Intervista di Maria Teresa De Donato a Roberto Roganti
Carissimi Lettori e Lettrici,
oggi ho il grande piacere di ospitare un caro amico e collega Autore e Blogger: Roberto Roganti.
Roberto è nato nel 1957, modenese, ed è un ex fisioterapista libero professionista, che si occupa a tempo pieno e per hobby di promozione culturale, iniziando proprio dalla musica classica.
Tante sono le attività in cui Roberto si è cimentato e che includono anche collaborazioni come speaker di web radio, ma, come al solito, preferisco lasciare la parola al mio ospite.
MTDD: Ciao Roberto e grazie per aver accettato di partecipare a questa nostra intervista.
RR: Grazie a te per avermela proposta, fa sempre piacere trovare qualcuno che si interessi a quello che fai. Vero, ho molti hobby e mi piace condividerli con gli altri… mi piace fare cultura, qualsiasi essa sia.
MTDD: Roberto, abbiamo iniziato con una tua brevissima presentazione. Vorresti elaborarla raccontandoci un po’ più di te?
RR: Sto veleggiando verso i 70anni… ormai manca poco, ma come dice mia moglie, ho ancora 10 anni e spesso mi comporto come un ragazzino. Non sto certo qui a tediarvi con la mia vita… ci vorrebbe un libro per descriverne solo una parte, ma preferisco passare agli ultimi anni… ultimi… quasi venti, quelli insomma che mi hanno visto sbocciare come informatore culturale. Prima mi ero dedicato allo studio di Medicina e Chirurgia con l’intento di diventare cardiochirurgo, poi mi sono arenato per vari fattori della vita e dopo un anno vissuto a Bordeaux per imparare l’arte fisioterapica, oltre a quella enologica, culinaria, linguistica e … francese, ho vinto il concorso per diventare fisioterapista, attività che ho svolto per oltre trent’anni, sia in un mio studio privato sia come FKT nel settore dell’Handball (pallamano), dalla serie A a quelle minori. Verso il 2007 ho cominciato a tirare i remi in barca, così, non so neppure io come, ho iniziato a frequentare un sito nel quale recensivo i ristoranti dove mi capitava di andare a mangiare. Dai e dai, mi è saltato al dito la passione per la poesia, prima in lingua e poi in vernacolo. È cominciata per me una nuova vita, fatta di gozzovigli e scritture… e anche pubblicazioni, purtroppo queste sono andate esaurite, non sono più in commercio. Libri di poesie e tre volumi di chiacchiere eno-gastro-culinarie, dove ho inanellato le mie ricette di cucina e le chiacchiere assieme alle oltre 200 recensioni dei ristoranti dove mi ero nutrito nei tre anni di mia affiliazione a quel sito. Fuori da quel giro ho continuato con la poesia, facendo anche qualche concorso, piazzandomi bene; poi ho iniziato così… a scrivere raccontini e mi sono accorto che la maggior parte erano thriller-gialli, moriva quasi sempre qualcuno. Si vede che le mie letture poliziesche fatte da ragazzo stavano dando i loro frutti. Una mattina mi sono svegliato con una strana idea: trasformare un raccontino di tre pagine in un romanzo giallo, ma con precise caratteristiche! Ma forse sarebbe meglio parlare di questa cosa in un altro contesto… cavolo, mi sono fatto prendere dalla foga di scrittore…
MTDD: Malgrado tu ti occupi di cultura a 360˚ oggi vogliamo soffermarci sul tuo impegno in ambito musicale.
Per chi non lo sapesse, da più di due anni collaboriamo per la stesura di articoli sui nostri rispettivi blog. Sul mio hai una tua Rubrica intitolata Il Mese Classico in cui presenti regolarmente compositori, alcuni famosi altri meno conosciuti, ma che rivestono comunque una notevole importanza nel panorama della musica classica. In ogni articolo spieghi in maniera piuttosto dettagliata non solo la vita di questi personaggi, ma anche le particolarità delle loro produzioni musicali presentandoci alcune delle loro opere.
Io, personalmente, non avendo nessun tipo di preparazione in questo settore, ma solo una grande passione per la musica classica, ereditata da papà Vincenzo, sto imparando molto grazie a te e sono veramente felice di questa nostra collaborazione e di tutte le informazioni che provvedi proprio tramite questa Rubrica. Invito i nostri lettori, quindi, a seguire con entusiasmo i tuoi articoli.
RR: La cosa mi fa molto piacere. Il tutto deriva dai luoghi dove sono nato. Qui a Modena, o meglio, in Emilia Romagna, c’è un grande culto per questo tipo di musica, diciamo soprattutto per la lirica, ma avendo io, fin da piccolo, studiato pianoforte… questa musica celestiale mi pervade l’anima ogni volta che la sento. Programmando i post sul tuo blog e soprattutto sul mio, dove ne posto ben tre a settimana, ho scoperto anch’io una miriade di compositori classici di cui o non avevo mai sentito parlare o qualcosa mi era giunto all’orecchio. Così sento la gioia nel cuore quando qualcuno mi fa i complimenti per le scalette scelte. Ultimamente ho adottato una spiegazione più “slinda”, sciolta e veloce. Metto un solo brano, mirato, dell’autore, se interessa o piace sarebbe giusto che chi legge facesse una propria ricerca per scoprirlo. È un modo come un altro per dare a tanti un motivo per fare ricerche costruttive.
MTDD: Spero siano in molti a raccogliere questo invito.
Tornando alle tue attività… Da fisioterapista libero professionista sei approdato alla promozione culturale, alla scrittura e alla musica.
Come è avvenuto questo passaggio e come è nata questa tua passione per la musica classica?
RR: In un certo senso ho già risposto a questa domanda. Si potrebbe semplificare dicendo che per la scrittura ero abbastanza bravino anche da giovane, ma la coltivavo pochissimo, e poi come ho detto, è sgorgata predominante dovendo descrivere pranzi e cene a cui partecipavo; per la musica, l’avevo dentro dalla nascita… mia madre è di Parma e Parma vuol dire Verdi; io sono di Modena e Modena vuol dire Pavarotti, Freni, Kabaivanska… tutta lirica, è vero, ma la lirica c’è perché la musica classica le fa da sottofondo. Diciamo che la botta finale l’ho data con la mia professione. Nel mio studio ascoltavo musica tutto il giorno… un sottofondo per i miei pazienti mentre facevano le cure… e ascolta questo e ascolta quell’altro, mi sono fatto una mega cultura. Se farete un giro nel mio blog, poetineranti.blogspot.com, vedrete che ho una serie di rubriche dedicate alla musica: Classica, AcidJazz, Blues Jazz, ProfressiveRock, ItalianProgrRock e NewAge… il resto è letteratura.
MTDD: Come è nata l’idea della Rubrica Il Mese Classico?
RR: Confesso che quando me lo hai chiesto sono stato felicissimo. Avrei voluto farlo settimanale, ma ci siamo accordati per un paio di post al mese e giocoforza lo abbiamo chiamato Mese Classico… comunque io sono sempre pronto a partire per una pubblicazione settimanale, se i tuoi lettori lo chiedessero…
MTDD: Grazie Roberto per la disponibilità.Ti farò sapere.
Quanto è importante in questo nostro mondo, volto sempre al futuro, alla moderna tecnologia, all’Intelligenza Artificiale e alla continua sperimentazione e ricerca del nuovo, approcciare i compositori classici e le loro produzioni? Possono ancora ispirare e se sì, perché, in che modo?
RR: Bella domanda. Quello che molti non sanno è che alcuni anni fa sono finite tutte le possibili combinazioni di accordi musicali. Quindi nel mondo d’oggi c’è il forte rischio di plagio. Ecco perché sono nati generi particolari e strani. A volte possono parerci dissonanti, invece hanno una loro connotazione precisa, cioè cercano di uscire da quei canoni dandoci sonorità completamente opposte a quelle a cui il nostro orecchio è abituato. Avete presente Arnold Schönberg? Ha scritto musica al di fuori dalle regole del sistema tonale ed è stato, con Josef Matthias Hauer, uno dei teorici del metodo dodecafonico, basato su una sequenza, musica seriale, comprendente tutti i dodici suoni della scala musicale cromatica temperata. Mi rendo conto che il discorso sia difficile, come è difficile appropinquarsi a queste composizioni, ma ascoltandole più di una volta, si riesce a comprendere il loro vero valore. Vi ricordo Alban Berg, di cui abbiamo parlato sul blog di Maria Teresa, ma ci sono pure un paio di italiani di cui parleremo più avanti, va, me lo segno, per il mese di Luglio vi proporrò Malipiero e Dallapiccola.
MTDD: Tra i compositori musicali classici – maggiori o anche i meno conosciuti al grande pubblico – quali sono stati considerati ‘rivoluzionari’ o quantomeno altamente ‘innovativi’ per l’epoca in cui vivevano? Puoi farci degli esempi di coloro che hanno rappresentato una svolta rispetto ai loro contemporanei?
RR: Questa è una domanda assai difficile. Ne ho parlato un po’ nella precedente per quello che riguarda la dodecafonia; ma ci sono altri generi quasi scordati nei secoli, che sono stati ripresi, musiche baroccheggianti della fine del 1600, rinate con composizioni denominate Partita, soprattutto da alcuni nostri compositori: Casella, Ghedini, Petrassi, Dallapiccola; oppure c’è il Gruppo dei Sei, che fu un circolo musicale sorto spontaneamente a Parigi attorno al 1920 del quale fecero parte i compositori francesi Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric e Louis Durey. Portavano avanti uno spirito nazionalista, che tendeva alla rifondazione della musica nazionale francese. Raccoglievano in sintesi l’eredità musicale di Erik Satie ed ebbero dalla loro parte lo scrittore Jean Cocteau. Non scordiamoci poi il Gruppo dei Cinque, compositori classici non professionisti (alcuni avevano intrapreso ad esempio la carriera militare) capeggiati da Milij Balakirev che, a partire dal 1856 circa, diedero origine a San Pietroburgo a un filone musicale tipicamente russo. Oltre a Balakirev e a Cezar’ Kjui, dal cui incontro il gruppo ebbe origine, ne facevano parte Modest Musorgskij (aggiuntosi nel 1857), Nikolaj Rimskij-Korsakov (1861) e Aleksandr Borodin (1862). Prima di loro, Michail Glinka aveva lavorato per definire uno stile musicale tipicamente russo e aveva scritto opere basate su soggetti russi, ma il Gruppo dei Cinque fu il primo tentativo mirato allo sviluppo di tale stile musicale.
MTDD: Come sono stati visti ai loro tempi? Sono stati apprezzati, scherniti o persino condannati per aver in un certo senso voluto rompere con il passato?
RR: Diciamo che non è sempre stato il pubblico a fregarli, bensì si sono fregati da soli, per invidie fra di loro, per vita sregolata e per malattie contratte in giro per il mondo. Questi personaggi viaggiavano molto più di noi e con mezzi molto più scarsi… spesso non guadagnavano bene e poi crepavano miseramente in povertà. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
MTDD: Che tristezza!
Quali consigli daresti a qualcuno che volesse approcciare i compositori classici? Da dove o da chi dovrebbe partire?
RR: Facile… Io partirei dagli sconosciuti a cavallo tra il 1850 e il 1950, se ne prende uno e lo si ascolta, non importa chi sia, l’importante è stare lì a occhi chiusi mentre la musica accarezza le orecchie. Poi pian piano viene voglia di sentire qualcun altro.
MTDD: C’è qualche aspetto dei compositori classici e/o della loro musica che non abbiamo menzionato e di cui sarebbe invece utile parlare?
RR: Sinceramente direi di no… ah sì… non fatevi prendere dalle mode e ascoltate tutti… Nella musica non esistono confini, le guerre non entrano e i nemici non esistono.
MTDD: Infatti. È bene ricordarlo. L’Arte, in questo caso specifico la Musica, non ha nazionalità, né confini né barriere… ma è, al contrario, Patrimonio dell’Umanità.
Chi volesse seguire le tue attività, o anche contattarti, in che modo potrà farlo?
RR: Mi trova sul blog: https://poetineranti.blogspot.com/ oppure mi cerca su facebook: https://www.facebook.com/roberto.roganti.52/ – volendo può anche scrivere Roberto Roganti in google, se ve ne compare uno affiancato al soprannome Grog, sono sempre io.
MTDD: Grazie, Roberto, per aver partecipato a questa nostra intervista. Ti aspetto per le altre.
RR: Grazie Maria Teresa, è stato un vero piacere.
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