IL FIORE DEL CARSO, RECENSIONE di Maria Paola Battista

IL FIORE DEL CARSO, di Eleonora Davide, pp.339, stampa Amazon costo €13,99
Eleonora Davide conferma nel suo secondo romanzo, stile e caratteristiche di scrittura proprie. Dopo, infatti, aver conosciuto Il Normanno, è stato pubblicato a settembre 2020 Il Fiore del Carso.
Anch’esso, come il primo, è un romanzo storico ma ha ambientazione e contesto storici ben diversi.
Il Fiore del Carso, tratta di un fatto storico “spinoso”, per molti ancora scomodo.
Durante la fine della seconda guerra mondiale, quando i partigiani muovevano la loro opera, Trieste diventa una linea di confine tra due mondi, come scrive l’Autrice nel romanzo.
Cosa significò questo per i suoi abitanti?
Per rispondere alla domanda Eleonora Davide pur rimanendo ben ancorata ai fatti storici e prendendo spunto da una vicenda familiare, crea una serie di vicende fantasiose inserendo i suoi personaggi e utilizzando fonti storiche documentate.
Giungo, così, ai pregi della stesura: innanzitutto la puntuale e costante attenzione alle fonti e in questo l’Autrice si mostra scrupolosa e sensibile.
La sua “sperimentazione” di ricercatrice, iniziata con Il Normanno, si perfeziona maggiormente entrando nella realtà, calandosi in un mondo che per metà (date le sue origini) le appartiene, ma nel quale fa capolino in punta di piedi, con rispetto. Attinge quindi da fonti quali testimonianze, interviste, quotidiani del tempo, video e audio.
Lo fa, e veniamo così al secondo pregio, con il suo stile sereno nonostante, ripeto, l’argomento sia colmo di dispiacere e dolore.
Dolore condiviso da molti di noi italiani.
Il limite tra manuale e romanzo diventa molto sottile quando nella narrazione le avventure dei personaggi si imbevono delle testimonianze vere raccolte durante il lavoro di ricerca prestesura.
Vicende familiari, bambini e donne che perdono la propria identità per entrare forzatamente “nel mucchio” dei deportati, uomini che non trovano più la loro casa. E tanto desiderio di “fare luce”.
L’Autrice, attenta a tutto, per facilitare il lettore, si preoccupa di inserire l’elenco dei personaggi prima di iniziare la narrazione, così come di aggiungere le note di traduzione di alcune espressioni dialettali di Trieste.
La storia, come accennavo, è quella dei bombardamenti, della Resistenza, delle Foibe e di tutti coloro che, da un giorno all’altro, si ritrovarono a far parte di uno Stato che non era quello italiano e a patire per questo.
Il Fiore del Carso, vuole essere proprio uno spiraglio di luce nonché un elogio al sacrificio e un ringraziamento a chi, nell’Autrice, ha saputo ispirare il giusto mezzo tra curiosità storica, desiderio di conoscenza e affetti familiari.
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