Il Museo del Lavoro a San Potito Ultra (AV)
Una visita da non perdere tra le collezioni di oggetti legati all’evoluzione della tecnologia applicata al lavoro in un grazioso paesino dell’Irpinia che richiama visitatori anche da molto lontano
Nei locali delle cantine annesse al palazzo dei baroni Amatucci, che oggi è sede del Comune, nel 2006 nacque il Museo del Lavoro di San Potito Ultra (AV), grazie alla donazione della famiglia Sbriziolo che, attraverso l’architetto Eirene Sbriziolo De Felice, innamoratasi del luogo, donò al Comune le proprie collezioni di attrezzi e manufatti insieme a quelle del collezionista Ezio De Felice. A queste si sono aggiunte tante altre donazioni di privati che, vedendo l’esposizione e rimanendone colpiti, hanno mandato e mandano ancora qui oggetti che ricostruiscono la storia della tecnologia e del lavoro attraverso i secoli. Si può dire che sia il progresso a presentarsi agli occhi del visitatore, attraverso le invenzioni che hanno decretato l’evoluzione della tecnologia applicata ad ogni campo del lavoro.
La volontà di aprire un museo fu concretizzata dal professor Giuseppe Moricola e da persone come Pina Porfido, che ci ha fatto da ottima guida attraverso le ricchezze culturali custodite in questo luogo magico. Oggi il Museo del Lavoro forma il Polo Museale Irpino, insieme al Museo Civico di Villa Amendola e al Museo Irpino di Avellino, al Museo etnografico Beniamino Tartaglia di Aquilonia, al Museo civico della ceramica di Ariano Irpino, al Museo produzioni artistiche e artigianato popolare di Fontanarosa.
Piano piano, il viaggio nel tempo e nell’opera dell’uomo ci introduce nelle professioni dentistica e ginecologica con gli arnesi tipici di pratiche ormai superate dal progresso. E così via, attraverso il salone da barbiere e i giochi dei bambini, fino al portale di un’antica sartoria di San Potito che sembra far rivivere il fascino del tempo che fu. Così macchine per cucire, bottoni, ferri da stiro, gioielli, divise dell’Arma, orologi completano il percorso nella vita dei nostri antenati.
Un ambiente a parte presenta l’artigianato legato alla vita rurale, dove gli attrezzi agricoli raccontano una storia di ingegno e di soluzioni alle diverse necessità di questo ambiente. Una serie di ricostruzioni di sapore presepiale, ottenute con materiali di riciclo e donate da un dipendente comunale, Sabatino Di Pietro, artigiano di grande perizia per passione, miniaturizzano i mestieri narrati dall’esposizione, insieme a una riproduzione in scala di un antico palazzo, dentro il quale continua la raffigurazione di quadretti popolari ed anche un presepe, molto suggestiva.
Tutto ciò che è in mostra è contrassegnato da cartellini didascalici che aiutano il visitatore, dove mancasse una guida così meticolosa come quella che abbiamo avuto noi. Ma il museo non è solo mostra: accoglie manifestazione e si propone come punto di riferimento culturale in un piccolo paese che vanta diverse iniziative per i suoi cittadini. A gestire il museo e l’organizzazione degli eventi è l’associazione Amici del Museo del Lavoro.
Nonostante gli anni in cui è rimasto chiuso, dopo il brillante esordio, il museo conserva ancora tutta la sua freschezza a dispetto dell’età degli oggetti che vi sono conservati e per questo invita a tornarci per assaporare ancora la bellezza degli oggetti esposti, frutto di un artigianato fino e sapiente.
Per prenotazioni visite chiamare al 0825 981005
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