Operazione Corsaro (1952-1953) di Walter Maucci. La recensione di WWWITALIA

Il volume, pubblicato dalla Società Adriatica di Speleologia di Trieste nel 2023, vuole rendere merito e onore a una delle imprese più avventurose della Speleologia italiana. Si tratta del diario della spedizione della Grotta di Trebiciano redatto dall’esploratore Walter Maucci. Classe 1922, militante nella Commissione Grotte Alpina delle Giulie, fondatore della sezione Geospeleologica della Società Adriatica di Scienze Naturali, autore di teorie speleogenetiche sulla retroversione degli inghiottitoi e sull’erosione inversa, Maucci rivestì diverse cariche nella Società Speleologica Italiana e ottenne la libera docenza di Speleologia. Dopo numerose esplorazioni, morì nel 1995 durante una spedizione in Borneo.
Nella presentazione di questo ammirevole lavoro di recupero della memoria di un personaggio e della sua avventura, il presidente della Società Adriatica di Speleologia, Marco Restaino, sottolinea la volontà di ricordare, a settant’anni dall’evento, un’operazione che determinò lo sviluppo delle ricerche successive, di cui la SAS negli anni si è fatta carico attraverso progetti strutturati. L’oggetto è lo studio del percorso sotterraneo del Fiume Timavo. Operazione Corsaro racconta, infatti, la spedizione che nelle viscere della terra portò a scoperte importanti sul percorso del fiume carsico, ipotizzato da Muzio Tommasini nel 1876. Il Timavo nasce in Croazia, al confine con la Slovenia, dalle pendici del Monte Nevoso e si inabissa nelle viscere della terra a San Canziano, in Slovenia, dove spettacolari caverne accolgono oggi i turisti e gli speleologi di tutto il mondo, per poi riemergere a San Giovanni di Duino, vicino Trieste, per poi raggiungere dopo due soli chilometri il mare. I circa 40 km in linea d’aria che separano la scomparsa dalla ricomparsa del fiume sono stati e sono tutt’ora oggetto di studi e ricerche. La Grotta di Trebiciano fu individuata come finestra su questo percorso, ma solo l’indagine diretta avrebbe potuto confermare le ipotesi. È quanto Maucci fece con la sua squadra nella spedizione che durò alcuni mesi tra il 1952 e il 1953. Ma, per realizzare tale impresa, fu necessario raggiungere 300 metri di profondità attraverso una serie di pozzi e camminamenti in fondo ai quali scorre il fiume. L’esplorazione del sifone da cui compariva il flusso richiese immersioni subacquee molto rischiose, con attrezzature che allora erano all’avanguardia, ma che lasciavano certamente molto spazio al pericolo. Per trasferire tutta l’attrezzatura necessaria a installare un campo base per le esplorazioni sotterranee fu necessaria una lunga organizzazione a tanta fatica. Ognuno dei partecipanti all’impresa aveva il suo compito e, fortunatamente, nonostante tutte le difficoltà incontrate, tutto andò per il meglio.
Certamente la capacità descrittiva e l’abilità narrativa di Maucci, uomo carismatico, capace di trascinare il suo gruppo attraverso i tanti ostacoli incontrati, fanno di questo diario un racconto mozzafiato, in cui la paura e l’emozione riescono a trascinare il lettore nel pieno dell’avventura, rendendo palpabile persino l’ansia claustrofobica del sommozzatore intrappolato nell’oscurità delle acque sotterranee quando viene meno anche la corda di collegamento e la luce.
Per me l’emozione nel leggere questo racconto è stata amplificata dal fatto che anche mio padre Bruno ne prese parte quando era un giovane speleologo alle prime esperienze di una lunga carriera che lo portò a divenire punto di riferimento per la speleologia meridionale, quando si trasferì a Napoli per inseguire il suo destino. Di Walter Maucci conoscevo le teorie speleogenetiche e conservavo fotografie scattate nel corso dell’Operazione Corsaro, prive di didascalie, cosicché non sapevo chi vi fosse impresso, insieme a mio padre, e perché. Grazie alla disponibilità dell’amico speleologo triestino Maurizio Radacich, che mi ha donato questo libro, ho scoperto i particolari di una storia di cui non sapevo abbastanza e ho avuto risposta a quesiti che mi ponevo da tempo.
Grazie a questa ammirevole e riuscitissima iniziativa editoriale rivive un’avventura, un personaggio che ha fatto la storia delle esplorazioni sotterranee, la grande determinazione che guidava i pionieri, l’amore per la terra e la volontà di scoprirne i più profondi segreti. Consiglio quindi la lettura di Operazione Corsaro agli amanti dell’avventura prescindere dai luoghi e dai tempi in cui questa si svolge. Per gli appassionati del territorio triestino consiglio anche di seguire le scoperte che la SAS continua a fare sul corso nascosto del Timavo, seguendo i canali social, sempre aggiornati.
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