I Coldplay a Napoli. Grande connubio col pubblico per un evento magico. Le pecche del Comune
“Ci sono voluti 25 anni per arrivare a Napoli, ma alla fine ci siamo arrivati!” Le parole di esordio allo stadio Maradona di Napoli del frontman Chris Martin dei Coldplay. Un evento di grande livello, approdato alla capitale del Centro Sud d’Italia il giorno dell’arrivo dell’estate. Biglietti sold out da subito, stadio colmo, braccialetto al polso e si diventa parte di uno spettacolo curato nei dettagli fatto di luci, effetti speciali, mondi volanti e fuochi di artificio. Un gruppo collaudato al novantesimo spettacolo presentato in tutto il mondo ma, a detta di Chris, lui stesso ha voluto fortemente venire a Napoli, una città per lui di grande impatto ed energia, e il pubblico non lo ha deluso conoscendo e cantando con lui il suo repertorio. Ma, per dimostrare il suo amore per questa città, ci dona un pezzo in napoletano: Napul’è di Pino Daniele, voce e chitarra per conquistare del tutto l’affetto dei napoletani in un napoletano credibile frutto, di sicuro, di impegno e dedizione.
Lo spettacolo è stato organizzato in modo di avere un basso impatto ambientale, portando avanti una campagna ecologica e per la salvaguardia dell’ambiente. Napoli per la prima volta è protagonista di in evento a levatura internazionale, ma ne è stata all’altezza?
Al solito pecca nell’organizzazione la macchina comunale. Pur incassando centomila euro per il Maradona e attenta ad accaparrarsi un numero cospicuo di biglietti omaggio, ha peccato nell’organizzare i flussi di entrata, prevedibili del resto, aprendo pochi varchi e troppo tardi, con tornelli non sempre funzionanti causando file interminabili sotto la calura per più di due ore con il rischio per gli ultimi di perdersi lo spettacolo. In aggiunta poco controllo anche degli approfittatori di parcheggi improvvisati con richieste anche di settanta euro. Non si è pensato a un rinforzo del servizio pubblico, indispensabile per chi avesse voluto evitare l’auto.
In definitiva Napoli resta un’attrattiva e una candidata per eventi di questo calibro di solito appannaggio solo del Nord, ma non merita un’inadeguata macchina amministrativa che ha ancora molto da imparare se vuole puntare, come vorrebbe lo stesso De Laurentis, a uno stadio multifunzionale. Il concerto replica ancora il 22 per poi volare a Milano per altre due date. Uno spettacolo magico, coinvolgente tanto da far dimenticare la lunga attesa di accesso. ‘Believe in love’ è la frase di commiato dello storico gruppo inglese a chiusura di un lungo e generoso show con più di 22 pezzi, sperando che non sia per Napoli un unicum del suo genere.
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