La fraternità universale di Salvatore Sciannamea. La recensione di WWWITALIA
Cos’è la vera fraternità? Un’utopia, un desiderio o realtà? Cosa può significare oggi sentirsi fratelli?
Nel suo saggio, don Salvatore Sciannamea, rettore del Santuario del S.S. Salvatore del Goleto, a Sant’Angelo de’ Lombardi (AV), prospetta delle vie di salvezza. Partendo dalla spiritualità dei Piccoli Fratelli Jesus Caritas e del fondatore Charles de Foucauld, proclamato santo ieri da papa Francesco, e dall’enciclica Fratelli tutti, pubblicata nel 2020, don Salvatore analizza innanzitutto il dono dell’accoglienza. Quella praticata nelle religioni monoteiste, in cui il viandante, il pellegrino, il rifugiato assume le sembianze del ‘mandato da Dio’. Il Vangelo, sappiamo, più volte esorta a vedere Cristo nei fratelli bisognosi. L’autore un po’ alla volta introduce però un concetto molto forte, che va al di là di questo, basato sulla differenza tra “solidarietà”, che viene da solidus, e “sicurezza”. La prima, avverte l’autore, permette di offrire il mutuo soccorso, in cui i beni dell’uno coprono le necessità dell’altro in uno scambio fruttuoso, rendendo reale l’utopia della fraternità. La seconda impedisce le relazioni e ci indice a vivere di reciproco sospetto, negando del tutto il concetto di fraternità. Oggi, sottolinea don Salvatore, viviamo nella ricerca e tutela della sicurezza, a discapito della solidarietà. Per vari motivi, legati all’emigrazione di massa o alla pandemia.
Il tono con cui l’autore, cui è affidata anche la cura delle anime, affronta questi argomenti non è accusatorio, piuttosto pacato e analitico, ma ciò che scrive ci impone una riflessione importante sulla nostra vita, sulle nostre reticenze ad abbracciare la possibilità di vivere la fraternità in questo mondo. Sia a livello personale che a scala più grande.
A ridosso della canonizzazione del piccolo uomo, che non ambiva alla santità ma al colloquio e alla fraternità al di là del credo, che trascorse la sua vita a conoscere gli altri, a rispettarli, dando vita in questo modo, dopo la sua morte, a un proliferare di cenacoli di fraternità che non avrebbe neanche immaginato, quel Charles de Foucauld cui don Salvatore fa vivace riferimento, l’uscita di questo libro è particolarmente propizia, innanzitutto perché chiarisce in poche e forti pagine alcuni concetti basilari dell’essere cristiani, ma anche perché aiuta a comprendere l’universalità delle idee evangeliche.
Un libro contro la guerra, potrebbe essere definito, senza che parli di guerra, senza che parli di pace. Ma solo di fraternità universale.
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