Giornata della donna. Costruire reti di supporto, costruire il futuro

In occasione della Giornata della donna 2025, desidero porgere dei messaggi che stimolino la riflessione e l’azione con un forte valore sociale. Rispetto ai diritti e le lotte ancora aperte va sottolineato che l’8 marzo non è solo un giorno per celebrare le donne, quanto per ricordare i diritti conquistati. Oggi onoriamo chi ha lottato e chi ancora lotta per un mondo più giusto. Perché una società che valorizzi le donne è una società in crescita. Riguardo alla parità e al cambiamento concreto, propongo di non regalare fiori, ma rispetto, di non fare auguri, ma azioni. L’8 marzo è una giornata per chiedersi: cosa posso fare, nel mio piccolo, per rendere il mondo più equo per tutte e tutti. Ricordiamo con forza le donne dimenticate e invisibili, pensiamo alle donne che hanno fatto la storia, ma ricordiamo anche quelle il cui nome non compare nei libri: le operaie, le contadine, le madri, le attiviste sconosciute, le vittime di violenza. Ogni loro lotta è il nostro presente e il nostro futuro. Sul valore della sorellanza e dell’unità mi sento di dire: Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai con altre donne. L’8 marzo è la festa di chi non si arrende, di chi si sostiene, di chi capisce che l’uguaglianza non è una battaglia individuale, ma collettiva.
Le donne hanno già fatto passi da gigante nel sostenersi a vicenda, però c’è sempre spazio per rafforzare questa rete di supporto. Vediamo alcune azioni concrete che possono ancora fare per supportarsi nel mondo: le donne possono sostenersi creando reti di mentorship in ogni settore, dall’impresa alla politica, dalla scienza all’arte, condividere conoscenze, esperienze e opportunità può fare la differenza nel percorso di crescita di un’altra donna. Penso sia fondamentale aiutare le donne economicamente e professionalmente, acquistando da aziende gestite da loro, promuovendo il lavoro femminile e battendosi per condizioni di equità salariale, sono modi concreti che possono cambiare la vita di molte. La solidarietà economica è una forma potente di sostegno. Le donne possono amplificare la voce di chi non viene ascoltata, denunciando ingiustizie, sostenendo le vittime di violenza e discriminazione e diffondendo consapevolezza su temi ancora poco affrontati. Che sia nelle aziende, nelle scuole o nelle comunità, le donne possono creare ambienti sicuri e inclusivi, dove altre donne possano esprimersi liberamente, senza paura di essere giudicate o sminuite. Il cambiamento inizia da come si educano le bambine e i bambini. Trasmettere modelli di indipendenza, rispetto e uguaglianza può fare la differenza per le future generazioni. Spesso la competizione viene alimentata da un sistema che cerca di dividere le donne. Invece di competere, vanno riconosciuti i successi altrui e celebrarli può rafforzare la sorellanza e ispirare altre ad emergere. Fare squadra nella politica e nei diritti è essenziale, le donne possono unirsi per promuovere riforme che le tutelino, dall’accesso alla salute alla parità salariale, fino alla protezione dalla violenza di genere. Il sostegno reciproco non è solo un’idea astratta, ma qualcosa che si costruisce con azioni quotidiane.
Rammentiamo alcune donne che hanno fatto la storia.
Madre Teresa di Calcutta: Il suo nome è legato alle Missionarie della Carità, ordine da lei fondato per operare sul campo a favore delle genti più povere del mondo.
Il suo impegno personale si è rivolto soprattutto verso l’India, da cui quel ‘da Calcutta’, nonostante lei fosse albanese. Nel 1979 ha vinto il Nobel per la Pace.
Rita Levi Montalcini: Donna libera per eccellenza, ha rinunciato a un marito e a una famiglia per dedicarsi completamente alle scienze, non dimenticando l’impegno per il miglioramento della condizione della donna nel nostro Paese.
Marie Curie: Impegnata nel campo della fisica e della chimica, ha focalizzato fin dalla gioventù i suoi studi sulle sostanze radioattive. Studi che l’hanno portata a diventare, nel 1908, la prima insegnante donna della celebre università francese Sorbona.
Malala Yousafzai: È la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione – bandito da un editto dei talebani – delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.
Margherita Hack: Astrofisica e divulgatrice scientifica italiana.
Ricordata per il costante ed instancabile impegno nella ricerca scientifica al servizio della società.
Samantha Cristoforetti: è un ingegnere, aviatrice, astronauta militare italiana, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea.
Con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 Futura del 2014-2015 ha conseguito il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo (199 giorni).
Molte associazioni oggi organizzano manifestazioni cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita della donna. Il simbolo della festa della donna è la mimosa. Ma perché proprio la mimosa è il simbolo della festa della donna? Perché, oltre al fatto che fiorisce proprio nel periodo in cui capita la ricorrenza, il suo colore, giallo, presenta vitalità, allegria ed è un colore gioioso.
Haiku
Mani intrecciate,
vento che spezza il silenzio,
insieme forti.
Passi sulla terra arida,
sbocciano fiori al cammino,
quasi primavera
Voci di donne,
onde che sfidano il tempo,
mare che avanza.
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