L’angelo della speranza, recensione e intervista all’autore

L’angelo della speranza , colloqui con Anselm Grün, di Giovanni Capurso, Elledici editrice, pp.31, € 4,50

Intervista e recensione all’autore di Maria Paola Battista

Dopo Il sentiero dei figli orfani leggo volentieri la nuova pubblicazione di Giovanni Capurso: L’angelo della speranza. Il libro riporta un’intervista in cui il giornalista e filosofo Capurso colloquia con Padre Anselm Grün. L’Autore racconta brevemente del suo arrivo, accompagnato dalla moglie, presso l’abbazia di Münsterschwarzach dove poco dopo scorge la sagoma del Padre benedettino.

I temi affrontati nell’intervista sono importanti, solenni. Si parla di esistenza nel vero senso della parola e lo si fa con dolcissima serenità, quasi meditando.

Che cosa è il silenzio? E, nello stesso, tempo si può ascoltare gli altri tramite il silenzio?

Le parole di Padre Anselm mi sembrano estremamente benefiche in un momento così tumultuoso per tutta l’umanità, sono rasserenatrici e davvero mettono in pace con se stessi.

Io penso che questo sia il miglior pregio del colloquio: mantenere una solidità emotiva che solo gli uomini di Fede possono avere.

È un libro quello di Capurso in cui davvero il lettore potrà, ancora più del solito, trovare risposte a domande e disagi propri come anche dare una interpretazione di alcuni temi religiosi.

Di seguito la mia intervista all’autore Giovanni Capurso.

Le chiedo, innanzitutto, per i nostri lettori chi è Padre Anselm Grün e, in secondo luogo, come mai un’intervista proprio a lui?

Parto da una mia convinzione: per prolificità e per ampiezza di pensiero, Anselm Grün è il principale pensatore cattolico vivente nel panorama internazionale. Basti dire che è autore di oltre trecento pubblicazioni, alcuni dei veri e propri best seller. È anche un monaco benedettino, una condizione strettamente collegata al suo pensiero visto che l’aspetto più rilevante della sua riflessione è legato alla riproposizione della spiritualità e dell’etica del lavoro di san Benedetto per l’uomo del nostro tempo.

Filosofia, religione e psicologia si intrecciano e si fondono nel suo libro. E questo rappresenta una novità in quanto la storia della filosofia ci presenta la maggior parte dei filosofi come atei e gli psicologi molto lontani dalle teorizzazioni religiose. Perché allora Padre Grün, monaco benedettino, fa spesso riferimento alla filosofia e alla psicologia?

Nei primi secoli la spiritualità era una forma di psicologia perché i monaci guardavano alla conoscenza di sé. Per padre Anselm la psicologia ha la funzione di guidare alla conoscenza di se stessi, qualcosa che tuttavia non può sanare. La psicologia ha primariamente il compito di aprire la verità di noi stessi, di metterla alla luce.  Tuttavia è solo la fede che dà risposte di senso ai bisogni dell’uomo. E questo è molto importante anche da un punto di vista terapeutico. 

La religione e la fede sono considerate il più delle volte lontane dalla vita di ogni giorno e dai problemi della quotidianità eppure la loro immortalità le rende sempre attuali come del resto è la filosofia. Quali sono, a suo parere, gli elementi che le accomunano?

La fede è cieca senza ragione, la ragione gira a vuoto senza la fede, dicevano i filosofi della Scolastica. L’uso della ragione è fondamentale per non cadere nei fondamentalismi: l’accettazione di precetti religiosi senza essere umanizzati può avere sulle vite delle persone degli effetti devastanti. Pensiamo ad alcune aree del mondo: vengono imposte delle regole come il burka e tutte quelle consuetudini estremamente umilianti per le donne perché vengono accettati dei precetti religiosi senza essere rischiarati dalla ragione.  

La prima sensazione che ho provato leggendo la sua intervista è stata di benessere, mi è sembrato davvero di essere stata collocata in un luogo di pace e di serenità pur non avendo mai avuto esperienza di meditazione. A lei, invece, prima come uomo e poi come docente e cultore della filosofia, cosa ha dato questa occasione?

La mia sensazione è stata praticamente la stessa. Padre Anselm caratterialmente è così come appare: sorridente, sereno, gioviale. Da docente di filosofia, questo incontro mi ha fatto capire come, soprattutto oggi, in qualsiasi lavoro abbiamo bisogno innanzitutto di pace e serenità. La spiritualità benedettina, in tal senso, in una società estremamente ansiogena come la nostra, può essere assolutamente rivalutata. Molti uomini sono in fuga da se stessi, non sanno cosa vogliono dalla vita, perché sono attratti da una miriade di elementi inutili o superficiali.

Il libro ha come titolo L’angelo della speranza. Che cosa è la speranza nel 2021?

La speranza è ciò che in fondo ci rende la vita sopportabile e degna di essere vissuta. Senza speranza ci mancherebbe l’ingrediente fondamentale per aprirci al futuro. Dobbiamo capire che l’esistenza, in fondo, è una sorta di altalena con la quale si passa ciclicamente tra gioia e dolori, tra bene e male. Il positivo ha sempre bisogno dialetticamente del suo opposto e viceversa. Se siamo consapevoli di ciò ogni forma di paura, come quella generata da questo periodo di pandemia, può sempre aprici alla speranza.

Grazie a Giovanni Capurso

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu