I muri raccontano di Francesco Paolo Maulucci. Ieri la presentazione ad Avellino

Un evento di prestigio per la chiusura dell’anno di attività dell’Accademia dei Dogliosi di Avellino
La storia diventa un racconto affascinante quando ci porta nella vita quotidiana degli uomini. In questo modo scopriamo di non essere molto diversi da coloro che ci hanno preceduti. Pompei ed Ercolano hanno rappresentato una fotografia della vita del mondo romano del 79 dopo Cristo, fermando al momento dell’eruzione del Vesuvio, che seppellì le due fiorenti cittadine campane, azioni, desideri, prospettive e speranze, insomma la vita dei loro cittadini. Oltre ai corpi, i cui calchi testimoniano il momento della morte, e alle opere pittoriche e architettoniche preservate dalla cenere e dai lapilli, rimangono i messaggi lasciati sui muri che parlano della vita della città. A raccoglierne i significati nel volume I muri raccontano, presentato ieri ad Avellino per la prima volta, l’autore Francesco Paolo Maulucci, esimio archeologo che ha studiato per tanti anni questi graffiti. Una vera lectio magistralis quella che lo studioso ha esposto all’attento pubblico intervenuto per la conclusione dell’anno di attività dell’Accademia dei Dogliosi di Avellino. L’evento, organizzato dall’Accademia con l’Università Irpina del Tempo Libero e Archeclub d’Italia Avellino, si è tenuto presso il complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico ed è stato introdotto dai saluti dei presidenti degli enti culturali, Fiorentino Vecchiarelli, Rita Imbimbo e Ilenia D’Oria, con la conduzione del giornalista Gianluca Amatucci.
Tante le particolarità emerse dalle ricerche e dagli studi che il prof. Maulucci ha condotto negli scavi di Pompei, vivendo all’interno dell’area archeologica per ben dieci anni, durante i quali si è dedicato completamente all’approfondimento di scritte che era difficile scorgere, utilizzando spesso di notte un’illuminazione a luce radente. Ma di grande interesse risulta la sua teoria sulla presenza protocristiana nella antica Pompei. Simboli, indizi e scritte riconducibili agli scritti biblici e alla penetrazione cristiana in Italia, supporterebbero, per il professore, l’ipotesi che lo stesso San Paolo, sbarcato a Pozzuoli alcuni anni prima dell’eruzione, abbia introdotto la fede cristiana a Pompei. Molte le obiezioni avanzate alla sua teoria da studiosi che non riconoscono, in quelle che per lui sono evidenze, le prova del passaggio dal paganesimo politeista al culto dell’unico Dio in quella zona e così precocemente. Maulucci ha confutato, di fronte a un pubblico rapito dalla caratura degli argomenti proposti, punto per punto tali obiezioni, mostrando i collegamenti con le iscrizioni murali.
Il libro I muri raccontano (segni e disegni dall’antica Pompei), scritto a quattro mani con Antonio Maulucci e curato da Ida Carbone, è edito da Delta 3.

Francesco Paolo Maulucci è nativo di Accadia, si è laureato in Lettere antiche a Bari. Successivamente si è trasferito a Macerata dove si è specializzato in Archeologia Cristiana. Nella città marchigiana, quale archivista-ricercatore storico-scientifico alle dipendenze del MIBAC ha portato alla luce, con una ricerca “matta e disperatissima” nei fondi notarili centinaia di Atti inediti di Casa Leopardi, ricavandone, per il 150° della morte del poeta, il volume Mia savia et amorisissima donna (1987) edito a Napoli da Carcavallo. Trasferitosi in Campania dopo una nuova esperienza di studio (Paleografia) e di lavoro nella Soprintendenza di Capodimonte è approdato a Pompei. Qui si è dato allo studio della città antica enormemente facilitato dalla sua dimora all’interno degli scavi archeologici e dall’incarico di direttore della Sezione Didattica da lui stesso voluta e diretta.
Intensa la sua attività editoriale: Pompei – Guida archeologica degli scavi (1987), Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (1988) e Gli ultimi giorni di Pompei (1990) editi, sempre a Napoli, dallo stesso editore.
Trasferitosi a Foggia ha diretto il Centro Operativo per l’Archeologia della Daunia.
Le numerose campagne di scavi archeologici da lui organizzate e dirette e le relative grandi scoperte hanno segnato un’epoca d’oro per la conoscenza e la valorizzazione del territorio.
Le pubblicazioni di questo periodo, ancora su Leopardi, Pompei e sulla Daunia si sono succedute quasi a ritmo incalzante.
Tra circa quaranta titoli ne scegliamo alcuni: Pompei i graffiti figurati, Bastogi, Foggia 1993; Lettere di Plinio il Giovane a Tacito sull’eruzione del Vesuvio, Bastogi, Foggia 1994; Casa Leopardi, la vita quotidiana e le vicende familiari, Bastogi, Foggia 2001; Il Gargano alle luci dell’alba, Grenzi, Foggia 2003; Annibale al Fortore, Bastogi, Foggia 2008; L’antico borgo di Monterotaro fra scavi e restauri, Bastogi, Foggia 2009; Devia, chiesa-città templare, Adda, Bari 2009; Il Santuario di Crispignano – Accadia • Anno Domini 1927, Delta 3 Edizioni, Grottaminarda 2015; Pompei. Cronache quotidiane, Delta 3 Edizioni, Grottaminarda 2015; Giacomo Leopardi. Mancato erede, Delta 3 Edizioni, Grottaminarda 2015; Amori e amanti in Pompei antica, Delta 3 Edizioni, Grottaminarda 2017.

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