Napoli-Udinese: 4-2. Serve il carisma di Ancelotti a scuotere la squadra

Le parole raggiungono, più facilmente degli allenamenti, le reazioni dei calciatori, quando le condizioni generali preoccupano, sia sotto l’aspetto tecnico che del risultato: checché Ancelotti abbia cercato di darsi delle spiegazioni sul perché la squadra si disunisca nella partita seguente alla gara disputata in Europa League, non ha voluto esplicare il vero motivo per cui la squadra sia cambiata dal gol del raddoppio di Callejon all’inizio della seconda parte del match: il verbo del trainer suscita la giusta tensione, poche le indicazioni di gioco, tante le sollecitazioni che scuotono i calciatori, in primis la voglia di riscatto per cancellare le reti subìte da Ospina, purtroppo intontito dalla tremenda botta ricevuta da Pussetto e quindi incapace di avere quella reattività di cui è dotato (ricordiamo le grandi parate contro il Liverpool nella gara di ritorno). Bravo Ancelotti a cancellare stanchezza, ove ve ne fosse stata traccia, e a dare quegli stimoli che solo un uomo di simile carisma può offrire (l’ottantenne Trapattoni, per lui, è un esempio da emulare).  Nella pausa legata alla competizione europea  delle nazionali, il tecnico di Reggiolo potrà dimostrare che non solo dovrà recuperare, e bene, i reduci da infortuni, Albiol ed Insigne principalmente, ma dare quell’impulso alla preparazione per avere gambe e testa nella fase finale di Campionato ed Europa League. Se è riuscito, con un solo quarto d’ora a svegliare e ricaricare gli atleti, sarà più semplice avendo a disposizione quindici giorni.

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