Memoria

Identità, storia, emozioni è la fitta rete della memoria, molto più di una collezione di ricordi. Oggi, in questo articolo esploriamo questa nuova e potente dimensione umana.

Dal latino memoria, derivato di memor -ŏris, ‘che si ricorda’, è, come indica la Treccani, la capacità di conservare traccia degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte, dalle sensazioni alle immagini, dai suoni e dagli odori fino alle idee, ma anche la conseguente capacità di rievocarli, riuscendo a collocarli nel tempo e nello spazio. Di riflesso, con la memoria si indicano anche tutti i segni che le persone o gli eventi hanno lasciato nella nostra mente, o nel nostro cuore.

Si tratta di uno degli strumenti più potenti che abbiamo.  Cicerone nel De Oratore la definiva come “tesoro e custode di tutte le cose […] testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita”. E non è forse vero che la memoria è un viaggio nel tempo multisensoriale, è la mappa che ci permette di vivere, interpretare e modellare il presente con consapevolezza, ma è anche essenziale per costruire la propria identità tanto quanto individui, quanto membri di una comunità? D’altronde, non è un caso se questa dimensione ritorna e arricchisce frequentemente la letteratura.          
La memoria è centrale in Le occasioni di Montale, diventando il luogo in cui ricercare il senso delle cose, che rimandano a un perpetuo susseguirsi di vita e di morte. L’opera è il riflesso del tentativo dell’autore, attraverso la poesia, di riappropriarsi di quel passato custodito dalla memoria, ma continuamente minacciato dal tempo, che tutto devasta e cancella. Non è dello stesso avviso Proust, che, in À la recherche du temps perdu, sembra vivere il presente come una rivisitazione del passato. La memoria non è il semplice atto del ricordo, ma diventa il momento in cui le due dimensioni temporali, presente e passato, si fondono.         
Che sia più o meno facile rievocare il passato, sappiamo per certo che la memoria è uno strumento meraviglioso, capace di renderci immortali, e così potente che ci sono stati tempi nella storia in cui si è cercato di impedire che il passato potesse essere preservato o tramandato, esiliando persone scomode, controllando le masse, bruciando libri: perché togliere la memoria vuol dire spazzare via anche l’identità.

Possono le nostre azioni, le nostre parole, le tracce che lasciamo di noi renderci immortali? Può un libro conservare la nostra memoria? O è, quest’ultima, davvero così fallace come la riteneva Primo Levi? Non sappiamo dare una risposta esatta e certa a questi interrogativi, ma tenteremo, nel nostro piccolo, di preservarla il più a lungo possibile, portando avanti Enneatipi cinematografici(Edizioni Il Papavero) e con esso il ricordo dell’autrice, Raffaella Foggia, psicoterapeuta ed esperta di enneagramma che si è spenta lo scorso 28 luglio, lasciandoci nell’incredulità, come sospesi in una dimensione surreale.
Raffaella Foggia in modo originale e unico applica la teoria dell’enneagramma, antico strumento utilizzato in psicologia che riconosce nove modelli di personalità, al mondo del cinema, riconoscendone e sfruttandone la valenza terapeutica. Grazie a questo strumento riconosce e descrive le caratteristiche di celebri personaggi, offrendo così uno spunto di riflessione per il lettore, che potrà, a sua volta, riconoscersi e imparare a scoprire le proprie potenzialità e i propri limiti attraverso quelli dei protagonisti del cinema.  Il libro che ha orgogliosamente visto crescere e viaggiare, arrivando a essere anche presente alla scorsa edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, è molto di più di un semplice saggio: è la testimonianza della passione e dell’amore dell’autrice per lo studio, la ricerca e il proprio lavoro, ma è anche una preziosa mappa per il complesso e meraviglioso viaggio alla scoperta di noi stessi che ha lasciato ai lettori, facendo vivere, qui e per sempre, anche una parte di sé.

©Riproduzione riservata

Print Friendly, PDF & Email

About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.