I giorni del Cobra. Pathos e psicologia nel romanzo di Daniela Merola
Dora Neri e il commissario Giulia Cangiato sono amiche: la prima ha un figlio, che cresce con l’aiuto dei genitori, la seconda ha una relazione, a cui non vuole assegnare nessuna etichetta. Le due donne sono complici di serate spensierate, i loro caratteri diversi si bilanciano con l’affetto e la grande stima che le unisce.
Ma una sera tutto cambia: Dora subisce violenza da parte di uno sconosciuto e da quel momento le loro posizioni si dividono. Poi un omicidio sconvolge il commissariato, lasciando intuire a Giulia un collegamento con ciò che è capitato all’amica e l’indagine prende il via, nonostante la riluttanza di Dora, vittima di un’amnesia da choc.
Un thriller che lascia senza fiato, ma anche un romanzo che scandaglia l’animo umano quello che Daniela Merola, giornalista e scrittrice di esperienza, consegna ai suoi lettori. Con il precedente La giusta via (LFA, 2021) l’autrice aveva già intrapreso questo viaggio psicologico, senza però addentrarsi nel giallo; con I giorni del Cobra (Edizioni LFA, 2023) la Merola fa il passo decisivo in un genere che richiede fantasia, coerenza e capacità di seminare indizi, dove i conti devono tornare tutti, alla fine. Ed è quello che realizza, con maestria, riuscendo nel suo intento e trascinandoci in un’indagine sulla serie di femminicidi firmati da un crudele serial killer. Ne viene fuori un intricato noir psicologico, come lei stessa definisce il suo ultimo lavoro letterario.
Ciò che va notata, a mio avviso, è la capacità che la Merola ha di mettere in discussione gli attori del suo romanzo, gettando un luminoso occhio di bue su ognuno di loro, come quando fa parlare addirittura il colpevole, che pian piano ci racconta la sua storia e di cui ovviamente l’autrice non rivela fino all’ultimo l’identità. Ma ciò che emerge è anche la forza dell’amicizia e della complicità femminile, che nel romanzo va oltre ogni comprensione di ciò che sta realmente accadendo. La narrazione, inoltre, tradisce la penna di una sceneggiatrice, e l’autrice lo è, nelle descrizioni attente dell’ambientazione e dei particolari utili sia a rendere realistico il racconto che a creare il giusto pathos.
Buona lettura
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