Partigiani in tempo di pace

Non avrei mai creduto necessario dover affermare ancora la necessità di combattere per le idee che hanno costruito la nostra democrazia, la nostra Repubblica, quelle che ci hanno reso la nostra credibilità, dopo una guerra sanguinosa, in cui l’Italia ha offerto sostegno al nazismo e alle sue nefandezze, divenendone complice.
Non avrei mai creduto che qualcuno potesse mettere in dubbio, al di là delle proprie idee, che la necessità della lotta partigiana, seppure violenta come lo sono le guerre, che pure ha contrapposto fratelli italiani, dividendo anche le famiglie, non venga accettata da tutti i figli di questa bella Italia. Non che andasse amata, perché non si amano le lotte armate, ma considerata un momento importante, il discrimine, il punto di non ritorno a quegli orrori passati. Ricordiamolo: noi la guerra l’abbiamo persa e, considerando con chi la stavamo portando avanti, meno male!
Chi ha avuto la forza di reagire lo ha fatto, è salito sulle montagne, ha messo in pericolo o perso la propria vita, e ha cacciato quello che era il nostro vero nemico dal nostro Paese. Napoli si è liberata si può dire da sola, il popolo ha reagito.
Questo significa oggi il 25 aprile per gli italiani. L’essere usciti a testa alta dal conflitto lo dobbiamo a loro, ai partigiani e alle partigiane, che non vogliamo solo commemorare, perché ciò che hanno fatto è nerbo e sostanza della nostra Repubblica, antifascista e democratica. Per questo motivo guardo con ripugnanza e anche con tristezza alla decisione di ridimensionare quella festa della nostra Repubblica che è il 25 aprile, usando un sotterfugio che probabilmente lo stesso amato Papa Francesco avrebbe aborrito nella sua intelligenza. È stato lui a ribadire più volte la volontà di andarsene in semplicità, in pace, come uomo tra gli uomini e, invece di rispettare la sua più intima volontà, il governo lo onora con ben cinque giorni di lutto nazionale!
Possiamo metterci tutte le coccarde nere al braccio, ma se non abbiamo il cuore puro, avremmo solo oltraggiato la memoria di un pontefice che ha speso la sua vita per farci comprendere l’essenza della fede come nessun altro aveva fatto prima.
Difendiamo perciò la nostra libertà a ogni costo, pensiamo al nostro futuro, perché non sarà solo il cambiamento climatico, con le devastazioni che comporta, a renderlo peggiore se non avremo a cuore la nostra libertà!
Guardiamo alla Storia che parla di ciò che è già successo ed evitiamo di sentirci migliori di chi ci ha preceduto, perché non è così. Stiamo attenti, vigili, e tuteliamo la nostra libertà.
Buon 25 aprile, buona Festa della Liberazione a tutti i cittadini italiani!
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