ROMANZO CRIMINALE di Giancarlo de Cataldo

SPIETATI MA INFELICI: NEL FAMOSO “ROMANZO CRIMINALE” LA STORIA DELLA BANDA DELLA MAGLIANA.

 Romanzo criminale è il titolo di un romanzo scritto da Giancarlo de Cataldo, scrittore giallista e giudice della Corte d’Assise di Roma. Un titolo che abbiamo sentito nominare spesso poiché ha avuto un notevole seguito in Italia, tanto da ispirare un film (di Michele Placido, vincitore di diversi premi) ed una serie ad episodi (prodotta in esclusiva per la televisione satellitare e diretta da Stefano Sollima).

Il libro racconta la storia della celebre “banda della Magliana”, un gruppo di giovani che, alla fine degli anni settanta tenta di arrivare al successo creando una cosca romana di stampo mafioso. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti ed attraversa la storia italiana degli anni settanta ed ottanta intrecciandosi ad eventi storici importanti quali “la strage di Bologna”, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, L’attentato a Papa Wojtyla e la caduta del muro di Berlino.

Ed è così che le vite del Libanese, del  Freddo, del Dandi e degli altri componenti della banda si snodano attraverso i loro sporchi affari che abbracciano il traffico di droga, l’estorsione, la prostituzione ed il gioco d’azzardo; attraverso le loro continue entrate ed uscite dalla meritata galera (approfittando della difficoltà dello Stato troppo preso in quel periodo nella lotta contro il terrorismo spietato delle “Brigate rosse”) ed attraverso la quotidianeità delle loro vite.

Una storia raccontata in maniera eccelsa senza troppi fronzoli, che lascia intravedere attraverso i suoi personaggi  l’organizzazione, il modus operandi e soprattutto il modo di pensare delle organizzazioni criminali italiane e che lascia spazio a diverse riflessioni.

La prima, quella che riguarda le istituzioni: lo Stato, la giustizia, la polizia, che nel racconto sono impersonate dal personaggio del commissario Scialoja, un poliziotto pieno di passione per la giustizia eppure impotente di fronte ai mille cavilli legali che continuamente tirano fuori i suoi avversari dalla detenzione, un “muro di gomma” in cui va a scontrarsi ogni volta che si avvicina ad aver vinto la battaglia contro il gigante che va formandosi.

La seconda, quella del mistero: le forze oscure dei servizi segreti italiani (capeggiati da un personaggio che nel libro si fa chiamare il vecchio) dotati di un potere tale da riuscire a tirare le fila della storia a loro piacimento, incuranti del fatto che qualcuno potesse lasciarci la pelle.

Infine, quella a mio avviso più interessante e cioè il fattore morale. Leggendo il racconto si percepisce una costante infelicità dei protagonisti, i quali hanno soldi e potere, ma in realtà sono soli, senza affetti, circondati solo da persone che alla prima occasione tenteranno di ucciderli per poterli scalzare.

Persone, a mio avviso, tanto povere di sentimenti  da vivere nell’illusione di un sogno , il sogno della ricchezza ad ogni costo, che in realtà è un abisso di solitudine e pietà dal quale non si può facilmente risalire.

“Sarebbe stato da saggi ripiegare, a questo punto.

Ma quando mai lui era stato saggio?

Quando mai tutti loro erano stati saggi?

 Si chinò sul piccoletto e gli sussurrò all’ orecchio il suo nome.

 Quello prese a tremare.”

Claudia Tucci

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