Favola
Quante ne abbiamo raccontate e quante ancora dobbiamo raccontarne. Chi vi dice che sono solo per bambini mente. Edoardo Bennato cantava che sono un gioco, che si fanno con il tempo e, soprattutto, che sono vere soltanto a metà. Riscopriamo oggi il mondo della: favola.
Il termine favola deriva dal latino fabula, e a sua volta dal verbo for, faris, fatus sum, fari, ovvero ‘dire, raccontare’. La favola racchiude quel desiderio e quell’esigenza di mettere in parole il mondo che ci circonda, nel bene e nel male, ma soprattutto di lasciare un messaggio per le generazioni future, nella speranza di un cambiamento.
Nonostante i termini fiaba e favola sembrino avere la stessa etimologia, i due generi sono molto diversi. I personaggi della favola, infatti, a differenza della fiaba, sono realistici: anche se animali, hanno comportamenti, linguaggi, pregi e difetti degli uomini. Ma soprattutto, le favole, hanno una morale, un insegnamento celato nelle vicende dei personaggi e indirizzato a piccoli e grandi lettori.
Prima tramandate oralmente, poi rimaste impresse con la tradizione scritta, sembra che le favole abbiano fatto sempre parte della nostra storia e che la più antica, tra quelle conosciute, sia egizia e risalente al XIII secolo d.C.: Storia di due fratelli.
Indimenticabili quelle di Esopo, che ancora oggi hanno molto da insegnare. Lo sa bene la cicala che, prendendo in giro le formiche laboriose, ozia e canta tutta l’estate, incontrando una triste fine, senza alcuna provvista per l’inverno. Non sono fiabe, né favole, quelle di Storie della buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavalli. Non ci sono animali parlati, né orchi o principesse, ma solo donne forti e reali, che hanno avuto il coraggio e la determinazione per seguire i loro sogni e la loro strada. E non è forse celata anche in queste pagine una grande morale per tutte le piccole sognatrici?
Ci sono, poi, delle favole un po’ malconce, ma attualissime, che tra un sorriso e l’altro ci fanno riscoprire il nostro bambino interiore. Sono Le favole sgarrupate di Ciro Villano (Edizioni Il Papavero) che raccontano con il linguaggio dei bambini napoletani, ma soprattutto con i loro occhi innocenti, la realtà che ci circonda e che, a volte, sembra avere un gusto un po’ amaro. Sono proprio loro, i più piccoli, disposti a capire perché il lupo è diventato cattivo, a scuoterci con l’onestà e la franchezza che li contraddistingue, ma, soprattutto, sono proprio loro a ricordarci che la bellezza delle favole, colorate e un po’ strane, in fondo potremmo trovarla anche nella vita vera.
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