Le indemoniate. Racconti fantastici di Tommaso Campanella al cardinale Richelieu
Le indemoniate. Racconti fantastici di Tommaso Campanella al cardinale Richelieu, scritto da Maria Primerano, Tullio Pironti Editore, 405 pagine, costo €15,00.
Recensione e intervista all’autrice
Il romanzo Le indemoniate scritto da Maria Primerano per Tullio Pironti editore, è intriso di storia e di cultura.
Attualmente è vincitore di Tre Premi letterari internazionali: a Novembre 2018 il Premio Letterario internazionale Thesaurus Aulla Trofeo Liceo classico Giacomo Leopardi, sempre a Novembre 2018 il Premio Letterario internazionale Lord Byron Golfo dei poeti Premio migliore romanzo storico, a Settembre 2018 il Premio Letterario internazionale Locanda del Doge Lendinara/Rovigo.
In un momento storico religioso, caratterizzato da stregoneria, malefici, diavolerie e superstizioni frate Tommaso Campanella, domenicano e filosofo, approda presso la corte di Luigi XIII a Parigi.
Il frate è un assiduo frequentatore del palazzo reale, in particolare delle camere di Richelieu ed è colui che allevia il Cardinale nei momenti di noia, amarezza e sofferenza. Gli propone medicamenti per i suoi disturbi fisici ma, soprattutto, gli racconta storie particolarmente intriganti: sono storie di indemoniate liberate dal Santo Domenico di Guzmàn venerato, tra l’altro, in Soriano paesino della Calabria.
Un racconto tira l’altro con superba fantasia e mirabile simpatia. Racconti nel racconto testimoniano un periodo buio del cattolicesimo ma sono sempre così ben presentati da appassionare piuttosto che deprimere e l’ironia che spesso li accompagna fa sorridere. La religione, intrisa di magie, profezie e scongiuri, la superstizione e i riti che il destino non può evitare. Protagonista indiscussa del libro, oltre i personaggi storici, è la musica. I suoni rappresentano il luogo, il tempo e lo spazio della narrazione sin dai primi righi del romanzo.
Non è un libro di facile lettura perché richiede attenzione e la merita. I racconti sono brevi e di mirabile fantasia, particolareggiati e molto simbolici. Se ne riescono a vedere le scene e consentono di ricostruire e immaginare un’epoca.
Trovo, durante la lettura, un bivio che non vuole proprio essere una divisione tra una prima è una seconda parte, quanto, piuttosto, un invito alla riflessione. Le indemoniate passano ad essere da donne del popolo e aristocratiche a donne di chiesa che non sono esenti dal peccato. Altroché astensione: pratiche sessuali e innamoramenti nutrono le loro vite. Del resto: “Le donne cedono al diavolo perché sono esseri inferiori”, commenta frà Tommaso mentre Richelieu sogghignava sotto i baffi e si lisciava sornione il pizzetto.
Non a caso i racconti, eccetto uno, hanno sempre come protagoniste donne e ciò che accade loro costituisce uno spaccato sociologico del loro ruolo nella società. Anzi nelle società: donne francesi, eleganti, raffinate, amanti procaci e colte e donne calabresi ignoranti, povere e malcapitate.
La corte di re Luigi, la personalità del sovrano e di chi lo circondava, anonimi e celebri, sono ritratti in vesti inusuali: non ne sono raccontate le strategie o i soprusi, la brama di potere o l’invidia ma gli aspetti armonici, quelli dell’arte in ogni sua espressione. Pittori, scultori, registi, musicisti e ballerini, primo fra tutti il re.
Per non parlare, poi, della sontuosità musicale delle vesti di ognuno a corte. Lo stesso Richelieu, che per tutta la vita si dedicò con una volontà di ferro alla Francia, al successo della corona, sconfiggendo i suoi nemici e decretandone la morte sul patibolo, colui che fu spietato con chi minacciava la corte di re Luigi XIII, con cui stabilì un legame indissolubile, ebbene, egli nel libro è ritratto sofferente (non aveva mai avuto una buona salute sin da bambino), stanco, cupo. In questi momenti, i racconti di Frà Tommaso Campanella gli sono di supporto, lo distraggono e lo rinfrancano.
Tommaso Campanella, dopo essere stato condannato, perseguitato e incarcerato in Italia, giunse alla corte di Luigi XIII nel 1635 e fu benevolmente accolto. Protetto dal cardinale Richelieu e finanziato dal re, passò il resto dei suoi giorni al convento parigino di Saint-Honoré. Il suo ultimo lavoro fu un poema che celebrava la nascita del futuro Luigi XIV.
Fu un uomo colto, un filosofo e un riformatore. Per questo motivo fu perseguitato in Italia. Egli aveva sposato le regole monastiche di San Domenico di Guzmàn.
Alla sua morte Richelieu e Luigi XIII presenziarono al rito funebre officiato dallo stesso Richelieu.
I racconti narrati da Campanella al Cardinale ricordano la leggenda della tela di San Domenico che era ed è venerata proprio nel convento domenicano di Soriano Calabro.
Dopo essere stata rapita dal fascino del libro non ho potuto esimermi dal porre alcune mie riflessioni, più che domande alla sua autrice.
Il suo libro trasuda storia, è pieno di citazioni e l’esposizione documentata, oltre che una bibliografia di cinque pagine, dimostrano che lei ha compiuto un eccellente lavoro di ricerca. Quanto tempo ha impiegato e da cosa ha cominciato la ricerca?
Il libro è nato a tratti. Il primo nucleo, quello dei ritratti delle Indemoniate cinque anni fa scaturì da una gita in qualità di giornalista a Soriano Calabro dove il Sindaco mi chiese se potevo scrivere qualcosa sul Convento di San Domenico. Stava per uscire “L’anello stregato di Mozart” e io certo non pensavo a un nuovo testo ma ringraziai lo stesso e divertita risposi con ironia: “Bene! Se accetterò la sfida sarà un libro meglio di -In nome della rosa- di Umberto Eco”. Poi venne meno mio Padre, originario del luogo, e mi sentii in debito per non aver ancora soddisfatto la promessa fatta a lui e al Sindaco per cui ripresi il manoscritto e andai avanti.
Non scrivo quando me lo impongo ma solo quando ho l’ispirazione. Mi dico sempre, infatti, che si può scrivere la lista dei panni da stirare o l’elenco delle cose da acquistare al supermercato. Ecco! Quando non si ha l’ispirazione o non c’è talento si può incorrere in questo rischio. La mia è una scrittura creativa che nasce nel momento dell’ispirazione. Scrivo capitoli diversi e disparati a seconda di quello di cui mi va di parlare, pensare in quel momento, a seconda dell’argomento da cui mi sento più attratta. Poi li assemblo e li amalgamo come si fa con un materiale duttile, tipo la creta che, plasmata e riplasmata, alla fine ti esce dalle mani come una scultura, in questo caso fatta di parole.
Alcune frasi del libro hanno avuto per me un particolare significato, mi hanno colpito sia come lettrice che come donna. Ad esempio la fiducia è la metà della forza. È una frase che non ha tempo questa.
Si, è vero, è una frase forte.
Ci credo fermamente e invito tutti, ma soprattutto le donne, a rifletterci e farla propria. Solo se si crede in noi stesse, con l’impegno e la costanza si possono raggiungere i risultati prefissi. In una società dove la maggior parte delle persone tende a distruggerti, a isolarti e ignorarti se fai qualcosa di diverso e di buono, se sei insomma vincente e loro, di contro, poveri, meschini e perdenti, non c’è miglior arma per difendersi che impegnarsi ricordando a noi stesse per prime che la fiducia è la metà della forza..
Le chiedo di commentare anche La maggiore disgrazia è l’ignoranza. Anche questa, nonostante sia trascorso un bel po’ di tempo da allora, continua ad essere valida.
Anche questo è un mio Credo. Incontrare una persona colta e intelligente è una fortuna perché ci puoi parlare liberamente, l’intelligenza e la cultura aprono la mente ma se incontri un ignorante … Dio ce ne scansi e liberi! È una disgrazia averne a che fare. Prima o poi verificherai che da costui sei stato frainteso, che il tuo linguaggio non è stato capito, che le tue parole e i tuoi concetti non sono stati recepiti. E costui, prima o poi, persino si allontanerà da te e ti andrà bene se, per dispetto e rivalsa, non ti danneggerà. Meglio prevenire, allora, e prendere le distanze.
Così come per L’anello stregato di Mozart, viene fuori chiaramente nel libro il suo amore per la musica. Lei è pianista, medico cardiologo e, a questo punto, dopo aver letto Le indemoniate, mi azzardo a dire che lei è anche un po’ antropologa. Questo perché i racconti sono espressioni dei volti del 1600. Dietro di essi si nascondono tradizioni, modi di vivere, credenze religione. Cosa mi dice a tale proposito?
Il libro è pure permeato di musica. In questo caso l’azione si svolge alla corte di Luigi XIII e si descrivono gli spettacoli e gli intrattenimenti della corte. Ma è anche vero che affondo la penna in tante tradizioni e credenze popolari calabresi, culto religioso e musica popolare perché mi sembra bello poter fare scoprire a chi non ne è a conoscenza certe faccende. I racconti fantastici de Le Indemoniate sono stati così apprezzati che nel Premio internazionale letterario di Lendinara/ Rovigo nel settembre 2018 sono stata appellata dalla Giuria “La nuova Sherazade” dove Sherazade, ricordo, era la principessa orientale che tutte le notti intratteneva il suo sposo raccontandogli una novella diversa per non giacere con lui. Ciò è stato per me un gran riconoscimento e una gran gioia.
La storia è piena di “racconti fantastici”! Bisogna solo avere la fortuna di incontrare chi li ha dissotterrati e ce li sa svelare.
Grazie a Maria Primerano e complimenti.
Grazie
Maria Paola Battista
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