Intervista alla studiosa e scrittrice Fiori Picco

Il nostro appuntamento mensile con la rubrica L’autore del mese, dedicata agli autori segnalati dal gruppo Facebook La Casa del Menestrello, oggi è dedicato alla scrittrice Fiori Picco, a cui porrò alcune domande. Il gruppo Facebook accoglie scrittori e lettori per la divulgazione di opere e la condivisione di opinioni e recensioni, oltre ad organizzare eventi, premi e video-presentazioni ed video-incontri, grazie all’attivismo dell’instancabile Domenico Faniello. Chi volesse leggere le precedenti interviste le trova QUI.
La sua carriera di autrice multilingue e traduttrice è davvero interessante e ricca. Chi è davvero Fiori Picco?
È un’appassionata di antropologia, di Oriente e soprattutto di minoranze etniche cinesi. Si dedica al proprio lavoro con la massima dedizione, è curiosa di scoprire nuove realtà e culture quasi dimenticate e sconosciute all’Occidente. È una ricercatrice che ha visitato i luoghi, ha vissuto con i nativi, li ha intervistati, ha raccolto le loro testimonianze. Scrive storie vere collegando il presente al passato. Nei suoi libri c’è sempre una parte storica importante che ha segnato la cultura di riferimento. Il suo desiderio di conoscenza la porta a tradurre opere di autori asiatici per comprendere le mentalità e gli stili di vita diversi.
Grazie per questa sintesi, dalla quale si intravede lo spazio variegato in cui si muove la sua produzione letteraria. Il suo ultimo libro, Il Circolo delle Donne Farfalla-Mugao e Bhaktu, descrive un mondo molto distante dal nostro, in cui culture, credenze, condizione della donna, spiritualità si condensano intorno alla singolare storia di quattro donne particolari, ma credo che nel romanzo vi sia la volontà di dire molto di più. Mi sbaglio?
Il romanzo è ricco di situazioni e di dettagli. L’ambientazione è un punto di forza in quanto la natura incontaminata e selvaggia della gorgia del Nujiang è anch’essa protagonista di rilievo. Dal 2003 è sotto l’egida dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità per l’enorme biodiversità, per la presenza di settemila varietà di vegetali curativi, per le ottanta specie di animali in via di estinzione e per le ultime donne farfalla tatuate in viso. Nel libro c’è l’intento di preservare la memoria di un’etnia che sta scomparendo, di una civiltà antica, di una cultura tribale che non deve essere dimenticata. C’è la sofferenza di un popolo aggredito e sfruttato per secoli, unitamente alla volontà di riscatto sociale e all’impegno del Governo locale che sta restituendo dignità agli indigeni. Ci sono i sentimenti, l’aiuto reciproco e la solidarietà, la riscoperta dei legami familiari e della propria identità.
Senza dubbio dietro l’ampia trattazione di argomenti tanto specifici c’è il suo grande impegno di scrittrice, ma lei ha curato la pubblicazione di questo e altri libri suoi con la casa editrice che ha fondato, Fiori d’Asia. Ci vuole parlare di questa esperienza editoriale?
Traduco libri dal 2011. Nel 2019 ho aperto Fiori d’Asia Editrice, una realtà editoriale multilingue, specializzata in letterature asiatiche. Oltre a collaborare con la China Writers Association, traduco anche opere di autori giapponesi e vietnamiti. Alcuni sono libri già editi nei Paesi d’origine, altri sono inediti che gli scrittori ci affidano per la pubblicazione in Italia. È un onore avere la stima di autori affermati e tradotti in tutto il mondo.
Un lavoro che le dà soddisfazione, vedo. Ma anche tante responsabilità. Cosa consiglia ai giovani che amano le lingue e le letterature straniere e intendono indirizzare il loro futuro in questa direzione?
Bisogna studiare molto, impegnarsi ed essere umili, senza la presunzione di sapere subito tutto e accettando il lavoro che viene proposto. Il percorso dello scrittore e del traduttore letterario è lungo e faticoso, occorrono anni per avere una preparazione adeguata. Consiglio di fare un’esperienza all’estero immergendosi nella cultura locale per apprendere la lingua nelle sue sfumature.
Grazie, mi auguro che qualcuno dei nostri lettori più giovani segua i suoi preziosi consigli. Ci dica, ha altri progetti editoriali in programma?
Ho tanti progetti, sia di traduzione sia di scrittura. Abbiamo appena pubblicato “Pianeti e ricordi”, una raccolta di racconti fantadistopici dell’autore cinese Wang Weilian. La prossima pubblicazione riguarderà un poeta tibetano di cui curerò anche la biografia. A ottobre uscirà il nuovo romanzo della scrittrice giapponese Satoko Motoyama e, nel contempo, sto scrivendo una nuova storia.
Ci vuole parlare del suo impegno al fianco di Domenico Faniello nella Casa del Menestrello?
Domenico Faniello è un amico e collaboratore; insieme abbiamo raccontato la cultura orientale presentando autori di calibro. È socio del Club dei Lettori della Letteratura Cinese, un progetto mondiale ideato dalla China Writers Association e che ha coinvolto, per l’Italia, Fiori d’Asia Editrice. La Casa del Menestrello è un ottimo salotto letterario che viene pubblicizzato anche in Cina.
Questa è una bellissima notizia. La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e la aspettiamo per aggiornarci sulle sue produzioni.

Fiori Picco
Nata a Brescia il 7 marzo 1977, è sinologa, scrittrice professionista, traduttrice letteraria ed editrice. Ha vissuto otto anni in Cina, dove ha insegnato cultura europea presso la Normal University della città di Kunming e ha svolto ricerche antropologiche. Dal 2007 è autrice SIAE trilingue e dal 2011 traduce opere di autori asiatici. Ha scritto una raccolta di racconti bilingue e sei romanzi, di cui uno in lingua cinese. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali per la narrativa e per la traduzione, tra cui il primo premio assoluto Pablo Neruda- autori in lingua straniera al Concorso Letterario Internazionale il Convivio 2022. Nel 2016, dalla Regione Lombardia, le è stato conferito lo Standout Woman Award per la cultura. Nel 2018 in Cina, al congresso internazionale di scrittori e sinologi, è stata insignita del titolo di “Friend of Chinese Literature”. Con Fiori d’Asia Editrice ha pubblicato i romanzi “Giada Rossa- Una vita per la libertà” , “Yao” e la versione in cinese “Yaowang” e, di recente, “Il Circolo delle Donne Farfalla- Mugao e Bhaktu”.
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