L’importanza degli abbracci
Avete mai sentito parlare di Amma Mata, “madre Mata”?
È una donna indiana del 1953, nata in una famiglia di pescatori, che gira il mondo abbracciando le persone, conosciuta come “la madre che abbraccia”.
Ma gli abbracci sono solo una coccola dell’anima o nascondono altri poteri?
Il contatto è la più antica e istintiva forma di terapia.
Dovete sapere che il contatto fisico è un’esigenza innata e, stimolando la sintesi dei precursori delle endorfine, ha sul corpo influenze viscerali e profonde: ci consente di collegarci anche con ciò che non si può toccare fisicamente. Inoltre gli abbracci stimolano l’ossitocina, ormone che agisce sull’amigdala e sull’ippocampo, riducendo lo stress sociale, rafforzando i legami e sortendo un effetto calmante che arriva a ridurre la pressione arteriosa.
Il bambino è biologicamente programmato a cercare nutrimento e figure di attaccamento che gli diano benessere e protezione e l’assenza di amore può compromettere gravemente la salute emotiva. (Bowlby).
Harlow lo sperimentò con dei macachi: isolò i cuccioli in gabbie con madri surrogate, una di metallo con un biberon e una di pezza morbida e calda che non dava cibo. I piccoli cercavano il conforto affettivo e il contatto corporeo ricorrendo alla mamma metallica solo quando avevano fame. Dopo tempo i macachi furono inseriti nella colonia: chi aveva avuto entrambe le madri surrogate, aveva comportamenti antisociali, chi aveva ricevuto solo il nutrimento aveva forti squilibrimentali. Le ricerche, sospese perché sempre più crudeli, dimostrarono quanto è importante la presenza del contatto tanto che anche i cuccioli affidati a una madre surrogata che li torturava fisicamente, nonostante la paura e il dolore, ricercavano sempre il calore materno. Harlow tentò di rimediare cercando di riabilitare le scimmiette, ma non ci riuscì.
Le emozioni non sono per nulla trascurabili e il contatto fisico, il calore e il senso di protezione sono fondamentali sin da piccoli.
I bambini che non ricevono affetto, che non sono amati, che sono rifiutati e isolati, sviluppano in età adulta difficoltà nelle relazioni e spesso creano rapporti malsani.
Ma tutti, tutti, di qualsiasi sesso, etnia, età abbiamo profondamente bisogno di un sano abbraccio e allora immaginate la paura del contagio quanti danni profondi ha disseminato nel modo, quanta depressione, disarmonie paradossalmente indebolendoci ed esponendoci ulteriormente a possibili malanni.
E allora, per un istante, mettiamo da parte la fobia dei virus e doniamo alle persone che amiamo (amore inteso nel senso più ampio possibile del termine) un abbraccio sincero, vero e in quell’abbraccio perdiamoci per un po’, fino al momento in cui la nostra mente condizionata fa un passo indietro per lasciare al cuore spazio e modo di aprirsi senza paura.
IL LIBRO
Per i più piccoli c’è un meraviglioso libro illustrato che parla di abbracci, abbracci madre-figlio.
“MAMMA, MI ABBRACCI?” di Sabina Pelanconi, edizioni Il Papavero
Un racconto tenero e fantastico che sottolinea l’immenso valore di un abbraccio, indispensabile nella crescita. Abbracciare un cucciolo d’uomo significa insegnargli l’empatia. È un gesto d’affetto che allontana stress e paura. Il racconto, inoltre, spinge i piccoli lettori a guardare oltre i problemi per trovare, anche attraverso la fantasia, la soluzione giusta. Questo significa guardare alla vita con gioia e serenità.
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