Napul’è

Un altro appuntamento con la rubrica SCRABBLE. Collezione di parole ci farà approfondire il significato di una parola, attraverso la letteratura.

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Ogni luogo porta con sé una storia, anzi mille; cela un’anima che vibra, un cuore che pulsa, unici e inconfondibili. Accade, per questo, che al solo sentir pronunciare il suo nome, ci appare davanti tutto un mondo, con i suoi profumi, i suoi colori, le sue mille personalità. Oggi, il nostro viaggio tra le parole ci condurrà alla scoperta di: Napul’è.

Napoli è famosa in tutto il mondo per i suoi pregi e i suoi difetti. Così variegata e variopinta da risultare complesso definirla. Eppure, Pino Daniele, con quella che sembra una dichiarazione di odi et amo per la sua città, riesce a dipingere tutte le sfumature, le contraddizioni, la bellezza e il degrado, di un luogo di cui tutti parlano, senza che nessuno conosca per davvero la sua anima. Napul’è mille culure/Napul’è mille paure/ Napul’è nu sole amaro/ Napul’è addore e’ mare/ Napule’è na’ carta sporca. Il testo, che potrebbe essere considerato una poesia, delicata e potente allo stesso tempo, restituisce l’immagine perfetta di quella che è molto più di una semplice città: un mondo unico dagli infiniti volti che, puoi odiarlo o amarlo, di sicuro non ti lascia indifferente.

Napul’è molto di più della realtà complessa e dura che tutti sembrano conoscere; Napul’è panorami mozzafiato, mare, caffè e buon cibo; Napul’è, tradizioni, storia, folklore, creatività, Napul’è, forse prima di tutto, una città di arte e di artisti. Troisi, Totò, Bennato, De Crescenzo sono solo alcuni degli artisti nati nella città partenopea, o che hanno vissuto lì parte della propria vita ed esperienza artistica. Per tanti altri, poi, è stata un’inesauribile fonte d’ispirazione. Goethe, in Viaggio in Italia, racconta dello spaccato napoletano durante il Grand Tour, descrivendo la città come un paradiso, e dedicandosi completamente alle sue incomparabili bellezze. Svidrigajlov, personaggio di Delitto e castigo, uno dei romanzi russi più celebri, racconta il viaggio in Europa vissuto dall’autore stesso, Fëdor Dostoevskij: “All’estero mi veniva la nausea. Non per altro, ma ecco l’aurora che spunta, il Golfo di Napoli, il mare, tu guardi e ti viene la malinconia”.  

Tra le tradizioni più antiche e celebri, non si può non far cenno al teatro napoletano, e Carlo Maria Todini, poliedrico personaggio dello spettacolo, lo racconta attraverso Leo Brandi. Il comico “cafone” (Edizioni Il Papavero). Molto più di una biografia, è un viaggio nel mondo del teatro e dell’arte, attraverso l’attore conosciuto da tutti nel ruolo del “cafone” in Miseria e nobilità, mentre dettava la lettera a Totò scrivano. Il suo forte senso di libertà, che insospettiva il regima fascista, caricava la sua comicità di una grande incisività, spingendo la sua fama e la sua bravura ben oltre il ruolo di macchiettista.                           
Attraverso una ricostruzione ricca di particolari e accompagnata da preziose fotografie, Carlo Maria Todini, nipote di Leo Brandi, ci svela non solo l’artista, ma anche l’uomo, il marito, il padre.

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.