Pensieri sparsi in cerca di applicazioni Ricordi dal futuro, di Nando Percopo

Recensione
Cosa può essere: “Un pensiero sparso in cerca di applicazione?” Potrebbe essere una riflessione lasciata da chi la pensa, adottata e adattata da qualcun altro in base alle proprie esperienze di vita.
E come può un ricordo provenire dal futuro? Se vissuto nuovamente nel proprio cuore non è solo passato ma è anche futuro. Inoltre, se è vero che ogni scrittore, mettendo l’ultimo punto alla sua opera, la consegna al lettore e, se è vero che quest’ultimo, poi, vi troverà qualcosa di diverso rispetto ad un altro, allora il libro di Nando Percopo è la celebrazione di tutto questo.
Non è un libro di filosofia, Pensieri sparsi in cerca di applicazioni, il suo autore è ingegnere e tanto altro. Direi che, innanzitutto, è un uomo innamorato della vita, ama “fare conoscenza”, è un artista e un ottimo cuoco. Nelle considerazioni conclusive del libro Nando Percopo scrive di aver voluto rappresentare gli avvenimenti piacevoli della sua vita e continua scrivendo che spesso sottovalutiamo le cose preziose che possediamo.
Da qui vorrei partire anch’io. Il libro racconta eventi personali e fantasiosi in maniera molto serena. Un modo di affrontare la vita che mette, effettivamente, in primo piano le cose piacevoli. E lo fa volutamente, perché un libro per essere bello non necessariamente deve portare dispiacere, preoccupazione o suspense in chi lo legge. Dipende, semplicemente, dal suo genere.
Chi vuole, nei “pensieri sparsi” può trovare uno specchio della propria esistenza, imparare qualcosa o, forse, farsi qualche domanda.
Avventure, viaggi, posti nuovi, amicizie. Come farsi accettare e ben seguire da un nuovo gruppo di lavoro? Probabilmente non servono tanti corsi di formazione, basta essere affabili e sinceri, empatici e, soprattutto, avere uno spiccato senso di intraprendenza.
Spostarsi da un capo all’altro del mondo, senza chiudere con il passato ma aprendo nuovi scenari sul futuro. Ecco, quindi, i ricordi dal futuro di cui parlavo inizialmente.
Il protagonista del libro incarna l’apprezzamento per la vita e preferisce lasciare fuori le sofferenze, almeno quando racconta. Gli scenari in cui ci si ritrova sono spettacolari senza essere fantasmagorici ed eclatanti ma il lettore ci si sente coinvolto e riesce ad immaginare ogni cosa. Luoghi romantici per eccellenza, come Napoli o Ischia, ma persino un freddo laboratotio chiuso in una gabbia americana possono essere vissuti e visitati con entusiasmo da chi legge.
Un ultimo appunto, da appassionata morbosa dei cani, va a Platone. È un canuccio che improvvisamente compare nel racconto, proprio come compaiono a volte nella vita le cose belle, ed è adottato dal protagonista.
Il rapporto che si instaura con Platone che, badiamo bene, ha scelto su quale gradino e di quale casa appropriarsi, è di un’estrema simpatia. Il cane sceglie da chi andare e la benevolenza con cui è accolto fa nascere una complicità tra due esseri speciali. Si interpretano a vicenda: il cane e l’uomo.
Volutamente, e come sempre, non anticipo al lettore nulla del libro.
Avrà, chi legge, già capito che mi è piaciuto.
Maria Paola Battista
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