IL VINCITORE DI SENTIERI CREATIVI A BERGAMO

Un progetto dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, l’Accademia Carrara di Belle Arti G. Carrara, Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi” e con il patrocinio del Comune di Valbondione e del Parco delle Orobie Bergamasche. L’iniziativa è sostenuta da L’Eco di Bergamo e dalla rivista Orobie.

L’edizione 2017 di Sentieri Creativi ha incoronato l’opera vincitrice: SCRATCH IN THE STONE di Alberto Rocchetti.

Alberto Rocchetti

Nel pomeriggio di giovedì 27 luglio, presso lo Spazio Polaresco, i sette artisti partecipanti al progetto Sentieri Creativi, hanno esposto i loro progetti a una giuria di esperti di arte e territorio.

La location è stata individuata dal Comune di Valbondione, prezioso collaboratore del progetto insieme al CAI-Sezione di Bergamo e all’Accademia di Belle Arti G. Carrara; il luogo pensato per la realizzazione dell’opera permanente è piuttosto complesso: una grossa roccia che si trova sul sentiero verso il lago del Barbellino, alla quale i giovani si sono approcciati ognuno a suo modo: chi posizionando un sedia al vertice per invitare il passante a ammirare le vette, chi  sorreggendo una parte della roccia che sta inesorabilmente franando e chi indagando le proprie paure analizzando le zone d’ombra della pietra.

Il progetto di Rocchetti, una lastra in acciaio riflettente di 4,5 x 1,5 m che verrà inserita all’interno della naturale frattura della roccia, si pone l’obiettivo di svuotare l’elemento pesante e massiccio della pietra producendo un varco e facendo intravedere il cielo, creando situazioni inaspettate e sensazioni completamente nuove al viaggiatore. L’opera si presenta all’osservatore come un gioco, cercando di mandarlo in confusione evitando la facile comprensione dalla distanza. Utilizzando un materiale completamente riflettente, Scratch in the stone è in continua evoluzione così come il cielo; il materiale stesso si perde nell’immensità della montagna, sia in lontananza che a distanza ravvicinata.

Le altre opere in mostra

Carlo Catellani

Un’opera che indaga il paesaggio reale come paesaggio interiore; in questo caso, il paesaggio montano come paesaggio verticale. E se l’ascesa è da sempre legata alla tensione verso il divino e il sublime, la discesa è, così come vissuto dall’artista, un viaggio alla scoperta dei demoni che abitano il proprio io.

Chiara Cotti

Lo spazio intermedio di cui ci troviamo spettatori è il tentativo vano dell’uomo di contrastare un processo puramente naturale, nel nostro caso quello in cui il masso, vivendo un proprio ciclo vitale, si disintegra nel tempo. L’uomo agisce modificando tempistiche e spazi che non gli appartengono,

in un ciclo di divenire e passaggio in cui sospende l’elemento naturale tra dissoluzione e frammentazione.

Valentina Goretti

Una sedia in cima ad un sasso, perchè la cima di una montagna non è la tappa più importante, perchè prima di raggiungerla devi fare una scelta: se guardare la tua meta con impegno o non aver neanche bisogno di provarci.
Qualcuno si è seduto, qualcuno si siederà e l’unica cosa che ti è data sapere è dove puntava il suo sguardo e decidere se accettare o meno la sfida.

Luca Maestro

L’intervento si presenta come un sottile puntello di alluminio a sostegno della roccia presa in esame, la quale sta lentamente collassando su sé stessa. Considerando il macigno come un corpo ferito, lo scopo è di riuscire ad “aiutarlo” cercando di ritardare il più possibile l’inevitabile distacco delle due porzioni che lo compongono. L’idea che permea l’opera è che questa possa essere considerata compiuta laddove sia riuscita a spostare nel futuro il distacco del frammento anche “per un solo attimo in più”, frase  incisa a mano sulla superficie della barra, in tensione tra suolo e pietra.

Simone Mainetti

La mia opera punta a celebrare il successo della reintroduzione dello stambecco nelle Alpi Orobie bergamasche, progetto che quest’anno festeggia trent’anni dai primi rilasci in alta valle Seriana, mettendo in evidenza l’importanza della salvaguardia del patrimonio naturale.

Anna Pezzoli

Un cartello indica di fermarsi, prestare attenzione, guardare una roccia che solo apparentemente si è comodamente posizionata sul terreno. Una roccia il cui tragitto si conclude in discesa, a differenza di noi che saliamo verso le vette.

In data da destinarsi non la vedremo più.

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