H2O, ARCHEOLOGIA DELL’ACQUA A BERGAMO
Stasera alle 21.00 – Sala Curò, piazza Cittadella, 9
L’acqua, che è all’origine della vita sul nostro pianeta, è sempre stata indispensabile alla quotidianità delle comunità umane, alla loro organizzazione sociale ed economica e talvolta anche politica. Fin dalle origini l’uomo ha riconosciuto l’acqua come uno dei principali elementi costitutivi dell’universo, attribuendole un profondo valore simbolico, riscontrabile nelle religioni di ogni tempo e di ogni luogo, nella filosofia, nella musica, nella poesia… La sua importanza è ribadita ancora oggi in quanto riconosciuta come bene comune, nonostante gli effetti dei mutamenti climatici, l’inquinamento e gli sprechi, la rendano una risorsa sempre più scarsa e al centro di tensioni sociali.
Il Maggio Archeologico 2016 intende portare i riflettori su questo importante tema, per comprenderne la sacralità, i sistemi di gestione e l’importanza per il futuro dell’uomo.
GLI ANTICHI ACQUEDOTTI DI BERGAMO
L’acquedotto dei Vasi e l’Acquedotto di Sudorno, conducendo l’acqua verso il centro abitato sui colli dai tempi antichi, permisero l’approvvigionamento alle varie fontane e cisterne presenti nelle Vicinie fino agli inizi del ‘900. L’Acquedotto di Prato Baglioni, più recente, effettuava il servizio di distribuzione dell’acqua alle zone nord-est interne alle mura venete.
Grazie agli studi compiuti, sono state riportate alla luce le vasche di decantazione presso le sorgenti, i tratti più significativi delle condotte percorribili e gli “uschioli” cioè gli accessi impiegati per l’ispezione del condotto.
Ultimo in ordine di tempo è lo studio, ancora in corso, relativo all’antico Acquedotto Magistrale, il sistema di distribuzione dell’acqua interno a Città Alta, alimentato dagli acquedotti dei Vasi e di Sudorno, riforniva di acqua le cisterne e le fontane sparse in Città, nonché alcune abitazioni private che, prima in modo abusivo, poi mediante autorizzazione a seguito del pagamento di un canone, beneficiavano dell’acqua corrente a domicilio.
MASSIMO GLANZER: fa parte del Gruppo Speleologico le Nottole, le cui attività esplorative hanno avuto inizio nel 1969, anno della fondazione del Gruppo, e hanno riguardato inizialmente le cavità naturali della Provincia di Bergamo. Nel 1974 si fonde con il Gruppo Speleologico Bergamasco dando vita al Gruppo Speleologico Bergamasco le Nottole che, parallelamente alle attività in grotta, inizia ad interessarsi alla speleologia urbana, ossia a cavità artificiali, portando a compimento l’esplorazione e lo studio dei sotterranei militari delle mura venete su incarico dell’Azienda Autonoma di Turismo di Bergamo. Le esplorazioni per rintracciare i sotterranei ancora esistenti avanzano in parallelo con le ricerche bibliografiche presso gli Archivi di Stato e le biblioteche. Il GSB le Nottole nel corso degli anni ha esplorato e studiato, oltre ai sotterranei militari delle mura venete, il castello di San Vigilio, gli acquedotti dei Vasi, di Sudorno e di Prato Baglioni, i rifugi antiaerei costruiti durante la seconda guerra mondiale, la miniera di Astino e diversi altri ipogei della Provincia. È in corso di studio l’antico Acquedotto Magistrale, il sistema di distribuzione dell’acqua interno a Città Alta.
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