Premio Cesare Pavese 2020

Per commemorare l’anniversario della scomparsa di Cesare Pavese, a settant’anni dalla sua morte, il Premio Cesare Pavese per la prima volta si dota di una propria immagine guida e la affida a un illustratore conosciuto in Italia soprattutto per i suoi acquerelli letterari e apprezzato in tutto il mondo per il suo tratto poetico: Paolo Galetto. È un autore che con i suoi lavori esprime emozioni e sentimenti in immagini che evocano arte e poesia. Per il Premio Cesare Pavese ha ritratto lo scrittore mentre, tornato bambino, seduto a gambe incrociate, osserva, sospeso tra cielo e nuvole, le verdi colline delle Langhe, senza farci vedere il volto, ma riprendendolo di spalle, quasi a rispettare la riservatezza di Pavese.

«Mi piace molto l’atto del disegnare – spiega Paolo Galetto – e mi piace molto la prima parte della nostra vita, l’infanzia. Allora ho deciso di disegnare Pavese bambino, immaginare la fantasia come un ritratto visto da dietro, su un tappeto, foglia volante, che ha profumo di campagna e di mare. Inoltre l’infanzia è la cosa più distante dall’idea dell’autodistruzione, dal suicidio. In questo modo mi sembra di perdonare e farsi perdonare da Pavese».

Non finiscono qui le novità dell’edizione numero trentasette del Premio, che cade a settant’anni dalla scomparsa di Pavese e che si svolgerà sabato 24 e domenica 25 ottobre a Santo Stefano Belbo (Cn), paese natale dello scrittore, sempre organizzato dalla Fondazione Cesare Pavese.

In occasione delle due giornate del Premio sarà presentato il documentario con l’intervista inedita a Maria Luisa Sini, nipote di Pavese, figlia della sorella di Pavese, e Gabriella Scaglione, figlia di Pinolo Scaglione – il Nuto del romanzo La luna e i falò.

Maria Luisa Sini racconta il suo rapporto con lo zio, restituendoci la personalità di un uomo osservato dallo sguardo di una bambina, per un ritratto inedito, intimo e personale di Pavese, che anche nel privato e in famiglia si distingueva per la sua elevata sensibilità e profondità d’animo. Lo “zio Cesare” era solito giocare con le nipoti, aiutarle nei compiti a casa e discutere con il cognato. La vita familiare si rispecchiava in quella pubblica di editore e scrittore: un’immagine tracciata dalla famiglia e da chi ha vissuto con lui ogni attimo della sua vita.

Il documentario è stato realizzato dalla Fondazione Cesare Pavese per il 70° anniversario della scomparsa dello scrittore.

Novità inoltre in giuria e nella struttura del Premio.

Il riconoscimento vede la conferma della giuria istituita per l’edizione 2019, composta da Alberto Sinigaglia (presidente della giuria, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Piemonte, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese), Gian Arturo Ferrari (figura di rilievo dell’editoria italiana), Giulia Boringhieri (traduttrice, storica dell’editoria, figlia di Paolo Boringhieri che fu amico e collega di Pavese all’Einaudi), Claudio Marazzini (presidente dell’Accademia della Crusca), Pierluigi Vaccaneo (direttore della Fondazione Cesare Pavese). Quest’anno la Giuria si arricchisce di una nuova figura, con l’arrivo di Chiara Fenoglio (docente, saggista, giornalista).

E si aggiunge la sezione Narrativa accanto a quelle di EditoriaTraduzione e Saggistica, che intendono rappresentare i tanti ambiti in cui Pavese aveva lavorato e si era confrontato.

L’edizione 2020 si arricchisce inoltre di una nuova categoria finalizzata al coinvolgimento delle scuole superiori italiane per le quali è stato preparato uno specifico bando. Gli studenti sono invitati a scrivere un breve saggio o riflessione critica, partendo dalle parole di Pavese in La Luna e i falò, in cui si parla di ritorno nei luoghi dell’infanzia, alla ricerca della propria identità.

Tutte queste novità del Premio Cesare Pavese 2020 saranno illustrate al Polo del ‘900 di Torino, mercoledì 7 ottobre alle ore 18, in un incontro con tutti i giurati: Giulia Boringhieri, Chiara Fenoglio, Gian Arturo FerrariClaudio MarazziniAlberto SinigagliaPierluigi Vaccaneo

In questa occasione Pierluigi Vaccaneo presenterà il suo nuovo libro A Torino con Cesare Pavese (Perrone Editore). Un lavoro che ripercorre la vita dello scrittore e i temi a lui cari. La città, il Mito, la donna, l’America, le Langhe sono per Pavese isole di un viaggio omerico senza ritorno, senza regno, senza Itaca. Le parole e le opere con cui l’autore ha descritto questo viaggio offrono al lettore un’occasione preziosa di incontro con sé stesso; specchi in cui “vedere […] riemergere un viso morto”, trovare il Minotauro indifeso al centro del labirinto borgesiano. Vaccaneo spiega che leggere Pavese oggi significa stare davanti a quello specchio per trovare il coraggio di riconoscersi, di sostenere quello sguardo, accogliendolo; significa non essere Cesare Pavese, per trovare nell’inquietudine del viaggio la via d’uscita dal labirinto.

Ospite d’onore sarà Pietro Polito, direttore del Centro studi Gobetti di Torino, che proporrà al pubblico il suo breve saggio Pavese uomo, depurato dal “pavesismo”.

Ingresso libero fino a esaurimento posti; prenotazione consigliata: info@fondazionecesarepavese.it.

Il Premio Cesare Pavese è organizzato dalla Fondazione Cesare Pavese con il contributo di Regione Piemonte, Comune di Santo Stefano Belbo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Monferrato e Roero, Ente Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, I Vignaioli di Santo Stefano Belbo; in collaborazione con Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Ordine dei Giornalisti di Torino, Premio Strega e Relais San Maurizio. Media partner: IVM Multimedia, Radio Alba e Radio Vallebelbo.

Fino al 2018 il Premio Cesare Pavese è stato organizzato per trentacinque anni dal Cepam, Centro Pavesiano Museo Casa Natale, l’associazione no profit costituita nel 1976 per la promozione e lo sviluppo culturale e socio-economico del territorio.

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