OTTAVO SIGILLO PER IL CANNIBALE, RISCOSSA LOTUS, SUPER HULKENBERG.

Sebastian Vettel continua la sua inarrestabile ascesa al mondiale, compiendo la sua ottava vittoria stagionale, la quinta consecutiva, ma dietro di lui è accaduto di tutto …

 

Il Circuito di Yeongam è umido alla partenza per via delle recenti perturbazioni, ma della tempesta preannunciata neanche l’ombra. Vettel, come di consueto, parte bene e stacca tutti, mentre la Ferrari soffre di un insolita carenza di trazione che costringe Alonso e Massa ad una partenza lenta. Le vetture superano la prima curva per affrontare il rettifilo principale, si aprono a ventaglio, tutti in bagarre, a quel punto Felipe Massa prova una manovra disperata nella staccata della curva 3, calcola male gli spazi e finisce lungo rischiando di colpire i colleghi intenti ad affrontare la curva, il ferrarista si gira su se stesso e i piloti attorno a lui sono costretti ad uno slalom; tra questi c’è anche Alonso che per scansare Hulkenberg (Sauber) perde una posizione. In tutto questo caos, Vettel scappa via e accumula due secondi e mezzo di distacco già al secondo giro. Nel frattempo Grosjean riesce a passare Hamilton in staccata e guadagna la seconda posizione.

Proprio Lewis Hamilton (Mercedes) è stato protagonista di una gara sfortuata: il team tedesco non ha saputo elaborare una strategia adeguata per le gomme, con il risultato che l’inglese ha dovuto guidare a lungo con gomme deteriorate, rovinando una possibilità di podio in ottica gara (partito secondo arriva quinto). In più, al 28° giro, il compagno di squadra, Niko Rosberg, è vittima dello scoppio di un pneumatico che innesca il danneggiamento dell’alettone anteriore, perciò, il tedesco rientra ai box facendo ritardare ulteriormente il rientro di Hamilton.

Ma il vero “eroe” della Corea è Niko Hulkenberg. Il giovane pilota della Sauber ha messo a frutto gli sviluppi aerodinamici ottenuti dalla piccola scuderia, tenendo dietro per tutta la gara ex campioni come Hamilton e Alonso. Lo sforzo gli vale la quarta posizione.

Finalmente tornano in auge le Lotus. Grosjean conduce una prima parte di gara fenomenale, ma sarà il compagno di squadra Kimi Raikkonen a chiudergli davanti in seconda posizione. Bisogna evidenziare che il sorpasso decisivo per Raikkonen è stato compiuto prima di un insolita confusione: la vettura di Sutil (Force India) va in testacoda nella fatidica staccata della curva 3, il posteriore della sua monoposto colpisce la pancia della Red Bull RB9 dello sventurato Mark Weber. La RB9 prende subito fuoco e l’australiano è costretto a ritirarsi per la seconda volta (come la scorsa a Singapore) per causa incendio. I soccorsi arrivano molto tardi, in più, mentre i piloti duellavano, spunta una Jeep in testa alla gara, mentre la Safety-Car era ancora dietro al gruppo, pronta a riagganciarli al giro successivo. La grossa vettura (la Jeep) non doveva essere lì e ha di fatto tagliato la strada a delle Formula 1 in piena corsa. La cosa è assurda pensando che molti bei circuiti europei siano stati tagliati fuori, per motivi di sicurezza (leggi economici), a favore dei nuovi tracciati orientali.

Infine si conferma la triste “influenza” che ha colpito il Cavallino Rampante. Come spesso accade in questi casi, le colpe dei piloti (vedi Massa al primo giro) si sommano alle carenze della vettura e all’annoso problema dei pneumatici. A proposito di quest’ultimo aspetto, Fernando si è, ultimamente, lamentato delle nuove mescole (“Le gomme non sono di grandissima qualità”), provocando la risposta di Paul Hembery (capo ingegnere della Pirelli): “Suggerisco di andare a chiedere a chi sta per diventare campione del mondo per la quarta volta come usare le gomme”. Il contrattacco di Maranello non si è fatto attendere: “… ha perso una buona occasione per star zitto”.

Intanto Sebastian Vettel mette un sigillo decisivo per la conquista del mondiale come se nulla fosse accaduto alle sue spalle.

A cura di Flavio Uccello e Francesco Medugno

 

 

 

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