Parthenope di Paolo Sorrentino. La recensione
È nelle sale il nuovo film di Paolo Sorrentino, Parthenope. Il film ha suscitato le reazioni più svariate. Un film intenso di scene e di dialoghi che si presta a diverse interpretazioni. Un film epico che racconta la nascita di Parthenope e segue la sua formazione e crescita dagli anni ’50 fino ai nostri giorni attraversando epoche e volti della stessa anima: Napoli. Una città per sua natura, dalle diverse e contrastanti sfaccettature, sicuramente unica e complessa, troppo spesso la si perdona per il suo indiscutibile fascino e bellezza. La sublime fotografia e il fascino della protagonista, Celeste dalla Porta alla sua prima prova attoriale, dallo sguardo magnetico, incanta. Parthenope si insinua e si relaziona con i vari volti della città e con tutti ha a che fare, ne diventa complice e parte complementare. Attraversa tutti gli strati sociali della città, mai così diversi ma che comunque hanno un patto di non prescindere da un giudizio reciproco che potrebbe rompere questa dicotomia storica che in ogni caso paradossalmente fa da collante a una visione unitaria della città nel bene e nel male ed ogni pezzo la rappresenta e crea identità.
Il regista stesso si definisce più scrittore che regista; infatti ne è sceneggiatore e i dialoghi hanno un peso specifico notevole tanto da rendersi necessaria allo spettatore una rilettura. Un film che merita una riflessione e metabolizzazione per un racconto lineare ma con incursioni visionarie, simboliche che l’autore lascia di proposito non definite. Ognuno può vederci quello che la propria sensibilità ed esperienza diretta con la città vissuta gli suggerisce per darne una interpretazione soggettiva. Traspare un amore per una città che porta dipendenza e travalica il giudizio. Grandi le prove attoriali, da Luisa Ranieri, Peppe Lanzetta, Stefania Sandrelli la Parthenope adulta, Silvio Orlando, per citarne alcuni. In ogni caso è un film che non lascia indifferenti, ti commuove, ti attrae e ti resta dentro per giorni e non svela il mistero che questa città porta con sè, un mistero, che a detta del regista, ha in comune con il pianeta donna, un mistero che non può volutamente e necessariamente essere svelato, ma vale la pena attraversarlo.
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