GP DI HOUSTON. HUERTAS E PAGENAUD VINCONO. SFORTUNATO FILIPPI.

 

Questo weekend ad Houston si è assistito a due gare spettacolari e imprevedibili. Nella prima manche trionfa a sorpresa Carlos Huertas, alla sua nona gara in Indycar. Il francese Simon Pagenaud gestisce una gara senza errori, aggiudicandosi la seconda prova. Il nostro Filippi si destreggia bene fra i muretti della pista, ma la sfortuna lo colpisce.

 

Come già accaduto nel corso del campionato di Indycar i tifosi e gli appassionati hanno avuto la fortuna di assistere a due gare nello stesso weekend, a mo di Superbike o Wtcc. Insomma, gli americani non si fanno mancare nulla in fatto di show.

A condire il tutto, nella prima gara c’è la pioggia. Si parte da fermi in questa manche e le vetture slittano notevolmente al via. L’asfalto della pista non è dei migliori, poiché il tracciato è ricavato dal parcheggio dello stadio degli Houston Texas, e col bagnato è ancora peggio. Takuma Sato (A.J. Foyt Enterprises) fa uno scatto sorprendente e resta schiacciato tra la vettura di James Hinchcliffe (Andretti Autosport) e  Luca Filippi che lo precedono, ma non ci sono danni.  Hinchcliffe sfrutta bene la situazione, sopravanzando Bourdais e Pagenaud, dando vita ad un bel duello con Helio Castroneves (team Penske) nei primi giri.

Dopo tre quarti d’ora dall’inizio della gara i piloti cominciano a montare le gomme slick, nonostante il l’asfalto sia ancora bagnato. La prima vittima del fondo scivoloso è Mike Conway (team Ed Carpenter), che va dritto in curva e urta le bandiere. Dopo la caution (bandiera gialla) c’è una concitata ripartenza, Sato tenta di superare il rookie Mikhail  Aleshin (Schmidt Peterson Motorsports), ma perde il controllo urtando l’avversario distruggendo la propria vettura contro un muretto, di nuovo caution. Anche Scott Dixon (Team Chip Ganassi) va a muro, coinvolgendo Kimball (Chip Ganassi), e dopo qualche giro la stessa sorte tocca al leader della classifica Will Power (Team Penske).

Dopo il quarto regime di safety car la pista è molto asciutta e i piloti riescono a spingere di più. A questo punto, però, lasciamo il nostro Filippi, che rompe la sua Dallara in un contatto durante la caution. Per diversi giri il pilota in testa è Justin Wilson  (Dale Coyne Racing), ma deve andare ai box per rifornirsi a solo sette giri dal termine. La gara finisce, purtroppo, sotto la bandiera gialla, innescata dall’incidente di Saavedra (KV AFS Racing). Tuttavia, in quel momento Huertas (Dale Coyne Racing) è al comando e ottiene la sua prima vittoria in Indycar, nella sua nona gara in categoria. Una vittoria che testimonia la grande imprevedibilità di queste corse.

Gara 2 non è stata da meno. In questa manche si parte in movimento, in fila per due. La partenza è relativamente tranquilla, con Castroneves al comando e Aleshin che segue. Tuttavia, nei primi giri, Huertas si ritira per un guasto, abbandonato dalla buona sorte che lo ha condotto alla vittoria in Gara 1.

Will Power è autore di una bella rimonta dalla undicesima alla terza. Poi il pilota del Team Penske perde smalto e finisce per perdere diverse posizioni nel finale di gara. Anche Luca Filippi si distingue per una splendida rimonta di ben sette posizioni, ma proprio all’ultimo giro, mentre è in nona posizione, finisce contro il muro, rovinando una gara ben gestita.

Anche in questa gara le caution sono numerose. Infatti, nella metà gara si assiste a brevi stint intervallati da frequenti incidenti. Tra i malcapitati troviamo Dixon e Sato che ripetono la defiance di Gara 1. Tuttavia, il tempo è perfetto e le condizioni della pista permettono ai piloti di spingere forte per tutta la gara. Nel corso della quale, il pilota più preciso e lungimirante è Simon Pagenaud, che porta la sua vettura alla vittoria dopo una gara impeccabile.

Flavio Uccello

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