Intervista all’autrice Michela Marano

Non ci siamo mai incontrate nonostante frequentiamo gli stessi ambienti culturali. Spero che accadrà quando questo tempo di distanziamento sarà terminato. Ha portato in fiera tre dei suoi lavori tra poesia e prosa: Fili d’aria riflessi, Dialoghi sotterranei e Frammenti in-versi. Ci parli un po’ di sé e del suo impegno all’Università Irpina del Tempo Libero, che speriamo possa riaprire presto le sue attività in presenza.

Vivo con soddisfazione piena gli interessi culturali, letterari che coltivo da parecchi anni. La passione letteraria è un ottimo completamento, è forza, coraggio nei momenti di scoramento, è possibilità di alienarsi dalla desolazione, dall’anemia dei nostri tempi. Sono sempre in buona compagnia: la lettura, la scrittura sono ottimi compagni di viaggio, da cui ricevo esperienze pratiche. Vede, quando si parla della cultura umanistica, essa viene deprezzata, se non disprezzata addirittura: si pensa, erroneamente, che essa non dia insegnamenti pratici. Beh….ti confermo che, al contrario, c’è un’immediatezza, una risposta pratica tanto evidente. Ci sono messaggi, passaggi di pensiero che si sedimentano ovunque. Questa considerazione è stata una connotazione ferma e costante dei miei studi universitari, iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia: ricordo con piacere i seminari, gli incontri anche con personaggi dello spettacolo, come Alberto Sordi che nel 2002 all’Università degli Studi di Salerno, tenne una lezione magistrale sugli spazi letterari nella cinematografia, oppure le letture degli Idilli leopardiani di Lydia Alfonsi. Quindi, ieri come oggi, passione intensa per lo studio e al tempo stesso curiosità: di qui gli approfondimenti, le ricerche personali (ricordo che quando sostenevo gli esami, acquistavo non solo i testi canonici, consigliati, ma attingevo anche dalla bibliografia) e l’interesse a ricavare sempre i particolari, a guardare meglio ogni cosa (confesso che sono legata al binocolo che porto con me nelle passeggiate, infatti adoro camminare a piedi perché è una pratica che mi consente di mettere sotto la lente di ingrandimento ogni dettaglio, pratica adatta alla mia lenta ma ‘riflessiva’ natura meridionale). E, tra svariati impegni, c’è anche l’Università Irpina del Tempo Libero: ottimo presidio culturale, di divulgazioni plurivoche in una città di provincia che sulla carta geografica rischia di perdere la sua identità. Altrove, infatti, si pensa che le nostre tradizioni irpine siano vicine a quelle del capoluogo di regione. È un processo di assimilazione che comporta una vistosa distorsione della realtà. L’Irpinia è un microcosmo di valori, studi, tradizioni, geo-storia, cultura a sé, da differenziare e da preservare.      

Sa già che apprezzo la sua scrittura. Quando ha iniziato a scrivere versi e perché?

C’è corrispondenza di anni: con l’inizio dell’università, i primi accenni di scrittura. Poi col tempo, scrivere, annotare su moleskine è diventato una consuetudine, posso dire ‘la cura quotidiana’. Come la somministrazione di un farmaco: serve ad attutire il dolore, a guarire. Scrivere per me significa trovare un rimedio alle distorsioni, alla miopia se non cecità, che abbiamo intorno. È una felice evasione dalle sbarre di un’omologazione sempre più stringente. È vero, oggi gli scrittori sono ascoltati poco, troppo poco perché l’attenzione declina su un altro asse, quale la comunicazione violenta che proviene da più ambienti, le farse che si vedono in certe aule (proprio quelle aule che dovrebbero rappresentarci), numeri e dati di facili promesse, chimere di dadi. È in atto da un po’ di anni un processo di assuefazione alla facilità. Si è troppo abituati al facile e alle apparenze del facile, proprio quelle apparenze che pongono un velo tra la percezione del reale e il pensiero critico. Alla vita facile, preferisco la vita semplice: l’esattezza che viene dall’essenziale. Quindi esattezza ed essenziale: chiavi di lettura delle mie opere, strumenti di precisione del mio labor-limae.

Cosa vuole consigliare a chi intraprende quest’arte?

Consiglio innanzitutto di essere giardinieri della semplicità del proprio tempo: la scrittura non vuole fretta, orpelli, fregi barocchi, perché deve estrarre, proprio come un bisturi chirurgico, la parte infetta, la causa e la conseguenza dello sfregio ai nostri piccoli universi. Pensiamo al miele e all’assenzio di Lucrezio che nel I libro del De rerum natura vuole spiegare i motivi della sua divulgazione filosofica epicurea proprio come fanno i medici che somministrano ai fanciulli il disgustoso assenzio cospargendo l’orlo del bicchiere di dolce miele, per ingannare gli ingenui fanciulli. Ma intanto questi bevono fino in fondo il succo amaro dell’assenzio e, sebbene ingannati, non ricevono danno, al contrario, riacquistano la ‘salute’, ‘si rigenerano’. Chi scrive deve partire da questo paradigma. Prima accennavo all’Irpinia, al suo microcosmo da salvaguardare, da salvare: terra che forse più di qualche altra testimonia la necrosi delle ferite lunghe di anni. Chi scrive deve narrare per proporre una cura, un rimedio. In buona parte dei versi pubblicati, insisto sul rimedio alla desolazione, alla depressione di questa parte d’Italia, l’Irpinia, che non ho mai lasciato: terra luminosa, di bellezza che abbaglia, nonostante le ombre gettate da qualcuno.

Cosa si aspetta dalla Fiera del libro della Biblioteca suore di Montevergine?

La Fiera è un modo di conoscere non solo gli interni della Biblioteca, i testi in dotazione, il fondo librario e le donazioni, e la Biblioteca suore di Montevergine ne è ricca in proposito, ma è anche un modo per accostarsi alle poetiche, ai canoni di altri autori. In Fiera ho proposto tre opere, due raccolte di versi, in cui è centrale l’attenzione per la linea meridiana, specialmente in Frammenti in-versi, e per l’origine, evidenza forte di Fili d’aria riflessi, dove anche l’immagine di prima di copertina ripropone uno scatto personale del fiume Sabato, luogo d’origine. A seguire un’opera in prosa, Dialoghi sotterranei, con le attenzioni che le tante voci narranti chiedono al narratario: è l’ascolto di brevi resoconti di vita che facilita il trapasso, l’accettazione, tutta pazientemente umana, di un passaggio che recide i fili della vita mortale. A breve, inoltre, presenterò un saggio su Carlo Levi, lavoro cui è stato riconosciuto il patrocinio del Comune di Matera. Per concludere l’evento fieristico produce sempre nuovi scambi culturali: al giorno d’oggi lo scambio culturale, e la buona comunicazione, dovrebbero avere prerogative, precedenze, priorità, invece si preferiscono altre forme di scambio, altre forme di comunicazione che, purtroppo, sbiadiscono sempre più il dialogo con l’essere.   

Grazie per la disponibilità.

Michela Marano

Docente di materie letterarie e scrittrice, ha collaborato con il settimanale cattolico irpino Il Ponte. Ha pubblicato nel 2013 la raccolta Frammenti in-versi per Delta 3 Edizioni. È stata inserita in antologie a carattere nazionale come Il Federiciano-libro blu di Aletti Editore di Villalba di Guidonia, Napoleone Vitale e San Leo dell’editrice Artemia di Reggio Calabria. Ha pubblicato la raccolta di racconti Dialoghi sotterranei, Europa Edizioni, Roma, 2019. È presente nella Storia della poesia irpina 2 di Paolo Saggese. È vincitrice di premi internazionali: Premio Europeo di Poesia XXV Edizione 2011, Lecce; premio Qualità e Merito, settore talenti (Centro Culturale Europeo Aldo Moro), Lecce, 2011; Premio internazionale sezione poesia “Tulliola-Renato Filippelli”, Formia, 2014; Premio poesia Minturnae, sezione Giovani “Ornella Malerio”, Minturno, 2015; Premio internazionale sezione poesia “Tulliola-Renato Filippelli”, Poesia narrativa saggistica – Premio della legalità contro le mafie, sezione Opere di saggistica su Renato Filippelli, Formia, 2016; Premio Leivi, Premio speciale città di Leivi, 2016. Partecipa a incontri e dibattiti di natura culturale/letteraria.

LA SUA SCHEDA NELLA FIERA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA SUORE DI MONTEVERGINE

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.