III memorial Maria Lidia de Rosa
Si è svolto ieri pomeriggio, all’interno della 18a edizione di Sportdays, che si terrà fino al 20 giugno ad Avellino, il III memorial Maria Lidia de Rosa.
Anche quest’anno il Presidente del C.O.N.I. Giuseppe Saviano ha voluto, infatti, dedicare un momento commemorativo alla veterinaria de Rosa prematuramente scomparsa tre anni fa.
Ha presentato i partecipanti Mario Marano, amico della dott.ssa de Rosa ricordandola come una persona che ha dedicato tutta la sua vita, sia professionale che privata, alla cura degli animali.
In particolare, ha menzionato le sue doti umane prima che professionali, di quando si dedicava, da semplice appassionata, al ricovero e alla cura degli animali randagi, cioè già da prima degli studi e della sua attività da professionista.
Fatto questo confermato dal fratello di Maria Lidia, Agostino de Rosa, il quale ha ricordato che spesso la loro casa fungeva da ostello per ricoverare animali bisognosi recuperati e che questi cani la seguivano dovunque. Continua soffermandosi sul fatto che la vita di Maria Lidia dopo la laurea è stata una vita di scienza, di conoscenza, di professionalità, e nello stesso tempo è stata una vita di amore perché l’amore per gli animali è anche amore per l’essere umano.
Lei ha prodotto amore, solidarietà, e in questo modo intende ricordarla, cioè come espressione profonda di amore.
Nicola de Rosa, non aggiunge altro alle parole del fratello e ringrazia tutti i partecipanti.
Quest’anno ha voluto rendere omaggio alla memoria di Maria Lidia dDe Rosa anche un suo amico, Giuseppe Fanelli, il quale, come Maria, fa della solidarietà un obiettivo di vita perché raccoglie e cura animali a prescindere dalla razza. Lo fa da sempre e con tutta la dedizione possibile. Il rapporto di stima con la dottoressa de Rosa, continua Marano, era di reciproca stima ed affetto.
“Quando si parla di Maria si dice sempre poco”, dice Fanelli. Maria Lidia aveva nei confronti degli animali, e in particolare dei randagi, due marce in più: la prima era quella dell’amore perché lei svolgeva la sua professione con grande amore, passione e dedizione.
Per lei era una missione e questa non è retorica ma realtà.
L’altra marcia in più era quella del disinteresse economico in quanto, diversamente dalla stragrande maggioranza delle persone, Maria Lidia non badava al lato economico e, molto spesso, ha aiutato i randagi, indirettamente aiutando anche le persone, rimettendoci di tasca oltre che di lavoro. Per questo motivo ha rappresentato una vera e propria oasi nel deserto avellinese.
Il richiamo è al modo in cui si affronta ad Avellino il problema dei randagismi (poiché esistono sia cani che gatti randagi). Vi sono cittadini che se ne fanno carico nutrendoli e curandoli, altri che rimangono indifferenti al problema, altri ancora che pensano di risolverlo lasciando bocconi avvelenati e polpettine al vetro.
Non c’è mai stato amministratore che abbia proposto il censimento delle colonie feline, come anche l’istituzione dei cani di quartiere per rendere legali la presenza di questi animali o, ancora, qualche amministratore che abbia proposto la sterilizzazione dei gatti delle colonie feline, o piani di sterilizzazione nel territorio di cani presenti ad Avellino.
Ebbene, a differenza di chi potrebbe ma non lo fa, Maria Lidia de Rosa, si adoperava a fare una delle poche cose effettivamente efficaci alla risoluzione del randagismo, la sterilizzazione che, a seconda dei casi, faceva pagare pochissimo o niente, appoggiando così chi voleva aiutare ad arginare i randagismi.
Il terzo memorial dedicato a Maria Lidia de Rosa, si conclude con un evento cinofilo amatoriale dove cani meticci e di razza hanno fatto la loro bella figura e che ha visto come giudici gli entusiasti bambini e il pubblico presenti all’incontro.
Come ho spesso ribadito la morte di Maria Lidia de Rosa, rimarrà per molti di coloro che le volevano bene e la stimavano per ciò che faceva, inaccettabile. Resta il suo piacevole ricordo e la gratitudine per aver dedicato la vita ai più deboli.
Maria Paola Battista
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