Recensione di Via dall’eternità di Roberto Tozzini e intervista all’autore

Via dall’eternità racconta le scelte importanti che gli esseri umani si trovano ad affrontare nel corso della vita. Sono sicuramente molto poche quelle davvero fondamentali e, per il protagonista del romanzo di Tozzini, una sola addirittura. È legata all’amore ed è faticosa e complessa.

Nel protagonista del libro, Adamo, molti lettori potranno specchiarsi e vedere qualche frammento della propria vita, altri invece si potranno ritrovare a partecipare attivamente alla scelta che Adamo compirà.

Un aiuto a decidere sarà fornito dal quadrupede Spillo, il cane di Adamo a cui l’uomo è legato indissolubilmente, sebbene la scelta di adottarlo non sia stata sua.

L’intervista

Lei pratica la scrittura da sempre e ho letto che ha scritto anche testi di canzoni. Un bel tirocinio, direi. Effettivamente deve essere complicato passare, come lei stesso ha scritto, dallo stringato testo di una canzone che deve essere significativo ma breve, a un romanzo che deve sicuramente essere più ampio. Però lei non ha mollato, ciò vuol dire che la sua passione è davvero grande.

Scrivere è una delle mie passioni e per ciò che amo cerco di scavalcare tutti gli ostacoli che si frappongono fra me e la realizzazione del mio desiderio. Devo essere sincero: dato che il primo romanzo ha avuto una genesi di quasi dieci anni, con scritture, cancellazioni, riscritture e lo stralcio di intere parti, ho pensato davvero di non riuscire a portarlo a compimento. Quando, finalmente, il libro era nelle mie mani ho poi creduto che non ci sarebbe stata una seconda opera. Invece sono arrivato a quattro libri pubblicati, anzi preciso auto pubblicati, e altri due in fase di stesura. Questa è la dimostrazione che con la volontà e la passione si può fare molto, se non tutto. In quanto al passaggio dallo scrivere un testo di canzone a un romanzo, ritengo di dover fare una precisazione. Le canzoni che io andavo a scrivere molti anni fa, e che da poco ho ricominciato a realizzare, non sono le classiche canzoni in cui il cuore fa rima con amore e non esiste una trama e una storia. Le mie erano e sono veri e propri racconti nei quali i personaggi vivono in situazioni che hanno un inizio e una fine. In realtà sono degli stringatissimi romanzi musicati. Ecco perché non ho avuto tanta difficoltà nel calarmi nei panni del romanziere. Proponevo, infatti, un identico progetto ma la cui creazione aveva canoni realizzativi opposti. Per questo sto pensando di realizzare in un futuro prossimo dei romanzi tratti da mie canzoni. Sarà un’impresa nell’impresa ma spero che il risultato possa essere interessante.

Si è definito un umile scrivano e precisa che scrivere obbliga all’attenzione e alla cura. Quali consigli darebbe a chi si appresta per la prima volta a scrivere un racconto o un romanzo? 

Credo di essere il meno adatto a dare consigli a chi vuole intraprendere i primi passi come scrittore. Il fatto è che ho sempre storto il naso nei confronti di chi, pur se personaggio famoso, era così categorico sui passi da seguire. Ogni persona ha una propria realtà di vissuto e una diversa capacità di coinvolgere gli altri e non può esserci una “medicina” valida per tutti. È certo che occorre passione, dedizione, volontà e tanta, tantissima umiltà. Mai ergersi una spanna sopra il lettore ma, casomai, calarsi un po’ al di sotto. Accettare sempre le critiche anche se, a volte, rischi di diventarne ostaggio. Mi è capitato infatti di riceverne di diametralmente opposte riferite allo stesso libro (… un libro molto bello, emozionante e intenso ma, se posso trovare un neo, è nella descrizione un po’ troppo minimalista dei personaggi… ; …se mi permette le suggerirei di essere meno minuzioso nella descrizione dei personaggi…).  Mai scrivere per gli altri ma per se stessi. Credo sia giusto accettare tutte le opinioni, valutarle, soppesarle, ma poi tirare dritto per la propria strada, altrimenti non si arriverà mai alla parola “fine”. Questa logica mi ha sbloccato fino dalla stesura del secondo libro (Oltre noi). Lo avevo cominciato, come il primo (Via dall’eternità), pensando se ciò che scrivevo poteva piacere a tutti i miei lettori. Per fortuna capii presto che non avrei portato a compimento l’opera se cercavo di assecondare ciò che (forse) avrebbero voluto leggere. Se scrivo per me, dando la mia impronta e assecondando il mio istinto, sono più sciolto e la scrittura risulta più fluida e accattivante. La storia ne beneficerà e i personaggi saranno più veri e incisivi. Questo è il mio modestissimo parere ma non varrà certo per ogni nuovo scrittore.

Lo scrittore mediante ciò che consegna al lettore trasmette i propri sogni e le proprie esperienze. Lei da cosa trae principalmente ispirazione per i suoi romanzi?

La domanda è interessante e intrigante e potrei essere tentato di rispondere che devo molto a ciò che ho letto nella mia vita, ma non sarebbe vero o almeno sarebbe una verità monca. Le mie storie e i miei personaggi nascono in realtà da cassetti della mente che non conosco e che si dischiudono all’improvviso lasciando uscire cose che, spesso, sorprendono anche me. Non sono, come Lei ha letto attentamente nella mia biografia, uno scrittore ma uno scrivano. Mi limito a riportare quanto mi raccontano i personaggi delle mie storie. Ne accomodo i dialoghi, taglio qua e là cose che ritengo non essenziali ma, in realtà, i veri autori sono loro. Credo che chiunque scrive debba a quei cassettini, rimasti chiusi per mesi o anni nella propria mente, di cui non conosce l’ubicazione e la dimensione e improvvisamente dischiusisi, molto dei suoi racconti. Io, forse, un po’ più di altri.

Lei possiede o ha mai posseduto un cane?

Certo che ho posseduto un cane, anzi, più di uno. Avevo quattro anni quando entrò in casa nostra un pastore tedesco a cui venne dato il nome di Tago. Fu amore a prima vista fra lui e me e divenne in breve, a tutti gli effetti, uno dei componenti della famiglia. Seguì Tommy, uno scatenatissimo meticcio alto come un lupo ma, come diceva il veterinario, figlio di una cooperativa, perché in lui risultavano identificabili le caratteristiche di diverse razze. Ero già adulto e sposato, allora, e lui divenne il nostro piccolo, anche se di piccolo non aveva niente. Un giorno, poi, trovai per la strada un cane da pastore in fin di vita. Era ridotto pelle ed ossa e così pieno di zecche che dovetti far sanificare la macchina su cui l’avevo caricato per portarlo dal veterinario. Brat, così decidemmo di chiamarlo, guarì da varie malattie e dalla paura verso l’essere umano che, scoprimmo dopo un po’ di tempo, era stato capace di infliggere al suo corpo varie torture e rimase stabilmente con noi e Tommy fino alla sua morte, amato e coccolato. Quando anche Tommy ci lasciò, vecchio e malandato, mia moglie e io giurammo che non avremmo mai più preso cani. Avevamo sofferto così tanto al momento del distacco da ognuno di essi che non volevamo più provare così tanto dolore. Ma non ce la facemmo per molto e arrivarono Zull e Abilé, i nostri attuali, ormai anziani e amatissimi, pets. Di ognuno di questi miei compagni di vita c’è un piccolo frammento nel personaggio di Spillo, in Via dall’eternità. Lui è un compendio di tutti loro.

Come mai ha deciso di partecipare alla Fiera del libro della Biblioteca suore di Montevergine?

La Fiera del Libro Online 2021 mi è apparsa interessante e innovativa sin dal momento in cui mi è stato proposto di parteciparvi. Il mondo dell’editoria è una jungla difficile da esplorare sia per l’autore che non sia preso sotto l’ala di una grande casa editrice, sia per il lettore alla ricerca di qualcosa di nuovo che non siano i titoli esposti in primo piano negli scaffali delle librerie. In questa fiera un autore indipendente, come lo sono io, può partecipare con pari dignità a una manifestazione nella quale sono presenti anche colossi della letteratura mondiale.

ROBERTO TOZZINI

Ho sempre amato scrivere. Avevo buoni voti in italiano. Scrivevo dei bei pensierini prima, dei buoni temi poi. Mi dilettavo a comporre poesie, come un po’ tutti quanti e poi, verso i quindici anni, iniziai a scrivere canzoni. Non avevo mai studiato musica ed ero quindi costretto a strimpellare sulla chitarra quei pochi accordi conosciuti, ma quelle melodie essenziali su cui intessevo testi impegnati creavano brani che venivano spesso giudicati interessanti da chi li ascoltava. Il vizio non l’ho perso neppure oggi e, qualche volta, scrivo una canzone, più per me che per gli altri. E poi il gusto di narrare mi ha portato a scrivere libri. Devo dire che non è stato facile passare dall’ermetismo dei testi cantautorali a uno stile ben più dettagliato, complesso e dilatato, tipico di un romanzo. Quando sei abituato a comprimere tutta una storia in pochi stringatissimi versi non ti rendi conto di quanto si possa raccontare oltre quella essenzialità. L’inizio del mio primo romanzo fu un disastro. Dopo venti pagine non sapevo più cosa dire. Tutto mi sembrava esageratamente ampliato. Ho impiegato dieci anni per terminarlo, fra cancellazioni e riscritture, con momenti in cui ero convinto di abbandonare il progetto e attimi di euforia creativa. Poi, alla fine del 2018, è andato in porto. Ora scrivo con maggiore enfasi, con il gusto di raccontare agli altri ciò che i personaggi dettano alla mia mente e per i quali io opero da umile scrivano, forse da cantastorie. Raccolgo quanto loro mi suggeriscono e ne compongo una storia trasposta in modo corretto, senza gli errori e le sovrapposizioni che in certi momenti, beffardamente, mi vengono consigliati, senza le soste di settimane in cui sembrano essersi volatilizzati non solo i pensieri, ma i personaggi stessi. In quei periodi temo che non ritornino a parlarmi, a narrarmi le loro storie. Non saprò mai se sono vere o false. Non più di ciò che mi viene confidato dagli esseri umani. So però per certo una cosa. Non cercano mai di convincermi a creder loro ma spesso, nel raccontare, dimostrano di non dubitare di quelle storie e di averle in qualche modo vissute o sentite raccontare da altri. Non so se tutto è frutto della fantasia di scrittore, di un cassetto della memoria latente improvvisamente dischiusosi o se quei personaggi aleggiano misteriosamente nella mia mente provenienti da altre realtà. Non lo saprò mai, credo. Ma tutto questo ha così poca importanza. La cosa essenziale è donare ai miei lettori emozioni, passioni, sogni.

LA SUA SCHEDA NELLA FIERA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA SUORE DI MONTEVERGINE

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu