Intervista all’autore Giuseppe Bianco. Recensione di L’infinita storia delle piccola cose

Lei è autore di diversi libri e alla fiera presenta: Una splendida follia, di recente uscita, PAV edizioni; Figli di uno schizzo, Homoscrivens edizioni e L’infinita storia delle piccole cose, l’Erudita edizioni. Ci parli della sua esperienza, prima di direttore editoriale poi di scrittore. Come ha cominciato?

Ho cominciato nell’oramai lontano 2000 come scrittore, come racconta storie, pubblicando con la Spartaco Edizioni il mio primo libro ‘Lungo la strada del tempo’.

Scrittore promettente, ma in cerca di altre esperienze.

Mi resi conto che, avevo attraversato in lungo e in largo l’universo narrativo. Vari  Premi  Nazionali vinti, un Concorso lo organizzavo addirittura io, ‘Il premio Città di Caivano – Le parole per te ’. Nel contempo ero in giuria di altre manifestazioni, gestivo il sito ‘Le parole per te’ dando spazio a centinaia di iscritti. Scrivevo la pagina culturale di un giornale locale, insomma, mi mancava solo l’esperienza editoriale. Così fondai la ALBUSedizioni, inaugurandola con il mio secondo libro ‘Chiedilo all’amore’.

La Albus è stata sicuramente  una bella e ricca  esperienza, con l’alibi di mostre e fiere mi ha dato l’opportunità di uscire fuori dai miei soliti confini, non da meno, l’occasione di conoscere molte belle persone. Anche soddisfazioni, dopo qualche anno, oltre alla distribuzione nazionale generica, eravamo riusciti ad avere una distribuzione capillare in ben dodici regioni, cosa che molti Editori ancora oggi, a distanza di anni,  non hanno. Unico problema: mi toglieva tempo per la mia scrittura. Una passione vera la puoi mettere da parte, legarla a un palo, ma torna sempre, non finisce mai. Così dopo quasi dieci anni di attività e più di un centinaio di libri in catalogo, decisi di chiudere la Albus per  ritornare  alla mia vecchia passione: la scrittura.

Dopo una pausa durata più di un decennio nell’anno 2018 pubblico il mio terzo libro  ‘Figli di uno schizzo’, romanzo che segna il mio ritorno. Un anno dopo passo  alle stampe ‘L’infinita storia delle piccole cose’, libro con il quale vinsi il Premio Internazionale Navarro, a Sambuca di Sicilia (Pa), e qualche mese dopo mi classificai terzo al Costa D’Amalfi libri. Qualche mese fa, Settembre 2020 ‘Una splendida follia’, romanzo a cui sono molto legato. A novembre dello stesso anno, dopo mesi di lockdown esce il mio sesto libro, il primo di genere  erotico, se pur molto ironico ‘Esilaranti storie di anime scoperecce’.

Tutto questo mi ha lasciato un’esperienza significativa, valida in tutti i campi,  mi ha fatto capire che, una passione la puoi mettere da parte, fingere di dimenticarla, ma alla fine, ti arrendi ad essa, perché non ne poi fare a meno.

Quali sono le sue letture preferite, invece, e i suoi autori del cuore?

Amo molti gli  scrittori sudamericani, oltre a Marquez, Skarmeta, Coloane e Amado mi piace moltissimo Luis Sepulveda, che colloco tra i più grandi, non solo per i suoi importanti impegni umanitari, ma anche per il modo lineare che aveva di raccontare le storie dei sui libri. Tutte semplici, dirette, basate sulle emozioni,  non sulla costruzioni di frasi  con ‘enormi e astrusi’ paroloni. Il suo ‘Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’ è un libro che consiglio sempre a tutti e, quando posso, lo regalo. Non da meno ‘Diario di un killer sentimentale’ e ‘Il vecchio che leggeva romanzi d’amore’.

Anche molti italiani mi emozionano: il primo Camilleri, Luciano De Crescenzo, Niccolò Ammaniti, Andrea De Carlo e  il grande Dino Buzzati.  Insomma i libri lasciano molte esperienze, e di libri belli ce ne sono … oltre ai miei J

Vuole dare un consiglio agli autori emergenti o a chi solo ora scopre di avere un animo da scrittore?

Sono solo un racconta storie e non sono capace di dare consigli, farei sorridere me stesso. L’unica cosa che posso raccomandare, è  quella di seguire il proprio istinto e di farlo con continuità al di là dei risultati del momento.

Cosa si aspetta dalla Fiera del libro della Biblioteca suore di Montevergine?

Penso che sia un bellissima e valida iniziativa, certo on line non si percepisce il contatto umano, però i tempi questi sono e quindi bisogna adattarsi, ben vengano queste manifestazioni e sempre un applauso e un ringraziamento  a chi le organizza.

Cosa mi aspetto? Penso che in ambito letterario, come nella vita, faccia parte del buon senso non aspettarsi nulla, e nel contempo, nulla escludere. Insomma, riuscire sempre a pensare che, comunque vada sarà un successo.

L’Importante è farle le cose che, già di per sé, è molto difficile.

Grazie per la disponibilità.

Grazie a te.

GIUSEPPE BIANCO

Dal 2000 al 2008 ho vinto numerosi concorsi letterari sul territorio nazionale, sono stato membro di giuria in molti concorsi, ho gestito il sito letterario “Le parole per te” dove si dava spazio ad autori esordienti e più conosciuti. Ho organizzato per 10 anni il concorso letterario “Città di Caivano – Le parole per te”.  Curato ed inserito in varie antologie: “Le Parole per te” Giulio Perrone editore, “Faximile – riscritture di opere letterarie” Fratelli Frilli editori, “Vedi Napoli e poi scrivi” Kairos Edizioni.   “Il baule delle storie perdute” Edizioni ArabaFenice. 2007/2015 Direttore editoriale della casa editrice ALBUSedizioni. Pubblicato tre libri 2001 “Lungo la strada del tempo” ed. Spartaco.  2007 “Chiedilo all’amore” AlbusEdizioni. Poi una lunga pausa di vita accumulando storie da raccontare  e, nel   2017 un nuovo inizio “Figli di  uno schizzo” ed. Homoscrivens,  libro che segna il ritorno dopo una lunga distrazione. Luglio 2018 secondo classificato con il racconto “Flavia e l’altra” al Concorso Letterario Roccagloriosa. Dicembre 2018 nuovo libro “L’infinita storia delle piccole cose” L’Erudita edizioni. Maggio 2019 giuria nel premio Scriptura di Nola (Na). Maggio 2019 premio speciale al Concorso  “Paolo Zilli – L’arte della parola”. Maggio 2019 il libro  ‘Linfinita storia delle piccole cose’ vincitore del  Premio Internazionale Navarro XI edizione 2019, organizzato da ‘The International Association Of Lions Clubs’. Maggio 2019 il racconto “L’amore vero non muore mai” selezionato per il libro “Caro Maschio che mi uccidi” Edizioni Fusibilia. Luglio 2019 “L’infinita storia delle piccole cose” terzo posto al Premio COSTA D’Amalfi. Anno 2020, lo scritto “Il rumore del cuore” si classifica al secondo posto non Premio Letterario Nazionale “Sabrina Favino”, Roma. Settembre, esce il libro “Una splendida follia”. Ottobre, nuovo libro “Esilaranti storie di di anime scoperecce”

LA SUA SCHEDA NELLA FIERA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA SUORE DI MONTEVERGINE

Recensione della raccolta di racconti L’infinita storia delle piccola cose

In Proprio in Ieri, quasi una prefazione, il primo degli 11 racconti della raccolta, l’autore indica una chiave di lettura e con questa chiave mi sono addentrata nelle storie del libro.

Il tempo passato sembra diventare luogo e da subito si viene proiettati su un piano filosofico che sottende in modo più o meno esplicito a tutta la narrazione, pur non essendo questo un libro prettamente filosofico. Così con leggerezza, speculando fra sé sul significato della vita e del lavoro come mezzo di sussistenza materiale, con ironia, l’autore introduce la chiave principale: il tempo/spazio/luogo, che diventa una ossessione matematica, quella dei numeri che si susseguono, si accavallano, poi diventano giorni, ore, minuti, secondi.  Poi un’altra immagine che amplifica il concetto, quella del tempo come flusso, che si insinua nel racconto Il valzer delle ore.

Il tempo/flusso corre, a velocità diverse. Le ore passano, gettate via, inutilmente e pericolosamente, dall’io onirico che le stacca dal quadrante di un orologio per gettarle nel fiume della vita, che scorre e porta lontano le cose vissute, anche quelle perse, quelle non custodite in quel tempo/luogo che è il passato, perse per sempre. Del resto tutto scorre, tutto passa, concetto riferibile ad Eraclito di Efeso vissuto tra il V e il VI secolo a. C. e “C’è sempre tempo fin quando non ti accorgi di non averne più”, sottolinea il nostro autore proprio in questo brano.

Un’altra faccia del tempo viene presentata poi ne Il nomade dei ricordi.

«Lo so che devo lavorare alla Transfer – dice Mario , inebetito ormai dalla ripetitività dei movimenti della macchina cui lo hanno assegnato – è una eternità che lo faccio!!!»

Il tempo qui diventa una ossessione, ciclico e ripetitivo, alienante per il protagonista.

Ma il legame tra vita personale, tempo e lavoro diventa sempre più forte in ogni racconto. La realizzazione lavorativa,  come mezzo di sopravvivenza materiale decreta, come per Mario, la morte dei sogni e delle ambizioni, mentre l’ossessione per la carriera finisce per annientare Giovanni, che trae come unico interlocutore del suo disagio un barbone.

La visione del mondo lavorativo nel romanzo è decisamente traslata su un piano di estremizzazione e in qualche scena mi ha ricordato il film di Chaplin Tempi moderni, un film che fa ridere e pensare. È quello che accade quando il lavoro di gruppo non produce gli effetti positivi promessi ma esaspera le distanze tra gli uomini/macchina, vincolati da una parte da capi/lecchini che rispondono alla dirigenza e dall’altra dal rapporto con le macchine e col tempo.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.