, sembra voglia portare Avellino all’ultimo degli ultimi posti guardabili del mondo.
Sgomento e indignazioni tra molti in città, critiche e grida allo scandalo è ciò che è seguito alla funesta apparizione.
Tra le reazioni e i commenti vi è quello della cittadina Rita Cesta, la quale ha provveduto a istituire una pagina Facebook con nome Indignati anche tu per Avellino , nella quale ha proposto un flashmob sabato 6 marzo alle ore 16.
Gentilmente si è prestata a raccontarmi le sue sensazioni sull’accaduto e le motivazioni della sua iniziativa.
«Ho voluto dare da cittadina un segnale di un fatto gravissimo che è accaduto in città e ho voluto farlo presto, in quanto sembra che i cittadini avellinesi siano capaci di indignarsi solo “a breve termine” e che si abituino comunque anche alle peggiori brutture. Ho deciso, così, di fare ciò che potevo e ho voluto seguire e approfittare della “scia emozionale”: creare una pagina Facebook che coinvolgesse quanti come me sono offesi e, di conseguenza, dare un segno tangibile organizzando un flashmob per sabato pomeriggio. Devo dire che nel poco tempo avuto a disposizione ho avuto già molti riscontri e ne sono contenta. Spero che vengano in tanti perché è davvero ingiusto per la città quello che è avvenuto.
Viale Italia è una delle poche memorie storiche di Avellino, lo ricordiamo tutti. Oggi è il viale dell’abbandono perché è proprio ciò che dà la misura della politica della città negli ultimi trent’anni. Avevamo la natura e non l’abbiamo curata, insieme a tutto ciò che a poco a poco ci ha portato ad una città piena di degrado. La città oggi ha necessità di riqualificarsi mentre sembra che tutti si abituino sempre di più al contrario.
Riguardo a domani io mi auguro che, essendo molto semplice premere il tasto e rispondere ad un “parteciperà”, lo faccia di persona e non solo sulla pagina, e che il contraccolpo sia stato così potente per chi ha visto e sa, che vengano a dimostrare quanto siano arrabbiati.
Dovendo rispettare le norme anticovid, i partecipanti vestiti del colore dell’asfalto, si disporranno a distanza di un metro l’uno dall’altro lungo la pista per far capire come sia impossibile che la gente possa passeggiare e avere a fianco la pista ciclabile. La legge stabilisce che la pista ciclabile deve essere almeno di un metro e mezzo mentre quella in essere è un metro. I partecipanti si disporranno per dimostrare che le misure non sono rispettate. Se c’è un bambino nel passeggino condotto dalla madre può essere investito da un ciclista che ne supera un altro e se c’è un disabile che vuole salire non può farlo perché c’è la pista sulla loro passarella. Inoltre la pista investe anche le radici degli alberi che se reagiscono possono sollevarla causando pericolo per i ciclisti. Ricordiamo che lungo tutta la strada ci sono gli attraversamenti pedonali, per cui immaginando di stare su una pista, il ciclista potrebbe attraversare ed essere travolto da un ignaro automobilista. In ultimo, questa è forse l’unica pista ciclabile al mondo a senso unico!»
Devo ringraziare Rita Cesta per la sua attenzione verso la città e vorrei davvero che la manifestazione di domani servisse da sveglia ai cittadini, ricordando loro che ciò che si fa oggi sarà trasmesso al domani e che per gli errori di oggi pagheranno i figli di domani.
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