Serata letteraria al complesso di San Giovanni a Cava de’ Tirreni, calorosa partecipazione del pubblico in sala

Continua la rassegna L’emozione nel segno, nel colore, nella parola fino a domenica 16 maggio.

L’emozione nel segno nel colore, nella parola. Come annunciato, ieri si è svolta la serata dedicata alla letteratura nell’ambito della rassegna organizzata dall’Accademia Arte e Cultura Michelangelo Angrisani, e patrocinata dal Comune di Cava de’ tirreni, con un doppio appuntamento: la presentazione della IX edizione dell’Annuario dell’Accademia e la presentazione del romanzo storico Il fiore del Carso, una linea tra due mondi di Eleonora Davide.

Ad aprire l’evento, dopo aver lasciato il tempo ai partecipanti di visitare la mostra d’arte e poesia, allestita negli ariosi ambienti del Complesso, sotto la diligente guida del presidente Michelangelo Angrisani, sono stati i suoi saluti e quelli di mons. Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi e Cava de’ Tirreni, il quale, elogiando l’iniziativa e il mecenatismo di Angrisani, ha dato merito alle opere, mostrando il suo grande apprezzamento per i lavori esposti. La parola è poi passata alla madrina della rassegna dott.ssa Antonella Cicale, socia presente nell’Annuario, che ha letto una sua poesia, e poi al prof. Franco Bruno Vitolo, giornalista e critico letterario, che ha dato inizio alla presentazione del romanzo. Quattro le chiavi di lettura individuate dal prof. Vitolo nella sua precisa e spumeggiante relazione, riconducibili alle tre “C” legate al gradimento partenopeo per il caffè, aggiungendone una in più.

Franco Bruno Vitolo

Una “C” per caminetto, con i racconti del nonno ai nipoti che intessono una linea di narrazione legata alla vecchia tradizione del tramandare memorie alle nuove generazioni intorno al focolaio.

Una “C” per Colomba bianca vola, la canzone che porta la memoria a Trieste e alle vicende di un confine conteso, in attesa che la città tornasse italiana.

Una “C” per caverne, quelle presenti nel romanzo, le foibe e tutta la tragedia degli esuli italiani che abbandonarono le loro case rimaste al di là di quella linea tra due mondi.

E poi una “C” per Cava de’ Tirreni, che negli anni dell’esodo ospitò una comunità di profughi che dette vita poi a una fiorente manifattura locale.

Grande è stata la partecipazione del pubblico invogliato dai temi trattati a rivolgere domande all’autrice e a fare entusiastici commenti.

Ma la cultura promossa dall’Accademia è anche poesia. Così i poeti presenti in sala hanno declamato le loro liriche tra gli applausi del pubblico. La serata ha fatto, in questo modo, assaporare a tutti un momento di normalità in un periodo così tumultuoso e cupo. L’arte e la cultura, definiti già nella serata inaugurale come speranzoso segno di rinascita, si sono ancora una volta dimostrate in grado di dare gioia e sollievo all’anima.

La mostra resterà aperta fino a domenica 16 maggio.

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