Riconoscimento delle tragedie del passato e un futuro condiviso tra Italia e Slovenia

Un anno fa il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ed il suo omologo sloveno Borut Pahor si soffermavano per un minuto di silenzio davanti alla Foiba di Basovizza. Partendo da quel luogo simbolico, Italia e Slovenia hanno iniziato a guardare non più a ciò che divide, ma a ciò che accomuna, con particolare riferimento ai lutti ed agli sconvolgimenti provocati dalla dittatura comunista di Tito, tanto nella Venezia Giulia quanto in Slovenia. A suggello di questa condivisione, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, nei cui mandati si sono svolti non solo la giornata del 13 luglio 2020 ma anche il Concerto dei Tre Presidenti,  ha insignito il Presidente Pahor del più importante riconoscimento cittadino. La Slovenia ha da poco iniziato il suo semestre di presidenza europea ed è proprio nella comune appartenenza europea che Roma e Lubiana devono proseguire il loro dialogo per renderlo sempre più concreto e proficuo nei prossimi anni.

Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025 rappresentano già un ulteriore passo avanti in questa direzione: si tratterà, fra l’altro, di una rassegna in cui potranno essere portate all’attenzione dell’opinione pubblica anche le pagine più tragiche della storia di Gorizia e più ampiamente del confine orientale italiano. Le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati ed OnorCaduti devono essere in futuro coinvolte nelle ricerche delle autorità slovene riguardo foibe e fosse comuni in cui le milizie comuniste di Tito compirono le loro stragi in territorio attualmente sloveno, andando a colpire non solo esponenti dell’italianità autoctona ma anche anticomunisti, sacerdoti e civili sloveni. Siccome in Croazia queste ricerche congiunte già avvengono, auspichiamo che possa essere portata a compimento una mappatura completa dei luoghi di queste stragi, in maniera tale da trovare il luogo di sepoltura di migliaia di nostri connazionali scomparsi nel nulla a guerra finita. Una volta ricostruite queste terribili dinamiche, sarà giunto il momento in cui potrà venire finalmente eretto un memoriale con i nomi delle vittime della violenza partigiana jugoslava.

In questi giorni al Vittoriale degli Italiani si sta svolgendo la prima scuola estiva di storia del confine orientale, grazie alle sempre più intensa sinergia tra le associazioni dell’Esodo ed il Ministero dell’Istruzione. La speranza di tanti esuli di prima generazione di vedere raccontate nelle scuole di tutta Italia le loro tragedie si sta sempre più concretizzando. E affinché la storia che il Giorno del Ricordo ha reso patrimonio di tutta la comunità nazionale possa assurgere ad un rango europeo, confidiamo che presto si riuniscano nuove commissioni di storici italiani, sloveni e croati per approfondire ed ampliare il lavoro delle commissioni istituite negli anni Novanta.

Queste successive tappe condivise potranno facilitare anche la soluzione delle questioni ancora aperte riguardo i beni abbandonati e gli oneri del Trattato di Osimo ereditati da Lubiana e Zagabria in quanto Stati successori della Jugoslavia.

Print Friendly, PDF & Email