La Giornata della Memoria 2023 ad Avellino

Stamattina l’Istituto Agrario “F. De Sanctis e O. d’Agostino” di Avellino ha celebrato la Giornata della Memoria con una conferenza rivolta agli alunni. Presenti al tavolo, oltre al dirigente scolastico, ing. Pietro Caterini e la prof.ssa Filomena Donatiello, coordinatrice del progetto, il Generale di Divisione Attilio Claudio Borreca e la storica e scrittrice Gaetana Aufiero.
Il Generale ha presentato una panoramica dell’impegno italiano nelle missioni di pace nel mondo. “Svolgiamo diverse missioni che sono necessarie a fare sì che gli accordi di pace vengano rispettati. I contingenti sono multinazionali attingendo dai paesi della Nato. La protezione di patrimoni dell’umanità in Kosovo, dove ho comandato un contingente, per esempio, rientrava nei nostri compiti, come l’aiuto alle popolazioni locali con ambulatori medici e attività sportive; ricordo che abbiamo rifornito l’ospedale anche di gasolio.” Ma L’Aufiero ha ricordato anche l’impegno del militare a soccorrere gli irpini dopo il terremoto dell’80.
A lei è andata la staffetta in questo giorno della memoria che ha portato ai ragazzi insieme al racconto delle ricerche in cui è stata impegnata. Commossa per i ricordi che la legano a questo istituto e al fratello con cui ha condiviso gli studi nel convitto, ha ricordato Sabato Aufiero, che è andato via nel 2013; era un Generale dell’Esercito, osservatore ONU in Iran per la missione UNIMOG e appassionato di storia che, come la sorella, ha accumulato documenti e una estesa biblioteca storica di cui ha fatto dono all’Istituto. Anche al suo ricordo e al suo impegno è stata dedicata questa giornata nell’Istituto.

“La città di Avellino era distrutta dopo la guerra”, ha raccontato la studiosa. “Dopo la guerra c’è stata la rimozione per la vergogna di anni in cui anche la nostra Italia ha partecipato alla Shoah. Della guerra non parlava piú. Al liceo classico, che ho frequentato, non si parlava della verità. Poi, dalle ricerche che ho condotto in archivio, ho scoperto la figura di Giovanni Preziosi di Montella, un nostro conterraneo uno dei più feroci persecutori di ebrei durante la Shoah. Si uccise gettandosi davanti a suo figlioletto dalla stanza di un albergo di Milano, mentre arrivavano gli alleati. Era destinato a guidare la Repubblica di Salò prima della liberazione di Mussolini.”
Poi la Aufiero ha voluto ricordare la figura di Elisa Springer, reduce dai campi di concentramento, con un numero tatuato sul braccio, che si innamorò di un fascista che le chiese di non rivelare mai a nessuno le proprie origini, neanche al figlio. Dopo la morte del padre lei rivelò la verità a Silvio, che decise di prendere anche il cognome della madre; sposò, in seguito, una donna che non accettava le sue origini e che lo lasciò, allontanando da lui anche le figlie. La Springer ha consegnato questo racconto a Gaetana e tra le due donne lei si è creato un rapporto molto stretto. Silvio, da medico, aveva perfino fatto una ricerca sugli esperimenti nazisti sulle donne incinte, da cui aveva scoperto che veniva prelevato il liquido amniotico per fare creme di bellezza. Poi ha dovuto abbandonare questa ricerca ed è morto presto.
“I testimoni stanno scomparendo, ne restano veramente pochi, per motivi anagrafici”, ha ammonito così il giovane uditorio, iniziando il racconto una storia più vicina a loro. “Ho scoperto che questa scuola stata occupata dai canadesi, che bruciavano i libri per scaldarsi. Il preside dell’epoca, resosi conto di ciò che stava accadendo alla biblioteca storica, scambiò le bottiglie di cognac, che aveva fatto nascondere in un muro, con i libri, così li salvò. Dopo il terremoto furono ritrovate altre bottiglie sfuggite al saccheggio e ne conservo una per ricordo di quelle vicende.”
E c’è anche dell’altro: così la scrittrice ha voluto ricordare un uomo che faceva l’assistente nella scuola, Guido Bemporad, nato a Napoli nel 1912. “Era molto bravo nel suo lavoro, ma nel ‘38 ci fu il censimento degli ebrei in Italia e lui fu allontanato e poi inghiottito dal buio della storia… una storia umana rimossa che ho scoperto e la cui memoria oggi voglio condividere con voi”, ha concluso invitando tutti ad approfondire la storia anche attraverso i cartelloni esposti nella mostra allestita con i materiali e i documenti che lei stessa ha fornito all’Istituto.
L’esposizione resterà aperta fino al 3 febbraio e sarà visitabile nell’Auditorium ogni giorno dalle 10 alle 13 dagli studenti accompagnati dai loro docenti.
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